Partendo dall'assunto che le scienze agrarie sono 'scienze della vita' che coinvolgono interessi non soltanto scientifici ma anche sociali, la lettura svolta ieri 21 ottobre 2010 dal professor Luciano Iacoponi presso l'Aula Magna della Facoltà di Agraria dell'Università di Pisa e organizzata dalla Sezione Centro-Ovest dei Georgofili, ha approfondito i limiti delle interpretazioni deterministiche della natura del vivente, della sua origine e successiva evoluzione.

Appaiono più consone le interpretazioni consentite dalle teorie della complessità, scaturite dalle rivoluzioni scientifiche del secolo scorso. Le scienze agrarie non sono valutate dalla società per i loro risvolti teorici ma per le tecnologie innovative da esse prodotte, vere e proprie 'mutazioni' sulle quali il mercato opera 'selezioni' che formano l'oggetto di studio dell'economia agraria, che indaga le reti complesse formate da tecnici divulgatori, aziende agrarie, mercati e consumatori.

Allargando lo sguardo al più vasto e complesso reticolo che a livello nazionale e internazionale connette scienziati della vita, tecnologi agrari e valori della società moderna, la lettura ha concluso che le scienze agrarie formano un corpo unitario e indivisibile di conoscenze che si pongono alla frontiera fra tutti i viventi e la vita dell'uomo e della cui complessità docenti, ricercatori e studenti di Agraria devono essere responsabilmente consapevoli. Le Facoltà di Agraria dovrebbero dunque favorire negli studenti la percezione che la complessità delle scienza agrarie non è un limite ma un'opportunità della quale essi possono essere resi edotti anche attraverso lo studio della storia e della filosofia della scienza.