Innovazione tecnologica nelle stalle. E' questo il fulcro attorno al quale si sono articolate le quattro giornate che hanno visto protagonisti gli allevamenti in occasione delle Fiere internazionali di Cremona, dal 26 al 29 ottobre. Fra gli 811 marchi presenti negli stand che hanno affollato il quartiere fieristico cremonese, un ruolo di primo piano lo hanno avuto quelli che proponevano nuove soluzioni hi-tech.
Un interesse che trova conferma nelle analisi del Crea-Flc (il centro di ricerca sulle produzioni lattiero casearie di Lodi), presentate proprio in occasione della fiera di Cremona. Stando a queste analisi oltre l'80% degli allevatori è pronto ad introdurre nuove tecnologie in stalla. Una propensione che porterà nei prossimi anni ad un netto incremento dei sistemi hi-tech negli allevamenti, come ha affermato Andrea Galli, direttore del Crea-Flc.
Stalle hi-tech
Quali siano queste tecnologie che si apprestano ad entrare in stalla, e che in molti casi già sono presenti, lo si è visto proprio a Cremona. Fra queste continua ad esserci forte interesse verso i sistemi di mungitura robotizzati, oggi adottati solo dal 3,4% degli allevamenti, in genere di grandi dimensioni. Presto questo numero potrà aumentare con l'ingresso di soluzioni a postazione singola, che si adattano alle esigenze delle stalle più piccole.
Nuovi sistemi si stanno affacciando per l'automazione nella raccolta del latte, con la possibilità di selezionare il latte destinato alla trasformazione da quello alimentare. Un'opportunità resa possibile dai sistemi di rilevazione automatica di proteine e grasso del latte e dunque della sua attitudine alla caseificazione.
Si va poi affinando l'operatività e l'affidabilità delle tecnologie già d'uso corrente nelle stalle, come i sensori per rilevare il calore degli animali, il conteggio delle cellule somatiche del latte (indice della presenza di patologie della mammella), la somministrazione automatica di alimenti e integratori.
Verso il “bio”
Una corsa verso una maggiore efficienza delle stalle, con l'obiettivo di ridurre i costi di produzione oltre che migliorare quantità e qualità del latte. Lo impone un mercato sempre più volatile, con prezzi che per lunghi periodi non coprono nemmeno i costi. Così si guarda a nuove opportunità, come quelle offerte dalle produzioni biologiche. Anche di questo si è parlato a Cremona, partendo dalla constatazione che l'import di prodotti bio è cresciuto del 47% negli ultimi anni.
Segno che il consumo cresce più rapidamente rispetto alla produzione. In particolare per il latte biologico e i prodotti derivati si assiste ad una sensibile crescita della domanda. Lo ha evidenziato Alberto Menghi, del Crpa, il centro ricerche animali di Reggio Emilia, intervenendo ad uno dei molti convegni che si sono svolti a Cremona. Ma la produzione di latte bio non è stata al passo con l'aumento della domanda e oggi potrebbero aprirsi opportunità, da valutare comunque con attenzione, per chi volesse dedicarsi a questo settore.
Il Ttip non piace
In tema di mercati non poteva mancare in occasione della fiera di Cremona, un confronto sulle attese che gli operatori ripongono sul Ttip, il trattato commerciale fra Usa e Ue, del quale si discute da tempo senza trovare tuttavia un punto di mediazione che consenta di concludere un accordo operativo.
A questo tema è stato dedicato un incontro per presentare i dati emersi dalla ricerca presentata da Renato Mannheimer di Eumetra Monterosa e Luigi Pastorelli dello Schult’z Risk Centre. Ne è emerso che il 61% degli allevatori e agricoltori interpellati ritengono che il Ttip non apporterebbe nessun vantaggio.
Il suino garantito
Già da alcune edizioni la fiera di Cremona ha allargato il suo campo di interesse dal latte a tutti i settori della zootecnia, con particolare attenzione alla suinicoltura, alla quale è dedicato il salone “Italpig”. Qui è stato presentato il “Consorzio di Garanzia del Suino italiano”, che si propone di valorizzare il suino nato e allevato in Italia.
Un'iniziativa che ha saputo raccogliere il consenso di tutte le Organizzazioni professionali, Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri oltre che dell'Anas, l'associazione dei suinicoltori che fa capo ad Aia. Positivo poi il giudizio espresso dagli industriali delle carni raccolti in Assica. Ambiziosi gli obiettivi, con un marchio che caratterizzerà il nuovo ente di tutela e che certificherà la qualità dell’intero processo produttivo.
Leadership cremonese
Molti altri gli incontri, i convegni, i seminari e i work shop che hanno animato la tre giorni cremonese, al cui interno hanno trovato spazio iniziative tematiche come il Milk Village, il Bio Village e il Techno Village. Insieme alla presenza di 20 delegazioni di operatori stranieri e alla partecipazione di oltre 60mila visitatori, queste iniziative hanno contribuito nel collocare la fiera zootecnica di Cremona fra le tre più importanti manifestazioni mondiali dedicate a questo settore.
Una leadership confermata dalle parole del ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina che intervenendo a Cremona ha dichiarato “la volontà del Governo a lavorare insieme affinché questo contesto diventi sempre più internazionale grazie all'intreccio di nuove relazioni con l'Europa e col mondo”.
Il terremoto
Non poteva mancare un riferimento ai problemi che gli allevatori delle zone terremotate stanno affrontando in questi giorni.
A questo proposito il ministro Martina ha scelto l'occasione della fiera di Cremona per annunciare lo stanziamento di 31 milioni di euro a favore del settore zootecnico, attraverso l’utilizzo di 21 milioni di euro provenienti dall’ultimo intervento europeo per contrastare la crisi del latte e ulteriori 10 milioni di risorse nazionali.
02 novembre 2016 Zootecnia