Il 25 settembre terminerà la consultazione pubblica sulla proposta di restrizione per le cosiddette sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) presentata dalla Germania.

 

Sempre in settembre (il 5-8 e il 12) si è riunito il comitato Seac (Comitato per l'analisi socioeconomica) per una discussione preliminare sulla proposta di restrizione, alla luce dei numerosi commenti ricevuti (quasi 3000).

 

Recap: ma cosa sono i Pfas?

Le cosiddette sostanze perfluoroalchiliche ("Pfas") hanno nella loro molecola gruppi carbonio-fluoro, che sono tra i legami chimici più forti della chimica organica. Proprio questi legami quasi indissolubili conferiscono ai Pfas caratteristiche, quali la stabilità alle alte temperature, che li rendono adatti a moltissimi utilizzi, dalla preparazione di tensioattivi agli idrorepellenti e agli oleorepellenti. I Pfas trovano utilizzo nell'aerospaziale, nella difesa, nel settore automobilistico, nell'aviazione, nei materiali a contatto con gli alimenti, nel tessile, in pelletteria, nell'abbigliamento, in edilizia e nei prodotti per la casa, in elettronica, nei prodotti antincendio, nella trasformazione alimentare e persino negli articoli medici. In pratica viviamo in mezzo ai Pfas.


La quasi indissolubilità di questo resistentissimo legame carbonio-fluoro ha come sempre un rovescio della medaglia: la notevole persistenza ambientale e la capacità di coprire notevoli distanze da dove sono stati rilasciati. I Pfas sono stati frequentemente osservati nel suolo, nelle acque sotterranee e anche in quelle superficiali. Per via della loro stabilità anche alle alte temperature, uno dei loro principali vantaggi, la bonifica dei siti contaminati è tecnicamente difficile e dispendiosa.

 

La restrizione dovrà quindi limitare i quantitativi utilizzati per evitare l'accumulo di queste sostanze nell'ambiente. Mediante il fenomeno del "grasshoppering" ("fare la cavalletta") le sostanze più persistenti sono in grado di compiere migliaia di chilometri spostandosi dalle zone più calde a quelle più fredde facendo milioni di cicli di evaporazione e successiva condensazione fino a trovare la stabilità ai poli, facendo compagnia ad esempio al Ddt.


Non tutti i Pfas sono uguali

La restrizione riguarda i composti con almeno un atomo di carbonio metile (CF3-) o metilene (-CF2-) completamente fluorurato (quindi senza alcun H/Cl/Br/I attaccato ad esso).

 

Da un'analisi effettuata dalle autorità sarebbero circa 10000 le sostanze con queste caratteristiche, ma un sottogruppo con bassa persistenza ambientale è stato escluso dalla restrizione. Il testo della restrizione elenca 47 sostanze attive di interesse fitoiatrico che hanno le caratteristiche per rientrare nell'ambito di applicazione della restrizione, assieme a 7 biocidi e a 60 farmaci.

 

I principi attivi ad attività fitoiatrica e le altre sostanze regolamentate sono stati comunque esclusi dalla restrizione in quanto la loro persistenza ambientale è ampiamente documentata e qualunque criticità sarebbe già emersa

 

E adesso?

La consultazione pubblica terminerà il 25 settembre 2023, e verrà probabilmente discussa nelle riunioni del comitato Seac di fine novembre – inizio dicembre per poi diventare norma nei mesi successivi.

 

Alcune indiscrezioni trapelate dopo la prima riunione del Seac e prontamente smentite riguardano il fatto che la proposta di escludere dalla restrizione le sostanze già regolamentate non sarebbe sufficientemente argomentata per cui non possiamo escludere sorprese.

 

Per puro beneficio di inventario riportiamo i principi attivi elencati nel testo della restrizione: acrinathrin, beflubutamid, benfluralin, bifenthrin, cyflufenamid, cyflumetofen, diflufenican, fipronil, flazasulfuron, flonicamid, fluazifop-p, fluazinam, flubendiamide, flufenacet, flufenoxuron, flumetralin, fluometuron, fluopicolide, fluopyram, flurochloridone, flutianil, flutolanil, gamma-cyhalothrin, haloxyfop-P, isoxaflutole, lambda-cyhalothrin, mefentrifluconazole, metaflumizone, oxathiapiprolin, oxyfluorfen, penoxsulam, penthiopyrad, picolinafen, picoxystrobin, prosulfuron, pyridalyl, pyroxsulam, sulfoxaflor, tau-fluvalinate, tefluthrin, tembotrione, tetraconazole, trifloxystrobin, triflumizole, triflumuron, triflusulfuron methyl, tritosulfuron.


Conclusione

Seguiremo ovviamente questa vicenda e vi aggiorneremo non appena ci saranno sviluppi.

 

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