L'azoto è infatti un elemento che richiede grandi apporti energetici per essere sintetizzato, mentre il fosforo viene importato da paesi extra europei sotto forma di minerale. Eppure ci sarebbe la possibilità di ottenere questi elementi attraverso processi maggiormente sostenibili dal punto di vista ambientale, attraverso cioè quella che viene definita economia circolare.
Dall'economia lineare a quella circolare
Se oggi infatti i fertilizzanti una volta applicati in campo non sono recuperabili, la tecnologia ci permette di renderli nuovamente impiegabili 'estraendoli' dalle biomasse (non solo agricole) in cui sono contenuti.Dai fanghi di depurazione è ad esempio possibile estrarre la struvite, un elemento ricco di fosforo estremamente puro che può essere impiegato efficacemente come fertilizzante. Dai sottoprodotti di alcuni processi industriali è invece possibile ottenere ceneri ricche in fosforo. Mentre dalla pirolisi ad alte temperature di sottoprodotti agricoli, tipicamente di origine zootecnica (ossa e carcasse) è possibile ottenere del fosforo. E attraverso la concentrazione minerale dei reflui zootecnici è possibile recuperare la parte nobile, ricca in azoto.
Insomma, ciò che una volta veniva considerato scarto oggi può essere recuperato per la produzione di fertilizzanti ricchi in azoto e fosforo. Il problema resta la sensibilizzazione degli agricoltori sulla possibilità di usare questi prodotti o tecnologie.
Per cercare di colmare il gap tra mondo della ricerca, aziende e agricoltori è nato Nutriman, una rete tematica finanziata dall'Unione europea che ha come obiettivo proprio quello di raccogliere prodotti e tecnologie per inserirli in una grande banca dati.
Il progetto Nutriman
"Nutriman è un progetto che raccoglie le attuali conoscenze su prodotti, tecnologie e applicazioni pratiche relative al recupero di fertilizzanti organici", spiega ad AgroNotizie Massimo Pugliese, professore all'Università degli studi di Torino e referente in Italia della rete tematica europea.Capita spesso infatti che ricercatori sviluppino tecnologie che poi rimangono 'nel cassetto'. Ed è altrettanto vero che aziende con prodotti ormai pronti per la commercializzazione facciano fatica ad arrivare sul mercato e a diffondersi.
Nutriman prova facilitare questo scambio di informazioni nell'ottica di creare una filiera di bio-recupero. Sul sito del progetto è infatti possibile consultare il database contenente prodotti e tecnologie ad un elevato grado di maturità oppure già sul mercato. Ma è anche possibile fare richiesta per inserire i propri prodotti e tecnologie nella banca dati.
Ogni prodotto viene vagliato, anche da partner terzi, e se risponde ad una serie di criteri stabiliti dal team scientifico della piattaforma viene messo in catalogo. "Oltre all'origine organica da filiera di recupero chiediamo che i prodotti rispondano già oggi al nuovo regolamento europeo sui fertilizzanti che entrerà in vigore dal 2022", spiega Pugliese.
"Inoltre facciamo una valutazione economica dei prodotti. Riteniamo infatti che per avere successo i fertilizzanti da economia circolare debbono avere un prezzo paragonabile a quello dei fertilizzanti minerali. Oltre alla sostenibilità ambientale è infatti necessario assicurare anche quella economica".
Quello della sostenibilità è un tema che, nolenti o volenti, sarà al centro della futura Politica agricola comune. Inoltre la strategia europea From farm to fork, inserita nel più ampio Green deal, pone ambiziosi obiettivi dal punto di vista di riduzione ed uso efficiente dei fertilizzanti. I prodotti da economia circolare saranno dunque sempre di più valorizzati al fine di garantire una maggiore sostenibilità del settore primario.