Ci prepariamo alla fase determinante dell'annata olivicola 2020. Dopo una fase vegeto-produttiva che, anche quest'anno, non ci ha risparmiato momenti di ansia, a causa del freddo di fine marzo che ha rischiato di pregiudicare l'intera produzione, ora si passa alla fase successiva. In questi giorni terminerà la fase di ingrossamento delle drupe e di indurimento del nocciolo per lasciare il posto, ad agosto, alla produzione delle gocce d'olio all'interno della polpa, che alla fine costituiranno il tenore in olio dell'oliva. E' la cosiddetta fase di "inolizione", cioè la produzione della componente lipidica nelle olive, che risulterà ricca in acido oleico e linoleico, importanti sia per aumentare la resa in olio al frantoio sia per la qualità dell'olio stesso.


L'efficienza fotosintetica della chioma è un fattore propedeutico a questa fase, come anche la disponibilità di nutrienti e di acqua, quest'ultima mai in eccesso. In condizioni di siccità, però, conviene sempre fare qualche irrigazione di soccorso. Una volta fatti gli interventi nutrizionali, al suolo e per via fogliare e/o in fertirrigazione, per apportare le sostanze necessarie per stimolare un'ottimale fioritura e allegagione, è il momento di aiutare la pianta a sviluppare il contenuto di olio. Ma bisogna intervenire da subito, cioè da inizio agosto fino al massimo a metà settembre, in quanto poi la fase di inolizione lascia il posto a quella di invaiatura, cioè il cambiamento di colore delle olive.
 
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Come bisogna intervenire? Quali elementi e quali sostanze apportare alla pianta?

Il potassio prima di tutto, che induce direttamente l'aumento della produzione in olio e regola le attività enzimatiche responsabili della sintesi degli amminoacidi e degli acidi fenolici nell'oliva. Da ciò capiamo come sia importante anche l'azoto, meglio se già in forma di amminoacidi. 
Azoto e potassio favoriscono anche la produzione di polifenoli e tocoferoli totali, che agiscono sulla qualità dell'olio, rallentandone i fenomeni di ossidazione e irrancidimento. 

Grande importanza riveste anche lo zolfo, sia per una benefica azione sullo stato vegetativo delle olive e di tutta la chioma, sia perché questo elemento è molto importante per la sintesi degli acidi grassi. Per fare la differenza, infine, sarebbe opportuno applicare sostanze ad azione biostimolante, capaci di accelerare ed aumentare il processo di produzione di olio e, contemporaneamente, aumentarne la qualità organolettica finale. 

Tutto ciò è racchiuso nella metodologia di Ilsa per l'aumento della resa in olio delle olive. Strategia ormai consolidata negli ultimi anni e che ha dato sempre ragione agli olivicoltori che l'hanno adottata. Tale strategia prevede applicazioni fogliari combinate, a partire da agosto e ogni 2 settimane, con Etixamin Bio-K, IlsaMin S e IlsaC-On.

Etixamin Bio-K è un fertilizzante speciale in polvere idrosolubile contenente il 9% di azoto organico, il 18% di potassio come K2O e quasi il 50% di amminoacidi da idrolisi enzimatica, tipici della matrice Gelamin® di cui è costituito. Tutti elementi che, come citato in precedenza, concorrono direttamente all'aumento del contenuto in olio nelle olive, insieme al 15% di SO3.

IlsaMin S apporta direttamente il 50% di SO3, insieme al 25% di amminoacidi sempre da idrolisi enzimatica, per cui fornisce un contributo importante per la sintesi dell'olio nella polpa. Infine IlsaC-On, biostimolante 100% vegetale a base di idrolizzato enzimatico di Fabaceae, che apporta le sostanze biostimolanti fondamentali per aumentare la percentuale di inolizione e migliorare le caratteristiche qualitative finali: triacontanolo di origine naturale, polifenoli, vitamine e amminoacidi vegetali. 

Tre formulati di origine naturale ed impiegabili anche in agricoltura biologica ma largamente utilizzati in convenzionale, spesso anche in miscela ai trattamenti fitosanitari (quello contro la mosca, tipico del periodo), grazie alla stabilità delle matrici di cui sono costituiti e delle caratteristiche di pH e bassa salinità. E negli anni scorsi, i risultati si sono visti, eccome!

Impiegati singolarmente o in combinazione tra loro, sempre integrati alla strategia aziendale, Etixamin Bio-K, IlsaMin S e IlsaC-On hanno sempre favorito l'aumento della resa in olio, in comparazione alle tesi di confronto, sia nelle prove dimostrative ufficiali condotte dal Servizio Agronomico di Ilsa, sia dai riscontri dei vari olivicoltori che, in varie parti d'Italia, hanno adottato la nostra metodologia.
 
Prove in campo
Fig.1: Nelle prove Demo svolte negli ultimi anni, la metodologia Ilsa per l'aumento della resa in olio ha favorito sempre un aumento della percentuale di olio al frantoio, rispetto al testimone di confronto, sia in annate caratterizzate da una media generalmente alta sia in annate con rese mediamente basse