La produzione di uva da tavola nel mondo è di circa 180 milioni di quintali (ultimi dati disponibili: Oiv). I Paesi asiatici con il 50 % sono i maggiori produttori, mentre la Cina è leader mondiale. Tra i  produttori di uva per il consumo fresco si contano i Paesi mediterranei (Turchia, Italia, Spagna, Grecia) e non solo (Cile, Stati Uniti, Sud Africa). Tra le nuove realtà vi è l'Egitto, favorito dalle condizioni climatiche ottimali per l'ottenimento di produzioni di varietà precoci di uve apirene.

I maggiori quantitativi di uva fresca destinati ai mercati internazionali provengono dal Cile e dall'Italia. Insieme, questi due Paesi contribuiscono con il 45% delle esportazioni mondiali.

La produzione di uva da tavola italiana rappresenta la punta di diamante dell'esportazione di frutta italiana nel mondo. La produzione media nazionale è di circa 14 milioni di quintali di uva, di cui il 70% è prodotto in Puglia. Minori quantitativi si ottengono in Sicilia, coste ioniche della Basilicata, Abruzzo e Lazio.

Particolare interesse ha questa coltura in Sardegna: con la modernizzazione della coltivazione si sta ottenendo l'autonomia produttiva regionale, con l'obiettivo di assecondare le richieste di frutta del notevole afflusso turistico estivo.

Nei mesi di aprile e maggio vi è poca disponibilità di uva fresca sui mercati internazionali, per cui produrre in questo periodo è molto conveniente. Le zone di produzione di uva da tavola della Sicilia orientale, rispetto a tutti i Paesi che si affacciano sul mar Mediterraneo, avevano il primato di far maturare prima le uve di Matilde, Cardinal e Victoria. Negli ultimi anni, alcuni Paesi del nord Africa, tra cui l'Egitto, anche grazie a finanziamenti internazionali, hanno impiantato nuovi vigneti con cultivar esclusivamente apirene, ottenendo produzioni con periodi di maturazione anticipati rispetto alla Sicilia. La vite per uva da tavola è coltivata soltanto nelle regioni dell'Italia centro-meridionale, caratterizzate da clima caldo-arido, con inverni miti e con precipitazioni per lo più invernali che non superano 500-600 mm. Le temperature invernali raramente scendono sotto 0°C.

 

1 - Terreno e clima per la vite da uva da tavola

 

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Alcune zone del Sud-Est di Bari sono costituite da suolo con presenza di roccia di origine calcarea, che deve essere demolita con potenti martelli pneumatici per permettere successivamente il passaggio della frangipietre 

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 Nella foto, come si presenta il terreno dopo il passaggio della frangipietre 

L'impiego di questa attrezzatura è necessaria perché in alcune zone di coltivazione dell'uva da tavola il suolo è costituito in parte da roccia calcarea.
La prima fase è la scelta della zona: in prossimità delle coste marittime, caratterizzate da clima mite, per coltivare ed ottenere produzioni precoci (da maggio a luglio), in zone più interne per le varietà a maturazione media e tardiva (produzioni da agosto a dicembre).
La fase successiva è la scelta e sistemazione del terreno con le lavorazioni meccaniche. 

 

2 - Impianto di vigneti e forme di allevamento

 

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Nella foto, nuovo impianto a 'tendone' per la produzione di uva da tavola

Dopo la sistemazione del terreno si procede alla realizzazione del vigneto
Fin dalle prime fasi di sviluppo, la vite ha necessità di appoggi per sostenere il fusto e permettere l'accrescimento verticale.
La struttura è realizzata con 1.600 pali di sostegno per le piante in cemento precompresso alti 3 metri e distanziati nelle due direzioni di 2,5 metri. Alla sommità dei pali sono visibili i copripali in polietilene nero su cui saranno appoggiati i teli in plastica o le reti antigrandine. La struttura perimetrale è costituita da traversine in ferro collegate da corda in acciaio.
L'impianto sarà completato con un sistema di microirrigazione per la nutrizione idrica e minerale delle viti e con la copertura con reti antigrandine.

 

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Nuovo impianto di vigneto con la forma di allevamento a ipslon,
indicata particolarmente per le uve apirene. Si nota, in alto della struttura,
l'assenza di vegetazione e l'elevata luminosità

 

3 - Innesto ed allevamento delle piante

 

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A sinistra, viticoltore prepara pezzi di sarmenti di viti della varietà europea
per eseguire l'innesto sul tronco delle barbatelle americane resistenti alla Fillossera,
insetto terricolo dannoso per la vite.
A destra, un viticoltore cura le giovani piantine innestate.

