Il pomodoro da industria è una coltura che offre un elevato potenziale produttivo e permette di estrarre ritorni economici interessanti sui propri investimenti. Ciò a patto di massimizzare, oltre ai quintali, anche gli aspetti qualitativi dei raccolti. Un obiettivo che va però pianificato sin dall'inizio del ciclo colturale, a partire dalla fase di post trapianto. È infatti in questa fase che si deve porre la massima attenzione alla coltura, al fine di ottenere una partenza vigorosa delle piantine grazie a un loro attecchimento ottimale.
Dopo il trapianto il pomodoro da industria necessita quindi della tempestiva somministrazione dei più opportuni fertilizzanti, cioè quelli in cui gli elementi nutritivi siano presenti in formule il più possibile equilibrate. Così operando si potrà stimolare la radicazione, creando al contempo un habitat ideale per la crescita e lo sviluppo della parte epigee della pianta.
Fondamentali le prime tre settimane
Per operare al meglio è indispensabile conoscere le dinamiche di sviluppo del pomodoro durante le prime settimane successive al trapianto. Come si vede dai grafici di figura 1 e 2 (accumulo di sostanza secca e sviluppo della massa aerea LAI), lo sviluppo della superficie fogliare procede lentamente. Dopo 20-25 giorni abbiamo infatti solo il 10% circa di copertura del suolo. Questo perché la pianta è impegnata a sviluppare l'apparato radicale e a creare le "fondamenta" su cui svilupparsi al meglio e produrre.
Fig. 1: accumulo sviluppo sostanza secca aerea
Fig. 2: sviluppo superficie fogliare
(Fonte: FCP Cerea)
È quindi in tale momento che diviene di vitale importanza fornire i nutrienti necessari alla crescita radicale, in special modo del capillizio, poiché sarà proprio quest'ultimo a esplorare la rizosfera alla ricerca di acqua e nutrienti nelle fasi successive del ciclo, quelle in cui aumenteranno le richieste delle parti epigee. Ogni sforzo andrà quindi rivolto a rinforzare la pianta al fine di avere una base solida e resistente su cui in seguito stimolare la crescita vegetativa.
Parola d'ordine: equilibrio
Regola aurea: ogni apporto nutrizionale deve essere pianificato all'insegna del massimo equilibrio fra gli elementi somministrati. Per esempio, nella fase di post-trapianto sono sconsigliati apporti di azoto troppo alti, poiché potrebbero rendere la pianta "tenera" e quindi più suscettibile agli stress ambientali. Si devono cioè evitare eccessivi rigogli vegetativi caratterizzati da internodi lunghi e da piante che "filano". Per poter programmare una corretta fertirrigazione dei primi 20-25 giorni è quindi utile osservare la curva d'assorbimento degli elementi nutritivi del pomodoro da industria (figura 3).
Figura 3: Pomodoro da industria – modelli.
(Fonte: Francesco Tei, Università degli studi di Perugia)
Come visto, nelle prime 3 settimane dopo il trapianto sono indispensabili in ordine di importanza:
- fosforo: il 45% è assorbito nelle prime 3 settimane dopo il trapianto (picco di assorbimento nella prima settimana);
- azoto, potassio, magnesio e calcio (picco di assorbimento tra la sesta e nona settimana).
Il fosforo è però elemento poco mobile nel suolo ed è soggetto a fenomeni di retrogradazione. Ciò porta alla sua immobilizzazione sotto forma di precipitati in cui il fosforo è associato a ferro, zinco e calcio. Pertanto, oltre al fosforo fornito con la concimazione di fondo, è fondamentale apportarlo con i primi interventi fertirrigui, poiché nelle prime fasi è richiesto dalle giovani piantine in quantità particolarmente elevate.
Altro aspetto fondamentale è il posizionamento stesso del fosforo: con la fertirrigazione si riesce infatti a dosarlo e a localizzarlo vicino all'apparato radicale, al fine di stimolare una rapida radicazione e un migliore attecchimento.
Quanto all'azoto, pur essendo un nutriente fondamentale esso è inizialmente richiesto in quantità modeste per i motivi citati sopra. A conferma, solo il 10-15% viene assorbito nelle prime 3 settimane.
Il magnesio, da parte sua, è importante per stimolare la fotosintesi clorofilliana, mentre potassio e calcio concorrono a rinforzare strutturalmente la pianta, irrobustendo le pareti cellulari e inspessendo il colletto. Questi elementi sono inoltre fondamentali per favorire l'accumulo della sostanza secca, a partire dal grado brix, nonché ridurre l'incidenza del marciume radicale.
La nutrizione deve quindi essere mirata, specifica e ragionata per dare il massimo supporto alla coltura evitando al contempo pericolosi squilibri.
Le soluzioni di FCP Cerea
In considerazione di quanto sopra esposto, i piani di concimazione del pomodoro da industria vanno progettati a più livelli, partendo dalla fertilizzazione di fondo e proseguendo con la fertirrigazione e i trattamenti fogliari.
Concimazione di fondo sulla bina
Le soluzioni ideali in questa fase sono Cereaphos oppure Universal Up alla dose di 250-300 kg/ha.
Fertirrigazione
Molteplici sono in tal senso le soluzioni specialistiche da articolare in modo equilibrato fra loro:
- al trapianto 15 l/ha Verv N 9 + 15 l/ha Be-Start;
- dopo 7-10 gg.: 15 l/ha VERV N 9 + 10 l/ha Leaf P-Ca + 5 l/ha Nano.T Fe;
- dopo altri 7-10 giorni: 15 l/ha VERV N 9 + 10 l/ha LEAF P-Ca;
- dopo altri 7 giorni: 15 l/ha VERV N 9 + 10 l/ha Calcito+ 20 l/ha CalcioMagno+ 1 l/ha Proser MnZn;
- dopo 15-20gg (6°-7° settimana dopo il trapianto) 15 l/ha VERV N 9 + 10 l/ha Calcito+ 20 l/ha CalcioMagno+ 1 l/ha Proser Mn Zn.
Nota: in terreni salini, sodici, calcarei (terreni "bianchi") è bene aumentare le dosi di Calcito a 15-20 l/ha alla 3a e 4a fertirrigazione.
Applicazioni fogliari
Per quanto nelle prime fasi gli apparati epigei siano ancora poco sviluppati, è bene sostenerne attivamente la crescita anche somministrando prodotti idonei ai trattamenti fogliari:
- dopo il trapianto: 1 kg/ha Giove Bio Gold + 2 L/ha Leaf P-Ca;
- dopo altri 7-10 giorni: 1,5 l/ha Nano.T Cu + 2 l/ha Leaf P-Ca.
L'insieme di queste diverse tipologie di applicazione assicura al pomodoro da industria un'equilibrata nutrizione a tutti i livelli, assicurando un'ottimale radicazione in modo da avere poi una corretta spinta vegetativa nel pieno rispetto della resistenza delle piante.
Allo stesso tempo, queste somministrazioni migliorano anche la struttura del terreno e creano un habitat ideale per l'assorbimento dei nutrienti e per la proliferazione dei microrganismi utili del suolo. Tutti i prodotti sono infatti a pH acido.
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Fonte: FCP Cerea