Non è un mistero che le produzioni agricole spagnole, specialmente nel settore degli ortaggi e dell'olivo, riescono ad essere competitive su tutti i mercati a scapito di quelle degli altri Paesi mediterranei, compreso il nostro.
Gli agricoltori spagnoli possono spesso avvalersi di mezzi tecnici a prezzi concorrenziali, anche se il picco del 300% di differenza tra lo stesso medesimo agrofarmaco commercializzato in Italia e in Spagna non è, sfortunatamente per gli agricoltori spagnoli, la regola.
La normativa spagnola è infatti sempre stata particolarmente attenta a prevenire situazioni di monopolio tutelando al massimo la concorrenza, atteggiamento di cui hanno indirettamente beneficiato gli agricoltori di tutta Europa attraverso le importazioni parallele.
Non tutte le ciambelle riescono però col buco: la normativa nazionale spagnola, sulla falsariga di quanto da sempre attuato negli Stati Uniti, prevede la condivisione obbligatoria di tutti gli studi necessari per l'autorizzazione dei prodotti fitosanitari, mentre sia la Direttiva 91/414 che il Regolamento 1107/2009, che la sostituirà, limitano questa agevolazione agli studi sugli animali vertebrati, per evitarne la duplicazione.
Questa singolarità spagnola è stata oggetto di numerose segnalazioni e corrispondenze tra il Governo iberico e la Commissione europea, che non hanno tuttavia prodotto risultati significativi, tanto che il governo comunitario ha presentato ricorso proprio lo scorso 11 settembre, sulla base del quale la Corte europea di Giustizia, con sentenza del 1° luglio 2010 (sfortunatamente sono disponibili solo la versione francese e spagnola del dispositivo), ha confermato l'interpretazione della Commissione europea e condannato il Regno di Spagna al pagamento delle spese processuali.
La soluzione spagnola per cercare di contenere gli esorbitanti costi di sviluppo degli agrofarmaci dovrà quindi essere modificata, pena l'avvio di una procedura d'infrazione e la conseguente sanzione pecuniaria, poco provvidenziale in questi tempi di ristrettezze economiche. Tuttavia questo stesso periodo di crisi potrebbe contribuire a rendere questo problema sempre meno rilevante: il recupero immediato di parte dei costi di sviluppo di prodotti “noti” o già affermati sul mercato sta acquisendo sempre più “appeal” rispetto alla convinzione tutta da dimostrare che costringere potenziali competitori a ripetere studi già disponibili possa ritardarne l'entrata sul mercato.
Non è meglio recuperare risorse da destinare a prodotti ancora più innovativi e magari redditizi?
Per saperne di più
DECRETO 17 dicembre 1998 (G.U. n. 301 del 28/12/1998)
Disciplina dell'importazione parallela di prodotti fitosanitari.
DECRETO 3 Aprile 2007 (G.U. n. 96 del 26/04/2007 ) Modificazioni al decreto 17 dicembre 1998, sulla disciplina dell'importazione parallela dei prodotti fitosanitari.
DECRETO 24 Ottobre 2006 (G.U. n. 264 del 13/11/2006 ) Modificazioni al decreto 17 dicembre 1998, sulla disciplina dell'importazione parallela dei prodotti fitosanitari.
Importazioni parallele degli agrofarmaci: il punto della situazione
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Fonte: Agronotizie