Le viti utilizzate per la produzione di uva sono composte dall'apparato radicale provenienti da viti americane e dalla varietà da coltivare che costituirà il tronco e l'apparato vegeto-produttivo della pianta. La viticoltura europea nel 1863 subì notevoli danni con la comparsa della Phylloxera, insetto dannoso importato dall'America, che si nutriva delle radici della vite europea e ne provocava la morte. Fu necessario individuare mezzi di lotta efficaci per neutralizzare gli attacchi dell'afide. 

Siccome la lotta chimica attuata nel terreno si dimostrò inefficace, lo studioso francese Gustave Foëx di Montpellier risolse il problema innestando i vitigni europei (allora non vi erano distinzioni tra le varietà di uva da tavola e da vino) su specie selvatiche americane, il cui apparato radicale non veniva attaccato dalla Phylloxera.
Fu il primo esempio di lotta biologica senza l'uso di sostanze chimiche. Iniziò anche l'attività vivaistica, con aziende specializzate per la produzione di piante selvatiche americane o innestate con le varietà scelte dal viticoltore. 
Con il risveglio vegetativo, la prima operazione da eseguire è la scelta del germoglio più robusto e meglio posizionato che andrà a formare il fusto della pianta. Gli altri germogli verranno eliminati per consentire a quello rimasto di svilupparsi meglio. La piantina verrà legata al tutore di sostegno e periodicamente il viticoltore effettuerà altre legature e cimature della pianta.

 

4 - Costi medi in euro per preparare un ettaro di terreno

• Su suolo roccioso: 38.000 euro (compreso struttura a tendone e vigneto in produzione)
• Su terreno agrario: 22.000 euro (compreso struttura a tendone e vigneto in produzione)

 

Costi colturali in euro per produrre uva su un ettaro di vigneto

• Vigneto coperto con plastica per anticipare la maturazione: 19.000 euro
• Vigneto coperto con plastica per ritardare la raccolta: 23.000 euro
• Vigneto coperto con reti: 17.000 euro

 

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Viti ad uva da tavola al secondo anno di produzione della varietà Princess senza semi,
costituita in California

Si nota l'uniformità di sviluppo dei grappoli, degli acini, della colorazione e la mancanza di imperfezioni. L'ottenimento di questa straordinaria qualità si ha soltanto nelle zone vocate, tradizionalmente dedicate a questa coltura con l'impiego di manodopera specializzata, mezzi e tecniche colturali specifici.

 

5 - Offerta di uva italiana

 

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Alcune delle cultivar prodotte in Italia

 

Le varietà più diffuse sono quelle che meglio esprimono le loro potenzialità produttive, di presentabilità e conservabilità dell'uva sulla pianta e in frigoconservazione e da cui si ottengono i maggiori ricavi netti. 
La cultivar Italia rimane da molti decenni la preferita dai viticoltori, in quanto esprime la massima affidabilità. Tra le altre cultivar la Victoria, Black Magic, Red Globe, Sugraone seedless, Michele Palieri e Crimson seedless

Disponibilità di uva italiana: dal 20 maggio alla fine di dicembre (220 giorni)

• Cultivar precoci, coperte con plastica per anticipare la maturazione:
Dal 20 maggio al 30 agosto : Sublima seedless – Sugraone seedless – Thompson seedless – Black Magic - Matilde - Cardinal - Incrocio 2 - Michele Palieri - Victoria - Italia - Red Globe - Crimson seedless  

• Cultivar protette con reti: senza variare il periodo di maturazione:
Dal 1 agosto: Michele Palieri – Victoria - Italia - Red Globe - Regal seedless – Autumn Royal 

• Cultivar tardive coperte con plastica per ritardare la raccolta:
Fino alla fine di dicembre: Michele Palieri - Victoria - Italia - Red Globe - Crimson seedless - Regal seedless

 

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Straordinari grappoli della cultivar Victoria bianca con semi

 

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Grappoli di Black Magic nera con semi 

 

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Vigneto della cultivar Italia bianca con semi con aroma di moscato

 

