È Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia, a tirare le fila dei quattro giorni che hanno riunito a Bra i maggiori rappresentanti del mondo caseario da tutto il mondo. "Ogni formaggio racchiude in sé mestieri, economie, filiere produttive articolate. Si va dal pascolo all’affinamento, dalla produzione alla ristorazione.  L’abbiamo visto, l’abbiamo toccato con mano in questi giorni". Tutto esaurito ai Master of food e alle attività di educazione per le famiglie, alle degustazioni e alle molte conferenze. Cortile gremito al Caffè letterario, dove tra una birra fatta in casa e la presentazione delle novità editoriali, si è discusso, chiacchierato, riso e assaggiato. Soddisfatti gli espositori nel mercato, che non hanno "mai visto così tanta gente interessata fin dal venerdì".

Si stimano in circa 250.000 visitatori italiani e stranieri dell’edizione di Cheese più colorata e soleggiata di sempre, a testimoniare che "sono molti i casari, i pastori e i rivenditori che si battono per un prodotto sano e per rilanciare il settore lattiero caseario, simbolo della nostra economia", continua Burdese. Molte le curiosità arrivate a Bra da tutto il mondo, dal latte di cammello dei pastori Karrayyu dell’Etiopia ai formaggi a latte crudo sudafricani, davvero per tutti i gusti. Come da tradizione le Cucine di strada sono state prese d’assalto e molti visitatori hanno aderito al progetto Salva un formaggio!, portando 250 formaggi e colorando gli spazi dedicati ai prodotti dell’Arca del Gusto.

Ma proprio visto il successo di pubblico e l’interesse mostrato in questi giorni, "dovremmo continuare a parlare di questi temi anche lontano dalle fiere, dagli scandali e dalla televisione. Dobbiamo cominciare a investire e favorire mestieri come l’agricoltore, l’affinatore e il pastore, invece di ostacolarli in ogni modo. Cerchiamo di collaborare per cambiare davvero le cose e ridare ai mestieri del latte la dignità che si meritano", conclude Burdese.