Con l'inizio del 2019 riprendono le polemiche della politica, e fra le diatribe su Tav, trivelle, vaccini obbligatori e salvataggi bancari, non poteva mancare quella sulla "canapa per uso ricreativo". Al di là delle discussioni puramente ideologiche, che non interessano il professionista o l'imprenditore agricolo, è evidente che il dibattito politico potrebbe alterare ancora lo scenario, già di per sé complesso, della canapicoltura. Come in altre occasioni, (si veda La "Cannabis light", opportunità di reddito per l'agricoltura italiana) abbiamo ritenuto doveroso chiedere un parere in merito al dottor Gianpaolo Grassi, primo ricercatore dal 2002 del Centro di ricerca sulla canapa di Rovigo e membro del comitato scientifico di Federcanapa.

Successivamente all'entrata in vigore della legge n 242/2016 (Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa), abbiamo assistito ad una crescente diffusione di negozi nei quali si vendono prodotti derivati da fiori di canapa, provenienti nella maggior parte dalla Svizzera e la Spagna. I canapicoltori italiani non hanno colto l'opportunità di mercato o c'è altro nascosto?
"In tutta Europa sono ammesse alla coltivazione solo le decine di varietà inserite nella lista europea. La Svizzera non fa parte della Eu perciò le sue varietà da noi sono fuori legge. Per i derivati di queste varietà non è ben chiaro, infatti hanno invaso il mercato nazionale perché più ricche di principi attivi come cannabinoidi e terpeni. Con la pronuncia più recente della Cassazione, è stato deciso che solo i prodotti della canapa che contengono meno dello 0,2% di THC possono essere commercializzabili. Quelli svizzeri e gran parte dei prodotti ottenuti da piante femminizzate non rispettano questo limite, perciò ci dovrebbe essere un blocco dell'importazione dalla Svizzera e dalla Spagna e di tutti i prodotti che non rispettano il limite dello 0,2% di THC".

Che varietà si possono coltivare in Italia senza pericolo di incorrere in sanzioni?
"La legge 309/90 e la 242/2016 stabiliscono senza incertezze e dubbi che solo le varietà che sono state certificate in Europa e che rispettano lo 0,2% di THC come valore massimo, sono utilizzabili senza alcuna preliminare autorizzazione. Tutte le altre fanno scattare il sequestro e il procedimento penale derivato dagli articoli della Legge 309/90 (Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza)".

Che lavoro svolge il Crea nella ricerca delle varietà di canapa da fiore?
"Nel laboratori del Crea lavoriamo su una base genetica costituita da 300 genotipi, ma non avendo alcun programma finanziato dal Mipaaft sullo sviluppo di nuove varietà, non stiamo lavorando ufficialmente su particolari tipi. Infatti, abbiamo almeno quattro varietà già registrate disponibili, ma che non vengono cedute alle aziende sementiere. L'anno prossimo se ne libereranno altre tre e perciò pare inutile puntare a nuove varietà di canapa, quando le esistenti sono conservate nei cassetti del nostro laboratorio. Mancherebbero varietà specificatamente adatte alla produzione di fiori, ma i nostri dirigenti hanno chiaramente dimostrato che non intendono far nulla in questo settore, perché negli ultimi bandi in cui sono state proposte le varietà disponibili, hanno espressamente indicato che non sarebbe stato consentito destinare le varietà del Crea alla produzione di fiori".
 
Variante di colore del fiore di canapa
Foto 1: Variante di colore del fiore di canapa associata alla produzione di livelli elevati di antociani e flavonoidi nei pistilli.
Foto gentilmente fornita da Gianpaolo Grassi
 

Conclusioni

Esiste un mercato legale per i fiori di canapa - prodotti alimentari, cosmesi, vivaismo ornamentale - esplicitamente definito dalle leggi citate precedentemente e ribadito dalle recenti sentenze della cassazione (si veda l'analisi giuridica di C. De Robbio, M.C. David, e R.BulgariniLa vendita di cannabis light diventa illecita? Contrasto interpretativo in Corte di Cassazione). Gli estratti venduti nei "cannabis shop", perlopiù importati dalla Svizzera e dalla Spagna, possono essere talvolta illegali in Italia, se contengono più dello 0,2% di THC. Per ora un mercato perso per l'agricoltura nazionale, per causa di una concorrenza sleale che, ci auguriamo tutti, venga regolamentata in un modo o nell'altro dalle autorità.
 
Colorazione foglie mature di canapa indotta dall'abbassamento delle temperature
Foto 3: Colorazione delle foglie mature di canapa indotta dall'abbassamento delle temperature. Carattere interessante per piante ad uso ornamentale.
Foto gentilmente fornita da Gianpaolo Grassi

In definitiva, allo stato attuale delle cose, l'agricoltore italiano può tranquillamente coltivare canapa da fibra o da semi alimentari delle varietà espressamente autorizzate. Ciò non toglie che non possa anche valorizzare i fiori, per esempio per aromatizzare birre artigianali, sempre nel rispetto del limite stabilito di THC. E' con questo spirito che AgroNotizie partecipa come media partner del corso professionale Canapa light: coltivazione, lavorazione e utilizzo, organizzato da Silvio Fritegotto, che si terrà al Best Western Hotel Cristallo di Rovigo, il prossimo 4 febbraio. I docenti saranno Gianpaolo Grassi del Crea, l'Autore del presente articolo e Cristiano Spadoni di AgroNotizie-Image Line.