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Bacca priva di semi della varietà nera Sugrathirteen (Midnight Beauty®),
una varietà precocissima molto interessante. In Puglia, in serra coperta riscaldata
matura perfettamente il 7 giugno, coperta con reti il 20 luglio

 

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Bacche senza semi della varietà Sugraone

Tra le numerose varietà apirene sperimentate negli ultimi decenni, è l'unica che si è affermata, dopo numerosi tentativi per aumentare la sua produttività. Le richieste di uve senza semi sono in aumento. In Italia, la quota di coltivazione delle uve apirene aumenterà soltanto quando si constaterà la convenienza economica alla loro coltivazione: maggiori rese unitarie, minori costi di produzione, prezzi più elevati rispetto alle uve con semi.

 

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Mario Colapietra con una vite di Sugraone molto produttiva

Questa varietà produce poco, ma se viene coltivata in ambienti pedoclimatici e in spazi ottimali, può aumentare notevolmente la produzione, raggiungendo anche i 300 quintali ad ettaro. La vite nella foto ha prodotto 130 chili di uva.

 

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Grappoli della varietà senza semi Regal

 

E' una : in due anni sono stati realizzati circa 300 ettari di nuovi impianti. Produce frequentemnovità per i vigneti italianiente anche 300 quintali di uva ad ettaro di buona qualità. Il periodo di maturazione è ottimale per la commercializzazione, in quanto l'offerta italiana di uva da tavola senza semi è carente durante i mesi di ottobre e novembre.

 

6 - Caratteristiche di qualità che devono avere le uve da tavola

• Aspetto attraente, grappoli e bacche di grandi dimensioni, colore brillante, consistenza della polpa, aderenza al pedicello, grappolo spargolo con tendenza a non formare bacche di ridotte dimensioni, pezzatura uniforme degli acini;
• Profumi, presenza dell'aroma di 'moscato' nelle uve senza semi;
• Resistenza alla stress idrico, alla salinità, malattie fungine, virus, insetti, resistenza alla conservazione in celle frigorifero e ai trasporti;
• Adattamento alla copertura con plastica per anticipare la maturazione e resistenza alla conservazione sulla pianta per ritardare la raccolta.

 

7 - Diffusione in Italia (%) delle varietà ad uva da tavola e quantitativi prodotti: con semi (84%) senza semi (16 %). Stime Colapietra 

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8 – Viticoltura regionale e protezione delle strutture con film plastici o reti per anticipare o ritardare la maturazione e la raccolta dell'uva da tavola

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Vigneti in Puglia, allevati a tendone e protetti con film di plastica

 

Tra le tecniche colturale adottate per l'uva da tavola, la protezione dei vigneti con materiali di plastica e reti antigrandine è quella che si è sviluppata maggiormente nell'ultimo ventennio.

Interessa gran parte delle superfici coltivate ad uva da tavola. Le maggiori estensioni si hanno nelle zone litoranee della Puglia, della Sicilia, Abruzzo e Basilicata.

Tra i motivi che obbligano i viticoltori ad effettuare la copertura, vi è la protezione dell'uva dalle avversità atmosferiche e il maggior ricavo ottenuto con la vendita dell'uva prodotta in anticipo o in ritardo. Entrambe le tecniche sono da considerarsi estremamente positive perché permettono di dilazionare l'offerta di uva dalla metà di maggio fino a dicembre, dimuendo la concentrazione dell'offerta nei mesi di agosto e settembre, che causa la riduzione dei prezzi e del reddito per il produttore.

La copertura si realizza rivestendo la struttura portante del vigneto con teli di plastica. Con la coltura protetta si realizza un microclima più caldo all'interno della serra rispetto all'esterno, favorendo la maturazione anticipata dell'uva o la sua conservazione sulla pianta.

 

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Sicilia, provincia di Catania - Serre con strutture metalliche senza riscaldamento,
per la produzione di uva da tavola a maturazione precoce

 

In Sicilia, le zone geografiche interessate alla coltivazione dell'uva da tavola ad Indicazione Geografica Tipica è l'Igp di Mazzarrone, diffusa nelle province di Catania e di Ragusa in un'area che comprende i comuni di Caltagirone, Licodia, Eubea e Mazzarrone (provincia di Catania) e i comuni di Acate, Vittoria, Chiaramonte, Gulfi e Comiso (provincia di Ragusa).

