Il Parlamento europeo accoglie con favore la possibilità di correggere il contenuto proteico del latte. Chiede però che i risparmi generati dalla riduzione del prezzo d'intervento restino al settore. Contrario all'abolizione del regime d'ammasso privato per crema e latte in polvere, propone l'aumento dell'aiuto alla distribuzione del latte nelle scuole. Auspica maggiore chiarezza nell'etichettatura. Attualmente non è consentito correggere il contenuto proteico del latte portandolo a un livello standard: il contenuto proteico naturale del latte raccolto deve essere mantenuto nel latte conservato. Il contenuto proteico naturale del latte in polvere è compreso fra il 31% e il 37%. L’industria lattiero-casearia europea e gli esportatori di latte in polvere e di latte condensato chiedono da tempo che la normativa comunitaria sul tenore proteico di tali prodotti venga adeguata agli standard internazionali (Codex). Secondo la Commissione, la proposta di autorizzare la standardizzazione del tenore proteico minimo al 34% espresso in materia secca sgrassata consente ai produttori europei di entrare in concorrenza con i produttori extracomunitari alle stesse condizioni. Questi, infatti, possono già ora produrre secondo le norme del Codex, godendo pertanto di un vantaggio economico. La relazione di Elisabeth Jeggle (PPE/DE, DE) approva senza modifiche la proposta della Commissione. Un'altra proposta recante modifica del regolamento (CE) n. 1255/1999 relativo all'Ocm nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari contiene numerose proposte. La Commissione propone la riduzione del prezzo di intervento del latte scremato in polvere (sulla base di una standardizzazione del tenore proteico al 34%), l'introduzione di un unico tasso di aiuto per il latte distribuito nelle scuole e l'abolizione della soglia di attivazione dell’intervento per il burro.
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