Last but not least. Ultima, ma non per importanza. È la coltura della vite, alla quale viene dedicata la terza e ultima puntata della trilogia che  Agronotizie ha deciso di dedicare al tema della confusione sessuale.
Dopo l'esordio in materia di colture pomacee, ove i lepidotteri di principale importanza sono Carpocapsa, Tignola orientale e tortricidi ricamatori, la trilogia di articoli si è occupata di colture drupacee, concentrandosi su "bestie nere" quali Cidia e Anarsia.

A chiudere la serie non poteva quindi che essere la vite, coltura sulla quale predominano Tignola e Tignoletta, ovvero Eupoecilia ambiguella e Lobesia botrana.
 
Come nei due articoli precedenti, come d'uso, verranno anche citati specifici prodotti commerciali, la selezione dei quali sarà come sempre effettuata in funzione della presenza su Fitogest.com di materiali scaricabili, messi a disposizione dalle aziende per i diversi formulati elencati in banca dati. Ciò permette infatti agli utenti di approfondire le informazioni fornite nell'articolo.


Le sostanze attive a disposizione

Per non essere da meno rispetto ai feromoni utilizzati per la confusione sessuale nelle colture drupacee e pomacee, anche quelli per la vite portano nomi a dir poco complessi.
(E,Z)-7,9-Dodecadienil acetato, specifico per Lobesia botrana, e (Z)-9-Dodecenil acetato, specifico per Eupoecilia ambiguella.
L'uso corretto di questi feromoni, ammessi anche in agricoltura biologica, permette di alleggerire la pressione degli insetticidi, quando non addirittura a sostituirli in caso di pressioni modeste. Ciò va quindi incontro alle richieste della filiera enogastronomica in materia di riduzione dei residui, sia sull'uva da tavola, sia nel vino.
 
Qualche nozione tecnica

I feromoni femminili delle specie da controllare vengono usualmente racchiusi in diffusori di materiale per lo più plastico. Da questi i feromoni diffondono lentamente nell'ambiente, creando una situazione di saturazione del frutteto. In questa condizione, i maschi non riescono più a individuare le scie feromoniche delle femmine. Mancando l'incontro riproduttivo, la popolazione viene quindi falcidiata ancor prima di nascere.
I migliori risultati si ottengono operando su scala di comprensorio, ove ampie superfici sono tutte soggette a questa pratica.
Come superficie minima è convinzione diffusa che ci vogliano almeno due ettari. Questo in caso di appezzamenti isolati. La superficie sale a quattro ettari se s'intende operare in aree ad alta densità colturale.
Le dimensioni delle piante influenzano peraltro il numero e la posizione degli erogatori, come pure il punto d'applicazione varia in funzione della massa vegetale complessiva.
Altro consiglio da non trascurare riguarda l'applicazione di un erogatore per pianta sulle prime tre piante di testata, come pure lungo le prime due file di bordo. Ciò crea una barriera a maggiore densità di feromoni proprio sul limitare del campo.
In caso l'appezzamento giaccia in una zona dove il vento spira prevalentemente in un'unica direzione, è possibile rinforzare il numero degli erogatori solo lungo i lati sopravento.
Il momento ideale per l'applicazione è nei giorni precedenti al primissimo volo degli adulti della prima generazione. Le conoscenze storiche locali forniscono indicazioni ben precise al riguardo. Nel dubbio, visto che il rilascio dei feromoni è di durata superiore al volo dei fitofagi, è sempre bene anticipare di qualche giorno piuttosto che ritardare.
 
Le soluzioni a disposizione

Più che una disamina del panorama commerciale italiano, questo approfondimento tematico pare quasi un "campionato sociale".
Le uniche soluzioni segnalate in commercio sulla banca dati Fitogest.com appartengono infatti alla medesima società, la Cbc Europe, la quale ha recentemente incorporato Intrachem Bio.

Gli erogatori di casa Cbc portano il nome di "Isonet", declinato in modo differente a seconda dei feromoni conrtenuti.

Si parte quindi da Isonet L, specifico per il controllo della Tignoletta.
A base di (E,Z)-7,9- Dodecadienyl acetate in ragione di 172 millirammi (minimo garantito), questi diffusori  sono costituiti da due microcapillari paralleli di materiale polimerico caratterizzati da uno spiccato color rosso mattone.
Gli erogatori constano di un filo di alluminio che consente un'agevole applicazione in vigneto e si applicano in ragione di 500 diffusori/ettaro in caso di forme di allevamento a spalliera, oppure di 750 diffusori/ettaro in caso di forme di allevamento a tendone.

Per il controllo contemporaneo di Lobesia ed Eupoecilia, invece, è possibile applicare nei vigneti Isonet L E, contenente 380 milligrammi (minimo garantito) di feromoni, ovvero (E,Z)-7,9-Dodecadienyl acetate e (Z)-9-Dodecenyl acetate.
La forma degli erogatori è differente da quella precedente, essendo in guisa di "archetto".
La dose di applicazione è pari a 500 erogatori per ettaro, assicurando una copertura del vigneto pari a circa 150 giorni, ovvero un lasso di tempo sufficiente ad abbracciare più generazioni dei fitofagi.
Questo aspetto è particolarmente utile su uva da tavola, ove le generazioni di Lobesia sono superiori alle usuali due che affliggono i vigneti del Nord Italia.

Analogo spettro d'azione, o meglio d'attrazione, per Isonet L Plus, contenente i medesimi feromoni delle Isonet L E, ma con erogatori dalla forma uguale alle Isonet L.
Il contenuto di fermoni è garantito con un minimo di 180 milligrammi, come pure la durata di erogazione pari a 150 giorni.
Sempre 500 erogatori per ettaro la dose d'impiego, più una congrua aggiunta lungo i bordi.