La seconda area produttiva è l'Igp Canicattì, che ha come centro di riferimento Canicattì e comprende una ventina di Comuni appartenenti alle province di Caltanissetta ed Agrigento. Nell'area di Canicattì i terreni sono prevalentemente collinari e sciolti con elevata dotazione in calcare dove la cultivar Italia esprime le migliori caratteristiche di qualità, mentre il territorio costiero dell'Igp Mazzarrone è caratterizzato da clima mite e da terreni molto sabbiosi, ottimali per la produzione di uva precoce delle cultivar Black Magic, Victoria, Sugraone seedless, Matilde e Cardinal.

Le varietà più diffuse sono con semi: l'Italia bianca e Red Globe rosa. Dopo la Puglia, la Sicilia è la seconda regione produttrice di uva da tavola con circa 3 milioni di quintali.

 

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Giuseppe Guastella di Mazzarrone,
il primo in Italia a raccogliere uva delle varietà Victoria e Black Magic

 

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Nardò (Lecce), Serra riscaldata per anticipare la maturazione della Victoria e
Alessandro Cordella dell'azienda Salvatore Rizzo

La Puglia riduce a circa 20 giorni la differenza nei tempi di maturazione delle varietà precoci rispetto alle uve siciliane. Quest'anno, già dal 6 giugno è iniziata a Nardò in provincia di Lecce, la raccolta di uva da tavola della varietà Black Magic, ben matura, con colorazione intensa ed uniforme, ottenuta in serra riscalda. Senza riscaldamento il ritardo di maturazione è stato di 10 giorni.

La zona è caratterizzata da clima mite e assenza di venti freddi ed è particolarmente favorevole alla produzione di uva da tavola a maturazione precoce.

La viticoltura per la produzione di uva da tavola in Sardegna è estesa su una superficie di 1.400 ettari con una produzione di 110.000 q. Rappresenta un nuovo comparto della frutticoltura regionale.

Progetti specifici finanziati dalla regione autonoma della Sardegna ed attuati in collaborazione con il dottor Mario Colapietra dell'Istituto sperimentale per la viticoltura sono stati finalizzati a produrre uva da tavola di qualità necessaria alle esigenze regionali e al notevole flusso turistico estivo.

La diffusione dei nuovi impianti con nuove cultivar ha contribuito a migliorare lo standard qualitativo delle produzioni e ad ampliare il periodo di raccolta. La moderna coltivazione di uva da tavola in Sardegna è attuata tra i comuni di Quartu Sant'Elena, Maracalagonis, Quartucciu, Sinnai, Pula e Capoterra.

 

 9 - Diradamento delle bacche e dei grappoli 

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A sinistra, grappolo della varietà Black Magic con acini piccoli da eliminare.
A destra: come si presenta il grappolo alla maturazione,
privo totalmente di acini piccoli

 

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Asportazione degli acini piccoli dai grappoli (diradamento degli acini)
lasciando soltanto quelli più grandi

 

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Nella foto gli operai eliminano dalle piante i grappoli malformati
e gli acini piccoli in ritardo di sviluppo
dai circa 30.000 grappoli presenti su un ettaro di vigneto e alcune foglie

 

Con queste operazioni vengono eliminati circa 1/3 dei grappoli con difetti e quei grappoli in numero eccessivo rispetto alle potenzialità della pianta. Questa operazione favorirà anche la maturazione delle varietà precoci. Considerato la complessità delle operazioni, vengono utilizzati gruppi di operai numerosi, esperti che opportunamente devono saper scegliere e valutare.

Essendo varietà precoci coperte con plastiva, queste operazioni vengono eseguite con temperature di circa 40 - 45°C.

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Operaie legano i teli plastici di copertura alla struttura con legacci in polietilene

 

10 - Produzione (in quintali) regionale di uva da tavola in Italia

• Italia 14.000.000
• Puglia 9.300.000
• Sicilia 3.500.000
• Abruzzo 700.000
• Sardegna, Lazio, Basilicata, Calabria: 500.000

Numero aziende produttrici: 34.000; superficie media aziendale: 1,2 ettari

 

11 – Irrigazione della vite

 

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A sinistra, si nota la purezza dell'acqua utilizzata per la microirrigazione della vite
per la produzione di uva da tavola.
A destra, impianto in funzione in un vigneto della cultivar Victoria in maturazione

L'acqua è prelevata con pompe sommerse da corsi d'acqua che scorrono nel sottosuolo, spesso anche a profondità tra 600 e 800 metri. Senza alcun contatto esterno, l'acqua viene convogliata direttamente nella condotta irrigua che alimenta il vigneto.

