Il Consiglio e il Parlamento dell'Unione Europea raggiungono un accordo per contrastare le pratiche commerciali sleali transfrontaliere nel settore agroalimentare. Intanto l'aula di Strasburgo affronta il primo passaggio parlamentare del Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 e la proposta della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, di modificare il documento presentato lo scorso luglio, anche con alcune concessioni alle richieste del Parlamento Ue, consente di avviare il negoziato dall'esito peraltro non scontato.

 

Pratiche commerciali sleali, verso approvazione del Regolamento

Il 12 novembre 2025 il Consiglio Ue ed il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio su un Regolamento concernente nuove norme volte a contrastare le pratiche commerciali sleali transfrontaliere nella filiera agricola e alimentare.

 

Il Regolamento mira a migliorare la cooperazione tra le autorità dell'Ue responsabili dell'applicazione delle norme sulle pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare e rientra negli sforzi dell'Ue per sostenere la posizione degli agricoltori nella filiera. L'accordo provvisorio sarà ora approvato dal Consiglio e dal Parlamento prima di essere adottato formalmente.

 

"Sono lieto che abbiamo raggiunto un compromesso con il Parlamento Europeo sulla proposta relativa alle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare in relazione alla cooperazione tra le autorità degli Stati membri. Ciò non modifica la Direttiva sulle Pratiche Commerciali Sleali, ma garantirà una cooperazione più fluida tra gli Stati membri in materia di applicazione, senza aggiungere inutili oneri burocratici al settore agroalimentare" ha dichiarato Jacob Jensen, ministro danese per l'Alimentazione, l'Agricoltura e la Pesca e presidente di turno del Consiglio Agricolo.

 

Elementi principali dell'accordo

L'accordo stabilisce un insieme completo di norme per la cooperazione transfrontaliera contro le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese all'interno della filiera agricola e alimentare. Migliora la cooperazione transnazionale nei casi in cui fornitori e acquirenti si trovino in Stati membri diversi.

 

Il Regolamento introduce un meccanismo di mutua assistenza, che consentirebbe alle autorità nazionali preposte all'applicazione della legge di chiedere e scambiare informazioni o di collaborare alle indagini relative alle pratiche commerciali sleali. Consentirà inoltre loro di coordinare le azioni di contrasto e di notificare agli altri Stati membri le decisioni relative alle pratiche commerciali sleali.

 

Inoltre, il nuovo atto legislativo introduce norme sulla copertura dei costi nei casi di assistenza reciproca, sulla protezione dei dati e sulla riservatezza delle informazioni per garantire che i fornitori rimangano al sicuro da ritorsioni.

 

La normativa istituisce inoltre un meccanismo di azione coordinata nei casi di pratiche commerciali sleali transfrontaliere su larga scala che coinvolgano almeno tre Paesi dell'Ue. In tali casi, uno Stato membro verrebbe designato per coordinare la risposta.

 

Il Regolamento contiene norme per la cooperazione tra gli Stati membri nei casi di pratiche commerciali sleali da parte di acquirenti extra Ue, al fine di tutelare meglio gli agricoltori europei.

 

La Direttiva del 2019

Nel 2019 è entrata in vigore la Direttiva sulla lotta alle pratiche commerciali sleali, volta ad affrontare gli squilibri nel potere contrattuale tra fornitori e acquirenti di prodotti agricoli. In particolare, il suo obiettivo è tutelare gli agricoltori nei confronti del potere commerciale della grande distribuzione organizzata e delle grandi aziende di trasformazione alimentare.

 

Sulla base dell'esperienza maturata da allora, la Commissione ha ritenuto che fosse necessario affrontare la dimensione transfrontaliera delle pratiche commerciali sleali. Infatti, in media, circa il 20% dei prodotti agricoli e alimentari consumati in uno Stato membro dell'Ue proviene da un altro Stato membro.

 

La Commissione ha pubblicato la sua proposta nel dicembre 2024, nell'ambito degli sforzi dell'Ue per migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera agroalimentare. Le norme proposte riflettono inoltre direttamente diverse raccomandazioni del Dialogo Strategico sul Futuro dell'Agricoltura dell'Ue e rispondono ad alcune delle sfide più urgenti che il settore agricolo si trova ad affrontare.

 

Sul budget post 2027 si tratta, ma nulla è scontato

Sempre il 12 novembre scorso si è tenuto nell'aula dell'europarlamento di Strasburgo il dibattito sul Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 proposto dalla Commissione Ue con alcune modifiche al testo originario, come già ripreso da AgroNotizie®. L'esito del dibattito consente l'avvio di un negoziato, al momento quindi il Parlamento non voterà per respingere la proposta della Commissione, ma avvierà il negoziato con il Consiglio Ue.

 

Tra le modifiche proposte, quelle riguardanti la Pac sono piuttosto fragili, ma per i parlamentari possono rappresentare un punto di partenza per una trattativa. La concessione di un 10% ad un generico "obiettivo rurale" dei Piani Nazionali sul Fondo Unico, una cifra di difficile quantificazione che si affiancherebbe ai 300 miliardi di euro per l'agricoltura ed ai 5 miliardi per la pesca, non soddisfa ancora la maggioranza dei parlamentari dell'Eurocamera. Resta un taglio della Pac a valori correnti di almeno 10% (stima Confagricoltura), scompaiono Primo e Secondo Pilastro, le regioni restano senza alcun potere, tranne la possibilità di aprire una trattativa diretta con la Commissione nel caso si sentano prevaricate dai governi nazionali nella gestione delle politiche agricole.

 

Insomma, modifiche di facciata che però aprono una breccia nel monolite inizialmente proposto da Bruxelles. Secondo i correlatori al bilancio Ue, il popolare rumeno Siegfried Muresan e la socialista portoghese Carla Tavares, il finale non è scontato. Muresan, a margine del dibattito ha affermato: "Le principali richieste del Parlamento, ossia il mantenere inalterate le politiche di coesione e le politiche agricole sono state soddisfatte" salvo poi ammettere "La nostra intenzione è di essere interamente soddisfatti al termine dell'iter di approvazione del Qfp". La Tavares ha invece messo in luce come "Le proposte non sono perfette, ma sono un progresso".

 

La possibilità che il compromesso sul bilancio possa essere approvato dal Parlamento passa tutta da quanta duttilità sarà ancora in grado di mostrare la presidente della Commissione Ursula von der Leyen rispetto alla proposta originaria e a quale sarà la reale disponibilità del Consiglio Ue di venire incontro alle richieste del Parlamento. In ultima analisi, per ora lo scontro è stato evitato, ma potrebbe trattarsi solo di un rinvio: a negoziato concluso il Parlamento Europeo può ancora dire no alla proposta di compromesso e rispedire il progetto di Qfp nelle mani della Commissione, che non potrebbe fare a meno di prendere atto della necessità di cambiare decisamente le carte in tavola.