Il prezzo del latte spot, quello venduto fuori contratto, è schizzato oltre i 61 euro al quintale.
Non sorprende l'aumento, che segue il trend del periodo, ma l'entità della variazione, inusuale sui mercati delle materie prime.
Il più 8,4% registrato nella seduta del 16 giugno rispetto alle quotazioni della settimana precedente ha portato il prezzo al record di 61,25 euro al quintale, il 14,8% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Sulla stessa scia anche le provenienze estere, quella francese e quella tedesca.
Il trend
Il grafico che segue, elaborato da Assolatte, mostra l'andamento del prezzo del latte spot, dove appare evidente la progressione verso l'alto della curva dei prezzi.
Per il 2025 si sta ripetendo una configurazione analoga a quella del 2023, dove i prezzi hanno continuato ad aumentare per tutto il mese di giugno, per poi rallentare in luglio.
Non è escluso che nelle prossime settimane possano esserci ulteriori aumenti, ma probabilmente con variazioni meno importanti.
Andamento del prezzo del latte spot italiano negli ultimi tre anni
(Fonte: Assolatte)
Latte e petrolio
Curioso ancora una volta mettere a confronto la correlazione fra prezzo del latte e quello del petrolio.
Le analisi della Commissione Europea, che monitorano il costo delle fonti energetiche e il cambio fra euro e dollaro, sembrerebbero indicare il contrario, essendoci a inizio giugno una variazione negativa.
Ma come sempre i mercati sono in anticipo e hanno reagito all'aumento delle tensioni geopolitiche sullo scacchiere mondiale che potrebbero far scattare un aumento dei prezzi del petrolio, che taluni osservatori ritengono possa invertire la rotta dei ribassi e riportarsi in prossimità dei record passati.
Molte però le incognite e ogni previsione può essere ribaltata nel volgere di poco tempo.
Il latte in Italia
Sull'evoluzione del mercato del latte pesa l'andamento della produzione, che in Italia è per ora inferiore a quella dello scorso anno.
Le consegne complessive registrate in marzo, come riportato nel grafico e nella tabella che segue, elaborata da Assolatte, mostrano una flessione di oltre il 2,3% (3,461 milioni di tonnellate nel 2024, contro 3,380 milioni di tonnellate del 2025).
Il buon andamento del mercato potrebbe indurre gli allevamenti a spingere sulle produzioni, ma certo non in tempi brevi.
Per contro, le troppe incertezze che pesano sulla zootecnia da latte inviteranno alla prudenza, evitando eccessi di offerta.
Andamento delle consegne di latte in Italia negli ultimi tre anni
(Fonte: Assolatte)
Il latte in Europa
Spostando l'attenzione al mercato europeo del latte, le rilevazioni della Commissione mostrano prezzi sostanzialmente stabili, ma va ricordato che i dati più recenti si riferiscono ad aprile.
Il confronto con lo stesso periodo dello scorso anno mostra un prezzo medio di soli 46,1 euro al quintale, il 15% più basso rispetto ai 53 euro delle ultime rilevazioni.
Si conferma così anche per il mercato europeo una decisa tendenza all'aumento del prezzo del latte, che trova conferma, almeno in parte, anche in un confronto allargato ai mercati mondiali.
I mercati mondiali
Le quotazioni dei principali prodotti lattiero caseari sono infatti in aumento sui mercati europei e su quelli statunitensi, con spunti al rialzo rilevanti, in particolare per il burro.
Occorre tuttavia riflettere su quanto accade in Australia e Nuova Zelanda dove i prezzi stanno al contrario cedendo posizioni.
In questo caso è però necessario tenere conto dell'effetto stagione, che nell'emisfero australe vede l'inizio dell'inverno nel mese di giugno.
I formaggi
Tornando al mercato nazionale, va ricordato che la maggior parte del latte italiano è avviato alla trasformazione in formaggi e l'andamento di questi ultimi è un fondamentale punto di riferimento per la formazione del prezzo del latte.
Stabile il prezzo del Grana Padano, che si mantiene su livelli sensibilmente più alti rispetto allo scorso anno.
In moderata crescita il prezzo del Parmigiano Reggiano, con performance anche superiori.
Stabile anche il prezzo del burro e in aumento quello di affioramento.
Anche in questo caso i prezzi sono sensibilmente superiori rispetto a quelli di un anno fa.
Le prospettive
Dopo aumenti repentini c'è da attendersi una pausa di riflessione.
Le curve del periodo lasciano tuttavia presumere ulteriori aumenti, seppure meno marcati o anche qualche flessione, come accaduto nel 2023 nelle settimane fra fine giugno e inizio luglio.
Molto dipenderà dall'evolvere delle tensioni a livello mondiale e dall'andamento delle consegne.
I conti degli allevamenti stanno migliorando e invitano a spingere sulla produzione.
Un eccesso di offerta potrebbe modificare lo scenario attuale e innescare un'inversione di tendenza. Meglio tenerne conto.