Nella foto a destra, si nota in basso la natura del terreno costituito in gran parte dal disfacimento della roccia calcarea. Questi terreni sono considerati i migliori per ottenere uve di gran qualità. 

Infatti dopo l'irrigazione non si ha ristagno di acqua, si mantengono freschi e quando serve si riscaldano in breve tempo consentendo alle uve di maturare nelle migliori condizioni. Sono terreni poco fertili e questo limita la produttività del vigneto a vantaggio della qualità dell'uva. Esperienze fatte nei decenni scorsi di spostare la viticoltura per la produzione di uva da tavola in zone fertili, con terreni profondi e senza la necessità di effettuare il disfacimento del suolo, non hanno avuto seguito e si è tornati nelle zone di origine.

 

12 - Prelievo da miniere di concimi naturali

 

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Prelievo di sali di potassico e magnesiaco dalle miniere del gruppo tedesco K+S
situate in diverse zone della Germania alla profondità di 800-1000

 

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Prelievo e scarico del materiale fertilizzante prelevato dalla miniera
per essere trasportato in superficie per la lavorazione

Tra le tecniche colturali applicate alla vite per la produzione di uva da tavola vi è anche la fertilizzazione, necessaria per soddisfare i fabbisogni di nutrizione della pianta per il suo accrescimento e per la produzione.

Per quanto possibile si utilizzano concimi che cedono lentamente i loro costituenti o che derivano da giacimenti naturali. Gli elementi nutritivi necessari per la vite sono: potassio, azoto, fosforo, ferro, calcio e magnesio

La vite è molto esigente di potassio, che oltre a regolare la nutrizione idrica eleva l'aroma, il profumo, il sapore, la serbevolezza, il contenuto di zuccheri, il colore e la resistenza alla conservazione. Il magnesio è un componente della clorofilla della foglia e agisce sul metabolismo degli zuccheri e proteine. 

Per la produzione di uva da tavola di qualità vengono utilizzati fertilizzanti contenenti potassio e magnesio estratti da depositi naturali protetti da sedimentazioni impermeabili all'acqua, che si sono formati 250 milioni di anni fa dall'evaporazione di acqua di mare. Per la sua origine naturale e per le lavorazioni soltanto meccaniche necessarie per frantumare i sedimenti e preparare il concime granulare, sono idonei all'impiego in agricoltura biologica.

 

13 - Concimazione invernale della vite

 

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Preparazione dello spandiconcime con calciocianamide,
fertilizzante azotato a lenta cessione 

 

La concimazione invernale è attuata alla fine di gennaio con solfato potassico magnesiaco, ferro e perfosfato minerale. Per la concimazione azotata, dai risultati ottenuti da diversi anni di ricerche sulla fertilizzazione della vite è emerso che il periodo più indicato per la distribuzione è prima del germogliamento, alla fine di febbraio. L'azoto ceduto lentamente viene assorbito dalla pianta all'attivazione del metabolismo e prosegue successivamente durante lo sviluppo vegetativo e del grappoli.

 

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Vigneto in riposo vegetativo durante i mesi invernali. Le reti antigrandine vengono chiuse

 

14 - Viticoltura ad uva da tavola ecocompatibile e biologica

 

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Nido di uccello in un vigneto ad uva da tavola della varietà Sublima senza semi.
La gradita sorpresa: la presenza di sei uova il 6 luglio 2011

Questo ritrovamento è in armonia con la gestione ecocompatibile del vigneto e indica che l'uso degli agrofarmaci attualmente utilizzati per la difesa integrata dai parassiti della vite sono sopportabili dagli uccelli. 

Occorre considerare anche che sono stati eseguiti i trattamenti antiparassitari previsti dai disciplinari di produzione, lavorazioni del terreno, concimazioni, irrigazioni, sfogliature e diradamento dei grappoli e degli acini e ciò non ha allontanato il volatile. 

