Se le donne nelle zone rurali avessero le stesse opportunità degli uomini nell’accesso alla terra, alla tecnologia, ai servizi finanziari e ai mercati, la produzione agricola dei Paesi in via di sviluppo potrebbe aumentare tra il 2,5 e il 4% e il numero degli affamati ridursi di 100-150 milioni di unità.
E’ da questo assunto della Fao che prende il via “Il pane e le rose”, l’iniziativa congiunta di ActionAid Italia e dell’associazione Donne in Campo della Cia, Confederazione italiana agricoltori, in programma a Roma giovedì 31 marzo, alle ore 14.30 presso la Casa internazionale delle donne.
“L’agricoltura rappresenta ancora oggi una fonte di sopravvivenza insostituibile in molti Paesi in via di sviluppo - spiegano ActionAid Italia e Donne in Campo - e in questo contesto le donne costituiscono larga parte dei piccoli agricoltori. Nonostante il ruolo cruciale che ricoprono all’interno dei nuclei familiari rurali però, le donne contadine spesso non ricevono adeguato sostegno da parte delle Istituzioni locali e nazionali, né sono sempre riconosciute come soggetti economici da coinvolgere nei programmi di sviluppo rurale e spesso affrontano discriminazioni nella proprietà ed eredità della terra”.
Ma non solo Sud del mondo. In un altro senso, anche in Italia c’è ancora molto da fare sul fronte dell’agricoltura ‘rosa’: è necessario, per esempio, “abbattere le discriminazioni nell’accesso al credito agricolo e dare più visibilità alla presenza delle donne nel settore”.
Di tutto questo i presidenti di ActionAid e Donne in Campo-Cia, Chiara Somajni e Mara Longhin, discuteranno con Istituzioni e Parti sociali.
All’iniziativa di giovedì, in cui sarà presentato il Rapporto “Il pane e le rose”, interverranno il segretario generale della Cgil Susanna Camusso e il vicepresidente di Confindustria Cristiana Coppola. Per la Fao parteciperà Nora Ourabah Haddad, Rural employment and institutions officer.
Concluderà i lavori il presidente della Cia Giuseppe Politi. E’ stato invitato il neo-ministro alle Politiche agricole Saverio Romano.
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Fonte: Donne in campo