Anche se negli ultimi anni, finalmente, sono stati attivati gli indennizzi per calamità naturali anche per il settore apistico, a volte gli aiuti non sono sufficienti o adeguati.

 

È il caso della Toscana, dove i risarcimenti per i danni della gelata primaverile del 2021 hanno coperto meno della metà delle richieste inviate dagli apicoltori.

 

A dirlo è la Cia Toscana, che ha rilevato l'incongruità tra i pagamenti e le domande di indennizzo.

 

Il 19 maggio scorso infatti è stato adottato il decreto di approvazione del piano di riparto del fondo nazionale per il risarcimento dei danni della gelata tardiva dell'aprile del 2021.

 

Un provvedimento che ha destinato 18,9 milioni di euro per gli indennizzi alle produzioni vegetali e 1,8 milioni di euro a quelle apistiche a fronte di una richiesta, da parte delle aziende, di 20,8 milioni per le coltivazioni e di 4,4 milioni per l'apicoltura.

 

Il divario tra le richieste e i pagamenti è quindi evidente, come rilevano dalla Confederazione agricoltori italiani della Toscana. 

 

Mentre per le produzioni vegetali è stato pagato un indennizzo superiore al 90% del valore dei danni denunciati, per il settore apistico è stato risarcito solo il 41% del valore dei danni.

 

Una disparità che Cia Toscana non ritiene adeguata soprattutto per un settore che negli ultimi anni sta vivendo periodi difficili dovuti ai cambiamenti climatici che comportano sempre più spesso perdite di produzione e spese di allevamento sempre maggiori.

 

Per questo il presidente della Cia Toscana Valentino Berni ha chiesto di integrare con nuove risorse la  dotazione finanziaria destinata all'apicoltura, in modo da ottenere un indennizzo omogeneo per tutti i comparti e capace di garantire a tutti un rimborso adeguato per il ristoro dei danni.

 

Una richiesta accompagnata anche da quella di accelerare il più possibile l'iter dei pagamenti.

 

Nel caso in questione infatti si tratta di eventi calamitosi avvenuti due anni fa, e garantire un aiuto alla liquidità alle aziende è fondamentale, soprattutto per quelle apistiche che tra l'altro quest'anno devono già fare i conti con la perdita di gran parte delle produzioni primaverili di miele, in particolare di quello di acacia.