Uno studio americano presentato dall'European biodiesel board, Ebb, rivela l'inadeguatezza dei modelli scientifici applicati dalla Commissione Ue nell'ambito della valutazione dell'impatto dei biocarburanti sui terreni.

Secondo la ricerca "Land use change greenhouse gas emissions of european biofuel policies utilizing the Global trade analysis project (Gtap)" infatti le emissioni indirettamente provocate dai campi coltivati per la produzione di biocarburanti sono il 95% in meno di quelle calcolate dall'Ifpri, International food policy research institute, per conto della Commissione. Nello specifico, per quanto riguarda il biodiesel si registra un valore di 2,33gCO2eq/MJ, a fronte dell'attuale 55g Co2 eq/MJ assegnato dalle ricerche della Commissione Ue.

Steffen Mueller dell'Università dell'Illinois, che si è occupato dello studio assieme a Thomas Darlington e Dennis Kahlbaum dell'Air improvement resource e Don O’Connor (S&T)2 Consultants, ha detto: "Questo studio ha scoperto che gli Iluc calcolati usando l'ultima versione del Gtap sono molto meno di quelli calcolati dall'Ifpri nel 2011". La grande discrepanza è dovuta, secondo lo studio, soprattutto a una migliore comprensione dell'uso della terra, i rendimenti dei raccolti e dell'uso delle foreste nell'Unione europea, Canada e Usa. Sono inoltre forniti suggerimenti per ulteriori miglioramenti come la regionalizzazione delle analisi e i rendimenti specifici dei raccolti.

La divergenza dei risultati riapre, ancora una volta, la questione della validità scientifica dell'Iluc per decidere la politica dei biocarbuaranti. Il segretario generale dell'Ebb, Raffaello Garofalo ha commmentato:"Chi se ne occupa non può più ignorare l'immaturità della scienza per fare questo tipo di politica".


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