 

15 - Il disciplinare di produzione GlobalGap per la produzione di uva da tavola

 

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Uva da tavola della varietà Victoria
ottenuta dalla cooperativa Anceo di Grottaglie in provincia di Taranto
con l'applicazione del disciplinare GlobalGap

Il protocollo Global Gap è stato voluto da un gruppo di operatori della distribuzione organizzata e rappresentanti di gruppi di produttori europei. Stabilisce regole comuni applicabili da qualsiasi fornitore di ortofrutta della moderna distribuzione e tiene conto dell'applicazione delle buone pratiche agricole (Gap) per il mercato globale, trasferendo e interpretando le richieste dei consumatori in requisiti per la produzione agricola.

La norma ha la finalità di verificare se la frutta possa far male, prima ancora di apprezzarne il gusto e la qualità. Così facendo si è spostata l'attenzione verso l'aspetto della qualità igienico-sanitaria del prodotto.

 

16 - Selezione dei grappoli, taglio e confezionamento nei vigneti

 

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Confezionamento nel vigneto dell'uva da tavola in imballaggi in legno.
Questo è possibile quando l'uva è perfettamente sana,
non è necessario la selezione dei grappoli e le condizioni del terreno lo consentono

  

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Foto storica del 1930: si notano le modalità di raccolta dell'uva in cesti e il confezionamento in grosse casse di legno. A sinistra l'acquirente durante le operazioni di pesatura 

L'offerta italiana di uva inizia in Sicilia alla metà di maggio e termina sempre in Sicilia con le varietà Italia e Red Globo alla metà di gennaio.

 

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Vigneto a 'tendone' coperto con plastica per ritardare la raccolta di uva della varietà Italia
a protezione evita di bagnare con le piogge autunnali l'uva
per impedire lo sviluppo di malattie fungine.
E' una tecnica applicata anche alle varietà Red Globe, Crimson seedless e Michele Palieri.

 

17 - Consumo ed esportazione dell'uva italiana

• Acquisto annuo di uva per abitante: 3,5 kg
• Costo medio di acquisto dell'uva 4,2 euro
• Consumo e altro di uva in Italia è di circa 8 milioni q
• Esportazione di uva italiana: 6 milioni di q
• Il 75% è commercializzato in Europa

La Germania importa dall'Italia circa 2 milioni di quintali. Altri Paesi importatori sono Francia, Polonia, Belgio, Svizzera, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Arabia Saudita. In totale l'uva da tavola italiana raggiunge circa 50 Paesi esteri. 

 

18 - Selezione dei grappoli e confezionamento nella centrale ortofrutticola

 

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Interno di una moderna centrale ortofrutticola durante le operazioni di lavorazione dell'uva

Le fasi di lavorazione dell'uva prevedono la selezione dei grappoli con l'eliminazione di quelli non corrispondenti alla classe di qualità richiesta dall'acquirente o con anomalie, scelta dell'imballaggio da utilizzare, disposizione all'interno dell'imballaggio dei grappoli con un numero e peso definito con pesate e protetti tra loro con spugnette bianche che eviteranno danni durante il trasporto.
Gli imballaggi vengono accatastati e trasportati in locali climatizzati in attesa del trasporto ai mercati o ai centri di utilizzazione. Gli imballaggi più utilizzati sono in cartone o in legno, fustellati e vaschette. Il peso dell'uva contenuta varia da 0,5 – 1 kg dei fustellati e vaschette ai 2 - 3 kg e fino ai 12 kg degli imballaggiin cartone e in legno.

 

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Cestini di 1 kg di uva della varietà Italia avvolti automaticamente da pellicole di plastica

 

19 - Realizzazione e produzione di imballaggi per l'uva da tavola

 

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Il moderno impianto di imballaggi della Carton Pack di Rutigliano in provincia di Bari

Situato tra i vigneti protetti con plastica, la Carton Pack dal 1970 realizza inballaggi alimentari ed ortofrutticoli ad alte prestazioni. Il sistema produttivo è integrato con il processo di estrusione di polimeri e di stampa delle materie plastiche, carta e cartone.

Produce anche imballaggi in cartone e in legno, fustellati, vaschette, nuovi prodotti innovativi in collaborazione con centri di ricerca specializzati. La collaborazione ha anche la finalità di individuare soluzioni specifiche per la conservazione ottimale dei prodotti ortofrutticoli, di IV gamma, di frutta lavata, parzialmente trasformata o pronta per il consumo.

