Negli ultimi anni è cresciuto l'interesse delle aziende agroalimentari e delle insegne della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) per gli strumenti avanzati di tracciabilità. Sensori Iot, device portatili e software di raccolta e analisi dati sono infatti in grado di raccontare la storia di un alimento, dal campo fino alla tavola del consumatore finale.

 

In questo contesto Tecnoalimenti si è fatto promotore di un progetto che ha visto la collaborazione di Tim-Olivetti e Rurall per digitalizzare i processi del Caseificio Sangiovanni, realtà bergamasca che gestisce al suo interno tutte le fasi della filiera lattiero casearia, avendo dei campi coltivati, la stalla e un caseificio dove produce diverse tipologie di formaggi.

 

Tecnoalimenti, Organismo di ricerca scientifica e tecnologica partecipato da importanti aziende del settore agroalimentare e da soggetti pubblici, si è occupato di disegnare il workflow e il dataflow, sfruttando le sue conoscenze in ambito di produzione agroalimentare.

 

Tim Enterprise si è occupata di sviluppare la piattaforma informatica, supportata dal partner Rurall, una Società fondata da SDF, Bonifiche Ferraresi, Antares Vision e Bluarancio. Mentre Olivetti, marchio storico oggi parte del Gruppo Tim, si è dedicata ai sensori Iot deputati a raccogliere e trasferire dati sia nella fase di campo, come in stalla e nel caseificio.

 

"Il Caseificio Sangiovanni aveva già sensori volti a monitorare alcuni parametri dei suoi cicli produttivi, ma spesso si trattava di device analogici o comunque non connessi ad un sistema organico di raccolta e valorizzazione dei dati", spiega Marco De Vito, responsabile del progetto per Tecnoalimenti, che ha promosso il progetto finanziato da Regione Lombardia nell'ambito del Por Fesr 2014-2020 - Innovazione e competitività.

 

"La sfida è stata quella di disegnare una piattaforma che fosse in grado di raccogliere dati provenienti da più fonti e di integrarli in un unico ambiente in grado di offrire un sistema di tracciabilità completo".

 

Ma perché un caseificio dovrebbe tracciare le proprie produzioni?

I motivi sono diversi, riassumibili in questi quattro punti:

  • Per assolvere agli obblighi di legge in materia di sicurezza e tracciabilità alimentare, in maniera veloce e sicura.
  • Per velocizzare il richiamo di prodotti nel caso ci siano delle problematiche, ad esempio di contaminazione da parte di microrganismi patogeni. Un'attività che oggi già viene svolta basandosi su registri cartacei e digitali e che in un sistema di tracciabilità completo diventa molto più facile e veloce.
  • Per migliorare le performance aziendali grazie alla business analytics e all'automazione di processo. Raccogliendo dati lungo tutto il processo produttivo e avendoli su un'unica piattaforma è possibile analizzarli per migliorare l'operatività dell'impresa, sviluppando sistemi automatizzati di controllo dei processi.
  • Per finalità di marketing. Oggi il consumatore è sempre più attento all'origine dei prodotti agroalimentari e dunque poter comunicare in maniera chiara e trasparente la storia di un prodotto, come ad esempio il formaggio, offre un servizio a valore aggiunto che può essere valorizzato sul mercato proponendo un prezzo di vendita più elevato.

 

"Il nostro lavoro è stato finalizzato alla definizione di un proof of concept, abbiamo cioè sviluppato la piattaforma software e definito la gestione dei flussi di dati, senza però implementare queste soluzioni in azienda. Per farlo servirebbero dei fondi aggiuntivi che potrebbero arrivare dalle risorse regionali messe a disposizione attraverso il bando per il 'Consolidamento delle filiere produttive' di Regione Lombardia", sottolinea De Vito.

 

Sensori Iot e piattaforme digitali al servizio della tracciabilità

In ogni progetto di filiera un ruolo centrale lo rivestono le fonti dei dati, poiché un errore nella raccolta e nella trasmissione degli stessi crea poi dei problemi in tutte le funzioni a valle. Nel caso del progetto del Caseificio Sangiovanni si è deciso di sfruttare una parte dei dati già disponibili in azienda e di integrarli con altri forniti da sensori Iot pensati per monitorare alcuni aspetti chiave del processo produttivo.


Nella fase di campo, ad esempio, si è previsto l'uso dei dati provenienti dalle macchine agricole e dall'istallazione di capannine meteo in grado di rilevare i principali parametri ambientali e di inviare i dati direttamente alla piattaforma gestionale. "Come tutti sanno i dati meteorologici sono fondamentali per una gestione corretta del campo e influiscono su aspetti di chiave, come ad esempio lo sviluppo di funghi in grado di produrre le micotossine", spiega Marco De Vito.


Nella fase di stalla, i tecnici sono stati facilitati dal fatto che il Caseificio Sangiovanni poteva già vantare un grado elevato di digitalizzazione, visto che le vacche erano già dotate di pedometro, uno strumento che ne misura i movimenti ed è dunque utile per monitorare lo stato di salute, ma anche per identificare i calori o le problematiche di varia natura.

 

"Nel nostro sistema di tracciabilità possiamo conoscere con esattezza l'origine della razione ingerita da ogni gruppo di vacche e grazie ai robot di mungitura possiamo rilevare alcuni parametri importanti del latte prodotto, da cui si può anche evincere l'insorgenza di mastiti", sottolinea De Vito.

 

All'interno del Caseificio, un moderno impianto industriale, erano già presenti numerosi sensori volti a monitorare il corretto funzionamento del processo produttivo, nonché della fase di stagionatura.


"In questo caso il progetto si è focalizzato non tanto sull'installare nuovi sensori, che pure sono stati necessari, quanto sulla loro digitalizzazione e interconnessione, in modo che il nostro software fosse alimentato in maniera costante ed automatica senza l'intervento dell'uomo, che resta una sorgente di possibili errori e di ritardi", ci spiega De Vito.

 

"Soprattutto, nella fase di produzione del formaggio è fondamentale avere un controllo minuzioso degli impianti e sarebbe utile poter impostare degli alert in modo che, in caso di anomalìe o malfunzionamenti, si possa intervenire in maniera immediata o automatica".

 

Tracciabilità blockchain? Perché no...

A completare tutto il processo di tracciabilità c'è anche la possibilità di notarizzare i dati tramite l'utilizzo della tecnologia blockchain. Si tratta di uno strumento ormai rodato che rende immutabili i dati registrati all'interno dei registri condivisi e permette dunque di cementare la fiducia all'interno della filiera, assicurando a tutti gli attori la veridicità dei dati.


Si tratta di una soluzione che, nel caso del Caseificio Sangiovanni, attore che gestisce la filiera dal campo al caseificio, garantirebbe l'immutabilità dei dati nei confronti dei distributori e del consumatore finale.


La blockchain è infatti una tecnologia che responsabilizza l'intera filiera nella registrazione dei dati di processo (che rimangono immutabili e quindi verificabili a valle) generando un circolo virtuoso di fiducia verso la filiera di produzione. In questo senso giocano un ruolo fondamentale i device Iot. Avere come fonte dei dati uno strumento digitale assicura a tutti gli attori che le informazioni contenute nella blockchain siano veritiere. Lo strumento ideale dunque per creare un clima di fiducia all'interno della filiera, volto a migliorare l'intero processo produttivo.