Concimare la terra è un gesto consueto: eppure sta diventando sempre più difficile, perché costa sempre di più. E fino ad ora la misura proposta dalla Commissione Europea - quella di sospendere fino al 31 dicembre 2024 i dazi sui fertilizzanti d'importazione extracomunitaria, urea e ammoniaca anidra in particolare, esclusi quelli provenienti da Russia e Bielorussia - non ha avuto seguito. Ma ora c'è un nuovo rischio: molti stabilimenti in Europa stanno diminuendo la produzione per gli eccessivi costi di produzione ed anche carenza di gas metano.

 

Il 23 agosto scorso, uno dei più grandi produttori di fertilizzanti d'Europa, Azoty, ha sospeso la produzione in Polonia: causa dei prezzi record del gas naturale, la principale materia prima di produzione utilizzata da Azoty. I vertici aziendali hanno deciso "che a partire dal 23 agosto chiuderà temporaneamente le sue unità di produzione di fertilizzanti azotati, caprolattame e poliammide 6" ha dichiarato la società con una nota stampa.
E in Italia il Gruppo multinazionale norvegese Yara ha invece chiuso i battenti dello stabilimento di Ferrara sin dallo scorso luglio e manterrà la propria produzione in Europa al 35% della capacità produttiva dei propri impianti.

 

Il perché di queste chiusure e di queste riduzioni di produzione è presto detto: il gas metano, principale fonte energetica e al tempo stesso materia prima per la sintesi di molti concimi chimici, è troppo caro. In particolare, l'azoto di sintesi - oggi il 65-70% dei fertilizzanti utilizzati in agricoltura - è ottenuto dall'ammoniaca, NH3 dalla quale utilizzando il gas si elimina il carbonio e si aggiunge azoto.

 

Non solo, ora, con l'incalzare delle interruzioni nelle forniture di metano da parte della Russia si prospetta un vero e proprio razionamento, con interruzioni volontarie della produzione da parte delle industrie energivore. E concimare la terra rischia di diventare sempre più l'esito di una scommessa sull'andamento del conflitto russo ucraino che non un atto normalmente programmato dall'agricoltore.


Come uscirne? Al momento, atteso che l'Italia deve importare il 100% delle materie prime per produrre fertilizzanti chimici nei propri impianti, l'unica possibilità è affidata all'import da zone lontane dal conflitto. Ma i prezzi Fob sono elevati: per esempio l'urea granulare sul mercato di Chicago è quotata dai 710,00 dollari per regolare un contratto a consegna ottobre, provenienza Brasile, agli 840 dollari per una provenienza Egitto, consegna settembre. 


E se una possibile stabilizzazione dei prezzi del metano sul mercato europeo è ancora in attesa delle prossime decisioni della Commissione e del Consiglio dei Ministri dell'Energia della Ue sul price cap, la sicurezza nell'approvvigionamento di questo gas è materia affidata tanto alle sorti ed alla durata del conflitto russo ucraino quanto alla velocità di acquisizione di nuovi fornitori di gas da parte dell'Italia e degli altri partner europei.

 

Questo articolo è stato modificato il 27 settembre 2022: il Gruppo multinazionale Yara è norvegese e non svedese