Da molti anni gli allevatori della Pianura Padana devono fare i conti con i problemi derivanti con lo stress da caldo.

 

Indubbiamente i passi avanti compiuti in questo senso sono stati notevoli, ma da parte del mondo zootecnico vi è un impegno continuo per mettere a punto nuovi accorgimenti, sia sul fronte impiantistico, che su quello alimentare.


In questa scia si muove anche il Consorzio Agrario Terrepadane, attraverso il lavoro dei suoi tecnici: "Investire in impianti di raffrescamento - spiega Paola Michelotti, tecnico nutrizionista di Terrepadane - è una soluzione vincente, ma non sufficiente. Infatti, è necessario adottare alcune strategie alimentari per poter prevenire il manifestarsi di queste problematiche.

 

Innanzitutto, per massimizzare l'ingestione è buona norma distribuire la razione durante le ore più fresche della giornata e se possibile, suddividerla in due somministrazioni al giorno, avvicinando più volte nell'arco della giornata la miscelata in mangiatoia. In questo modo si migliorerà l'appetibilità della razione; non di meno è indispensabile lasciare sempre a disposizione acqua fresca, pulita e facilmente raggiungibile".


Molto importante ovviamente anche la tipologia di fibra che viene impiegata: "È buona norma - continua l'esperta - evitare fibra grossolana e prediligere fibra più giovane e digeribile ed eventualmente inserire fonti di fibra solubile (polpe di barbabietola e buccette di soia), in modo da mantenere buona la motilità del rumine.


Dal punto di vista energetico è di estrema importanza non alzare il livello di amidi della razione, ma è necessario inserire fonti energetiche concentrate, come grassi idrogenati o frazionati che oltre ad essere un'ottima fonte energetica aiutano a mantenere alto il valore del grasso nel latte, che notoriamente in condizioni di stress da caldo tende a diminuire".


Massima attenzione anche alla concentrazione degli zuccheri in razione, così come all'integrazione di macrominerali (bicarbonato di sodio che viene utilizzato come tampone ruminale per far fronte a fenomeni di acidosi ruminale e come fonte di sodio e potassio sotto forma di carbonato di potassio).


Ovviamente la situazione congiunturale non facile, impone una riflessione ancora più approfondita del solito, anche in termini di costi/benefici.


"In questo clima di crisi - aggiunge l'esperta - è fondamentale lavorare per obiettivi e mettere in atto una valutazione economica dell'intera gestione aziendale. La qualità dei foraggi aziendali costituisce un punto centrale. Inoltre, bisogna avere sotto controllo i costi di produzione e gli indici di efficienza alimentare, oltre che essere a conoscenza delle produzioni minime per la messa in asciutta o la riforma di una vacca. Senza dimenticare che per aumentare l'efficienza di una stalla è strettamente necessario massimizzare il benessere animale ed avere il giusto numero di capi in stalla evitando situazioni di sovraffollamento".