Il confronto con le esperienze portate dai vari centri europei ha fatto emergere alcune delle peculiarità del Crpa: innanzi tutto l'essere una partecipata pubblica ma senza finanziamenti diretti, condizione che lo rende indipendente dalle logiche di profitto, ma che l'ha sempre obbligato a confrontarsi con il mercato, perché la capacità di raccogliere i bisogni degli agricoltori proponendo innovazione è sempre stata lo strumento per avere quella credibilità e le competenze necessarie per accedere con propri progetti ai finanziamenti regionali, nazionali e internazionali, e per essere partner in ricerche di altri entri o di privati.Una caratteristica che rende il Crpa, come evidenziato da Egizio Valceschini, special adviser per gli Affari europei all'Inra francese nella sua valutazione sull'adeguatezza del Crpa nel contesto della ricerca applicata europea, già pronto a ragionare nell'ottica di Horizon 2020 e dei Pei-Agri. Occorrerà però sviluppare una capacità di programmazione a media e lunga scadenza per cogliere appieno, per il Crpa ma anche per l'agricoltura e la zootecnia italiane, le opportunità offerte.
Per celebrare i suoi primi 40 anni, il Crpa ha pubblicato Quarantanni – La storia, i protagonisti, i fatti, un libro (scaricabile a partire dai prossimi giorni dal sito) che è un viaggio in tanti anni di lavoro visto attraverso il contributo dato all'evoluzione dell'agricoltura e della filiera agroalimentare dell'Emilia-Romagna. Si scopre così che il Crpa ha contribuito al progresso dell'agricoltura, della sensibilità ecologica e dell'etica del benessere animale, spesso precorrendo i tempi e andando anche controcorrente, come quando negli anni '70 studiava già le caseine del latte per una valutazione qualitativa dell'attitudine della materia prima alla trasformazione in Parmigiano-Reggiano, che ha contribuito nel tempo a rivedere le scelte genetiche degli allevatori e a capire e migliorare i processi di caseificazione del formaggio.
L'obiettivo del Crpa è sempre stato il miglioramento della qualità delle materie prime e dei prodotti trasformati, con la valorizzazione dei sottoprodotti per rendere l'agricoltura moderna, economicamente remunerativa, sostenibile e capace di valorizzare le produzioni del territorio di origine. Questo il ruolo chiesto oggi all'agricoltura e proprio in questo sta la quarantennale modernità del Crpa, che dal 1972 ad oggi ha realizzato 1.500 progetti grazie alla professionalità di 1.330 tra dipendenti e collaboratori, pubblicato più di 2.000 tra articoli e opuscoli tecnici e oltre 200 tra libri ed e-book e realizzato oltre 450 tra convegni e incontri tecnici.
La Regione ha confermato la propria adesione convinta all'approccio indicato dalla Commissione europea, l'intenzione di sostenere la gestione regionale dei gruppi operativi del Pei-Agri e di valorizzare quanto fatto finora. Ciò anche al fine di rendere possibile la partecipazione delle strutture più adeguate del sistema a partenariati per i progetti di ricerca all'interno di Horizon 2020. Oltre al workshop del mattino, per i suoi festeggiamenti il Crpa ha organizzato un incontro - al quale ha partecipato l'assessore all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna Tiberio Rabboni - per riunire tutti coloro che hanno contribuito a farlo progredire lavorando nella struttura o collaborando alla realizzazione delle ricerche.
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