Il dibattito sulla sostenibilità in agricoltura evidenzia sempre più chiaramente la necessità di affrontare tre diversi profili di responsabilità collettiva: ambientale, sociale ed economica.
L'agricoltura integrata approccia con convinzione l'esigenza di conciliare la tutela ambientale e sanitaria ai fattori economici della produzione, riducendo al minimo il ricorso ai mezzi che impattano negativamente sull'ambiente o sulla salute dei consumatore. Essa costituisce dunque una risposta importante in questo senso, ma vi sono anche diversi altri ambiti della produzione agricola che meritano una riflessione accurata per come stanno contribuendo ad affermare un modo di produrre fondato sull'innovazione sostenibile.
Si è tenuto venerdì 24 giugno 2011 in provincia di Bologna un incontro dedicato all'agricoltura sostenibile dal titolo 'Riflessioni e nuove prospettive'. Con questo evento l'ente di certificazione Csqa ha voluto affrontare il tema della sostenibilità in agricoltura, focalizzando prioritariamente l'attenzione sulla agricoltura integrata, ma presentando anche casi pratici di sostenibilità ambientale ed economico-sociale che stanno facendo da apripista a un modello di sviluppo sostenibile ormai imprescindibile dalle scelte delle grandi come delle piccole realtà produttive.
Ha aperto gli interventi Paolo De Castro, ex ministro dell'Agricoltura, oggi parlamentare europeo e presidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo. A lui il compito di illustrare le linee principali della nuova Pac e gli scenari futuri dell'economia agricola italiana, sottolineando in particolare la necessità di prepararsi ai grandi cambiamenti che entreranno in atto nel 2014.
"Siamo nel vivo del processo di riforma della politica agricola comune dopo il 2013 – ha detto De Castro – Un'occasione importante per dimostrare che l'agricoltura può offrire un valido contributo in termini di risposte efficaci alle nuove sfide e responsabilità globali, rispetto alla quali gli investimenti nella ricerca, nell'innovazione sostenibile, nella diffusione della conoscenza, così come adeguati livelli di incentivi per favorire l'accesso a innovazioni organizzative e di processo, rappresentano un contributo straordinariamente significativo. Incrementare la produttività con minori risorse e inquinando meno, preservare il potenziale agricolo europeo e al tempo stesso incentivare la lotta al cambiamento climatico, la salvaguardia ambientale, il risparmio idrico è la sfida che anche l'agricoltura europea avrà di fronte nei prossimi anni. In questa prospettiva, il ruolo dell'intervento pubblico diventerà sempre più fondamentale per rendere praticabili i costi dell'accesso all'innovazione per gli agricoltori europei, sia attraverso interventi diretti, che favorendo azioni di sistema. Ciò che occorre è la costruzione di un coordinamento delle politiche dell'agroalimentare che possa dirsi davvero globale, che definisca uno spettro di azioni concordate per la prevenzione e la gestione delle situazioni critiche per i mercati agricoli. Di qui, la necessità di lavorare affinché la prossima riforma della Pac dimostri di avere le giuste risposte alle sfide del ventunesimo secolo".
All'incontro si è approfondita in particolare la situazione nazionale: il territorio italiano è a grande vocazione agricola e in Italia si concentra oltre un decimo di tutta la superficie agricola europea. Inoltre, l'Italia conta 511 Denominazioni di origine protetta (Dop), 474 Indicazioni geografiche protette (Igp), 36 Specialità tradizionali garantite (Stg) e ben 227 prodotti registrati. Di contro c'è da considerare che il sistema agricolo nazionale deve fare i conti con numerosi elementi di pressione, tra cui i cambiamenti climatici e la desertificazione ma anche le derive del mercato globale, l'invecchiamento dei conduttori e la mancanza di ricambio generazionale e la frammentazione delle imprese, con ovvie difficoltà nella realizzazione delle necessarie economie di scala.
Dario Stefano, coordinatore della Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni e province autonome, ha sottolineato che la Commissione è stata di recente investita, da parte della Camera dei Deputati, di una riflessione sulla questione del cosiddetto 'Pacchetto qualità', in elaborazione a Bruxelles. "In sintesi – ha spiegato Stefano – il documento intende considerare uniformemente e armonicamente l'insieme di norme che agiscono sulle produzione di qualità, proponendo una semplificazione delle procedure e una migliore comunicazione nei confronti dei consumatori, una presa in carico delle disposizioni internazionali volontarie operative negli scambi commerciali, e infine delineando per la prima volta indicazioni comuni per l'etichettatura di alimenti che contengono prodotti Dop o Igp".
Tra gli argomenti affrontati durante l'incontro, oltre alla gestione della risorsa idrica, fondamentale nell'agricoltura integrata, e alle certificazioni, si è parlato anche di agrofarmaci: l'armonizzazione delle norme che riguardano i prodotti fitosanitari è un obiettivo che gli Stati membri perseguono da molto tempo allo scopo di consentire la libera circolazione delle merci all'interno dell'UE, di evitare che si determinino vantaggi competitivi di alcuni Stati rispetto ad altri e di garantire identici standard di salute e sicurezza per l'uomo e l'ambiente.
Lo hanno confermato Floriano Mazzini e Tiziano Galassi del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia-Romagna. "Il programma di revisione europea delle sostanze attive introdotto dalla direttiva 91/414 ha interessato quasi 1.000 sostanze. Di queste il 26% è stato valutato positivamente mentre il 7% è stato valutato negativamente. Il dato più rilevante è però rappresentato dal 67% delle sostanze attive che è stato revocato senza che queste siano state effettivamente valutate. La revisione europea ha quindi ridotto drasticamente il numero delle sostanze attive disponibili aumentando però contemporaneamente il livello di sicurezza per la salute umana e l'ambiente. In Italia il numero delle sostanze attive revocate è di circa 230, a fronte di circa altrettante sostanze attive incluse. La categoria degli insetticidi è quella che maggiormente ha risentito della revisione europea: in Italia sono state revocate 85 sostanze a fronte delle 52 incluse. I gruppi più penalizzati sono stati gli insetticidi fosforganici e carbammati e un buon numero di piretroidi e di regolatori della crescita. Il nuovo regolamento n. 1107/2009, in vigore dal 14 giugno 2011, aggiorna e modifica i criteri introdotti dalla direttiva 91/414. Le principali novità riguardano i criteri cut-off per le sostanze attive, la cosiddetta valutazione comparativa e il mutuo riconoscimento delle autorizzazioni nell'ambito di aree omogenee individuate all'interno dell'UE".
La seconda sessione dell'incontro è stata dedicata alle testimonianze di alcune importanti realtà nazionali e internazionali che, ciascuna nel proprio campo di applicazione, opera a favore di un'economia agricola sostenibile.
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Fonte: Carsa