 

20 - Frigoconservazione dell'uva da tavola 

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Interno di una cella climatizzata per la permanenza dell'uva
in attesa del trasporto alle diverse destinazioni

La raccolta dell'uva avviene in gran parte nel periodo estivo con temperature ambientali molto elevate. Per conservare le caratteristiche di freschezza, le stesse del momento del distacco del grappolo dalla pianta, è necessario trasferire l'uva in locali climatizzati adatti alla frigoconservazione (se devono rimanervi per più giorni) o applicare la refrigerazione ultra rapida in celle a depressione (se il trasporto avviene in giornata). In questo caso la temperatura dell'uva si abbassa in breve tempo a 1° C. Immediatamente viene trasferita nei mezzi di trasporto già termocondizionati.

 

21 - Trasporto climatizzato dell'uva da tavola

 

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Moderno mezzo con cabina climatizzata per il trasporto
con le migliori condizioni di conservabilità dell'uva ai mercati nazionali ed esteri

 


 23 - Consumo dell'uva allo stato fresco

 

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A sinistra, grappoli di uva della varietà senza semi Regal con caratteristiche ottimali per il consumo fresco e per la preparazione di altri prodotti trasformati.
A destra, uva della varietà Sugraone senza semi lavata e pronta per il consumo

 

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Distributore automatico di uva da tavola
L'obiettivo principale è quello di fornire ai consumatori un prodotto fresco, sano e pronto all'uso:
la frutta è infatti preparata con cura e senza l'aggiunta di conservanti

 

Una grande risorsa per l'Italia meridionale. E non solo

Fu in Italia, fra i primi Paesi al mondo, che si iniziò a distinguere le uve da vino rispetto a quelle da tavola. Nel volume del 1887 Nuova rassegna di viticoltura della Regia scuola di Conegliano si considerava la concorrenza della produzione straniera e veniva suggerito che "concorsi banditi dal Ministero dell'agricoltura, per l'uva da tavola, facciano conoscere cosa possediamo e le nostre potenzialità". Si chiedeva cioè al Governo di valorizzare la specificità dell'uva nostrana.

Dopo la prima guerra mondiale, la coltivazione dell'uva da tavola in Italia migliora ulteriormente: negli anni '30, la produzione è di 800.000 quintali, di cui il 30% è prodotto nel Lazio, il 20% in Puglia, il 10% in Emilia e in Sicilia, il 9% in Toscana e a seguire le altre Tegioni del centro.

Oggi, l'Italia è il maggior produttore mondiale di uva da tavola (15 milioni di quintali, il 18% del totale), seguita da Turchia (13%), Cile (8%), Stati Uniti (7%) e Spagna (6%).
Fra le cultivar più diffuse troviamo l'uva Italia, molto amata anche per la bellezza dei grappoli, con acini grossi quasi ellittici, dolce e croccante, con un gradevole sapore di moscato.

L'uva da tavola è interessante anche per le sue proprietà nutraceutiche: è infatti ricca di zuccheri di facile digeribilità (fruttosio e glucosio), sali minerali come calcio e potassio, vitamine, in particolare A e C. Ma soprattutto è apprezzata per la sua funzione diuretica, leggermente lassativa e come coadiuvante nel ridurre il tasso di colesterolo e prevenire le malattie cardiovascolari.

Il consumo di uva è utile anche per la sua azione terapeutica: affezioni degli organi digerenti, convalescenze da malattie infettive, azione stimolante sul fegato e digestiva. L'uva rossa è ricca di melatonina e favorisce lo sviluppo di serotonina, elementi che aiutano a recuperare le energie.
Importante anche il contenuto in micronutrienti che si trovano nella buccia del frutto, in particolare dell'uva nera, ricca di sostanze antiossidanti quali la quercetina e il resveratrolo, oggetto di numerosi studi per i possibili benefici sullo stato di salute e per la prevenzione delle malattie cronico-degenerative.

Nelle Regioni in cui viene coltivata, l'uva da tavola rappresenta un'importante risorsa occupazionale ed economica

Solo per la conduzione dei vigneti vengono impiegati 8 milioni di giornate lavorative. A queste, bisogna aggiungere altri milioni di giornate lavorative per le operazioni di selezione e confezionamento dell'uva da tavola, svolte da giugno a dicembre nelle centrali ortofrutticole.
Va poi considerata la manodopera utilizzata nelle industrie per la preparazione di agrofarmaci, fertilizzanti, plastiche, reti, pali, filo di ferro, imballaggi, trasporti, commercializzazione, distribuzione.

 

A cura di Mario Colapietra, ricercatore