Una giornata proposta dalla rappresentanza della Slovenia, paese dalla grande tradizione apistica, alle Nazioni Unite e proclamata appunto il 20 maggio, giorno della nascita di Anton Janša, grande apicoltore e divulgatore tecnico sloveno del 1800.
E anche quest'anno la giornata del 20 maggio ha visto un gran fiorire di post sui social network, convegni e trasmissioni radiotelevisive, tra cui si può segnalare un lungo servizio del Tg2 Italia (con qualche luogo comune di troppo) con la partecipazione di Paola Bidin, vicepresidente Unaapi e socia di Conapi e di Marco Valentini della Biodiversity world association, intervistato nei suoi panni di apicoltore, l'intervento a Controradio di Duccio Pradella di Arpat, Associazione regionale produttori apistici toscani, quello di Raffaele Cirone presidente Fai ad Agorà su Rai3 e l'intervista a Geo di Paolo Fontana della Fondazione E. Mach, che ha focalizzato l'attenzione anche sulle altre migliaia di specie di api, e non solo su quelle mellifiche.
E non sono mancati ovviamente gli interventi istituzionali. La Fao da parte sua ha ricordato l'importanza delle api, mellifiche e non solo, e degli impollinatori in generale per la loro azione pronuba necessaria all'agricoltura e all'ambiente, mentre il ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio ha ricordato l'azione del governo che in legge di Bilancio ha autorizzato la spesa di 1 milione di euro sia per il 2019 che per il 2020 per la realizzazione di progetti per il sostegno della produzione apistica.
A livello europeo Paolo De Castro, agronomo vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, ha lanciato la sua proposta di realizzare un piano strutturale per l'apicoltura, con una Ocm miele che sia ancora più forte di quella attuale e di lavorare alla riforma della Pac per ottenere maggiori investimenti sia per la protezione delle api che per il sostegno agli apicoltori, compresa la lotta contro l'adulterazione del miele.
Adulterazioni su cui mette in guardia anche Coldiretti che segnala l'aumento del 18% delle importazioni di miele che lo scorso anno sono arrivate a oltre 27mila tonnellate di cui buona parte dalla Cina, spesso al centro di polemiche in quanto la sua legislazione prevede parametri in contrasto con quella europea e di fatto il prodotto che in Cina viene chiamato miele non potrebbe essere così definito da noi.
Una giornata che però, in molte parti d'Italia è stata una giornataccia, una delle tante di un maggio freddo e piovoso, troppo freddo e troppo piovoso, che sta mettendo in crisi non solo le produzioni, ma anche la stessa sopravvivenza di molti alveari.
Il mese che dovrebbe essere il più produttivo infatti si è trasformato in un momento critico, con gli alveari nella massima espansione e quindi con il picco di fabbisogno energetico, ma con le api impossibilitate a uscire a bottinare per il maltempo, cosa che ha portato al consumo della maggior parte delle scorte di miele portando le colonie al limite della morte per fame, costringendo spesso gli apicoltori a intervenire con la nutrizione di soccorso.
E per le aziende questo vuol dire mancata produzione e quindi un mancato guadagno, associata ad un aumento di costi: quello degli sciroppi per la nutrizione di soccorso. Insomma una giornataccia per le api mellifiche e chi gli sta dietro. Per le altre migliaia specie selvatiche chissà, speriamo meglio.