La realizzazione di piccoli impianti di biogas in Trentino, i vantaggi e gli svantaggi delle proposte oggi sul mercato e gli accorgimenti possibili per migliorare l’efficienza del processo biologico e rendere le strutture più sostenibili dal punto di vista energetico ed economico, sono stati al centro dell’incontro del progetto Biomaster che si è svolto ieri a San Michele all’Adige e che ha riunito attorno ad un tavolo imprenditori agricoli, funzionari pubblici, amministratori locali e tecnici del settore.

Si è trattato del quinto incontro della rete locale del progetto europeo Biomaster, a cui partecipa la Fondazione Edmund Mach in qualità di partner, ma anche di coordinatore del sito trentino. Finanziato dal programma Intelligent Energy Europe e coordinato dall’Istituto di Studi per l'integrazione dei sistemi di Roma, il progetto coinvolge, oltre all’Italia, anche Svezia, Regno Unito, Austria e Polonia. Si propone di promuovere l’impiego del biometano ottenuto dal trattamento delle biomasse di scarto e di rifiuto per l’immissione nella rete del gas naturale e per l’utilizzo nei mezzi di trasporto.

L’incontro ha avuto l'intento di favorire lo scambio di informazioni e di conoscenze tra tutti gli attori coinvolti e di individuare soluzioni idonee per una gestione migliore degli effluenti zootecnici nel territorio trentino di montagna. Significativa l’esperienza diretta riportata dagli allevatori che hanno già realizzato un impianto, così come la discussione sugli aspetti finanziari, determinanti per l’avvio delle iniziative, che sarà oggetto di approfondimento del prossimo incontro.