Nelle ultime settimane il prezzo del latte spot ha segnato continui aumenti, sino al recente record di oltre 61 euro al quintale.
Molte le componenti che hanno favorito questi aumenti, non ultime le ottime performance registrate dai prodotti lattiero caseari.
La conferma arriva dalla recente assemblea di Assolatte, l'associazione che raggruppa gran parte delle aziende di trasformazione del latte, che quest'anno celebra i suoi 80 anni di attività.
Nel 2024 la produzione è cresciuta del 2,2% portando il fatturato a 26,6 miliardi di euro, grazie in particolare ai successi sul fronte dell'export.
Oggi, ha ricordato il presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, il settore lattiero caseario è uno dei muri portanti dell'economica nazionale.
"Risultato raggiunto in questi 80 anni di vita dell'associazione - ha detto Zanetti - grazie all'impegno di chi ci ha preceduto, dei nostri genitori e dei nostri nonni, che con lavoro, fatica e passione hanno creato le premesse per raggiungere questi risultati".
I numeri
Significativi i risultati sul fronte dell'export. Nello scorso anno la quota di formaggi collocata sui mercati stranieri ha sfiorato le 660mila tonnellate, con una crescita del 10,7% rispetto al 2023.
Importante il risultato economico, giunto a 5,4 miliardi di euro, con un aumento del 9,2% sull'anno precedente.
La maggior parte di queste esportazioni è destinata ai Paesi dell'Unione Europea (71%), cui si aggiunge il 12% verso il Regno Unito, al terzo posto fra i Paesi che più apprezzano i formaggi made in Italy.
Rilevante la quota assorbita dagli Usa (8%) e dall'Asia (7%).
Numeri che ci collocano ai primi posti come Paese esportatore e grazie ai quali possiamo vantare una bilancia dei pagamenti positiva per 2,6 miliardi di euro.
Fra i punti di forza del settore anche il primato mondiale che l'Italia può vantare nella produzione di formaggi a marchio di origine (59 formaggi a denominazione, per un totale di circa 600mila tonnellate).
Troppi ostacoli
Numeri, si è detto in occasione dell'assemblea di Assolatte, raggiunti a dispetto degli ostacoli frapposti da norme nazionali ed europee che hanno ridotto la competitività del settore.
"Purtroppo durante la passata legislatura l'Europa ha guardato a chi produce come problema e non come risorsa", ha commentato il presidente Zanetti, per poi spendere parole di apprezzamento per il nuovo corso intrapreso in questi ultimi mesi dalla Commissione Europea.
Bruxelles, cambio di passo
A questo proposito ricordiamo il contenuto del Regolamento Comunitario n 3012 del 19 novembre 2024 che si occupa dei sistemi di compensazione delle emissioni gas serra.
In questa nuova visione l'agroalimentare, e con esso l'agricoltura e la zootecnia, rientrano fra le pratiche che consentono il sequestro del carbonio.
Non più un fattore di rischio, dove le aveva collocate una visione distorta, ma una delle soluzioni verso la transizione ecologica.
Merito dei tanti progressi e delle innovazioni, dall'agricoltura di precisione alle nuove tecniche di "agricoltura del carbonio" che promettono sia la cattura sia lo stoccaggio del carbonio.
Giusto equilibrio
Tornando ai temi sollevati in occasione dell'Assemblea di Assolatte, il presidente Zanetti si è detto certo che la politica europea riuscirà a trovare il giusto compromesso fra competitività e sostenibilità.
Ma si chiede al contempo una semplificazione del sovraccarico di norme comunitarie e nazionali che pesano sul settore.
Riscrivere le regole è necessario per consentire al settore lattiero caseario di affrontare la sfida di contribuire a nutrire in modo sano un mondo sempre più popolato e che nei prossimi anni avrà un miliardo in più di bocche da sfamare.
Il ruolo degli allevatori
Una sfida che le industrie della trasformazione affrontano insieme al mondo degli allevatori, capaci in questi anni di dare al latte quella qualità che ha reso inimitabili i nostri prodotti caseari.
Di qui la necessità, ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, di ragionare sempre più in una logica di filiera.
Sulla stessa scia il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, che a proposito della filiera lattiero casearia ha rivolto un plauso agli allevatori, grazie ai quali è possibile creare un prodotto trasformato che genera valore per tutti.
Su questi temi il presidente di Cia, Cristiano Fini, ha apprezzato il sostanziale equilibrio che si riesce a realizzare nella distribuzione del valore, riconoscendo agli allevatori un ruolo non marginale.