Sul tema della biodiversità si confronteranno, domani, all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, i massimi esperti italiani e stranieri, tra cui i ricercatori delle Università di Milano e Pavia e del Cnr di Firenze.

Ospite di punta sarà il professore Mike Bruford, esperto inglese di genetica della conservazion.

Focus sulle nuove tecniche di studio basate sulla genetica molecolare, utilizzate anche dal Centro ricerca e innovazione per “sondare” il territorio trentino.

L'Onu ha proclamato il 2010 Anno internazionale della Biodiversità, ponendo all’attenzione del mondo intero la questione dell’impoverimento ambientale a seguito della distruzione degli ecosistemi, ma in Trentino la situazione è migliore che a livello globale: la biodiversità del Trentino è ricca, con basso rischio di estinzione delle specie e limitato pericolo di diffusione delle malattie infettive trasmesse dagli animali, come le zecche.

Cosa fa la differenza? L’approfondita conoscenza del territorio garantita da tecniche e strumentazioni all’avanguardia.

San Michele studia la biodiversità con una complementarietà tra i metodi tradizionali (numero di specie, distribuzione, densità delle popolazioni delle singole specie) e quelli basati sulla tassonomia molecolare e la caratterizzazione della diversità genetica degli individui di popolazioni naturali di piante e animali.

L’analisi del Dna consente di capire, infatti, se e come le popolazioni sono in grado di adattarsi ai cambiamenti e quindi evitare il rischio di estinzione.

“Troppo spesso ci dimentichiamo che il cibo, l'acqua potabile, la protezione dagli agenti atmosferici, solo per citare alcuni esempi, ci vengono quotidianamente offerti dalla natura proprio grazie alla sua biodiversità – spiega Claudio Varotto coordinatore programma Biodiversità del Centro ricerca e innovazione - Ed è sempre la biodiversità che rende l'ambiente trentino così bello e peculiare. Studiare la biodiversità, con approcci innovativi ed interdisciplinari come si sta facendo alla Fondazione Mach, risponde, perciò, in pieno all'esigenza di fornire conoscenze scientifiche che possano essere di aiuto per gestire in modo più armonioso le risorse naturali del nostro territorio”.