L'industria fotovoltaica procede spedita verso una fase di profonda ristrutturazione, con un mercato in piena maturazione e con crisi ripetute di crescita. Questo il quadro che è emerso al termine della prima giornata di lavori della quarta edizione dell'Italian PV Summit, "Roadmap to grid parity" che si è tenuta ieri a Verona. Il Summit, che terminerà oggi 8 maggio, è uno dei più importanti appuntamenti convegnistici sul fotovoltaico a livello internazionale e un momento di incontro tra la community professionale del solare e i Ceo di aziende italiane e straniere, la finanza, i migliori analisti internazionali, le istituzioni. Il Summit precede l'appuntamento Solarexpo, a Verona dal 9 all'11 maggio.
"L'incertezza normativa può accelerare o rallentare il processo di ristrutturazione dell'industria fotovoltaica, ma in entrambi i casi procura un danno al settore produttivo che invece ha bisogno di orizzonti temporali più ampi per investire". E' quanto sintetizza Guido Agostinelli, managing partner di Syntegra Solar e relatore dell'Italian PV Summit. "I fondamentali di lungo periodo sono molto positivi per il settore soprattutto alla luce della veloce riduzione dei costi, della crescita di nuovi mercati e di altri sempre meno dipendenti dai sussidi".
Secondo Agostinelli gli effetti di questa evoluzione del settore saranno caratterizzati nel breve periodo da casi di insolvenza, da un incremento di acquisizioni e fusioni di aziende produttive, riposizionamenti, ristrutturazioni, cambiamenti di business model, con l'obiettivo di razionalizzare al meglio l'offerta e arrivare a una fase di consolidamento del settore nel suo complesso che potrà essere più sostenibile e redditizia.
Dal Summit è emerso che le difficoltà del comparto fotovoltaico sono legate all'entrata di numerose aziende nel mercato negli ultimi 10 anni che ha determinato una capacità produttiva troppo elevata rispetto alla domanda che a sua volta è rimasta circoscritta in pochi mercati con incentivi particolarmente attraenti, anche se con normative spesso a corto raggio. Oggi la capacità produttiva di celle fotovoltaiche arriva a circa 55 GW (4,5 GW/mese), pari al doppio della domanda che si attesta invece attorno ai 27 GW. Il 40% dell'offerta di celle è costituita dai primi 15 produttori al mondo, con un livello di competizione tra i più elevati nell'intera filiera fotovoltaica, assieme alla produzione di moduli. Basti pensare che nella parte alta della filiera (dal lingotto di silicio al modulo) ci sono oltre 160 operatori e i primi 40 coprono l'80% del mercato.
C'è da aggiungere poi un calo dei prezzi della tecnologia fotovoltaica di oltre il 70% in soli tre anni, che da una parte ha portato a una notevole crescita di installato ma dall'altra a una stagnazione se si considera il mercato in termini di giro di affari. E' cresciuto lo squilibrio tra la domanda mondiale concentrata nell'Unione Europea (65%) e il 45% della produzione di moduli localizzata in Cina. Mentre dal lato della domanda, la quota europea è destinata a ridursi tra il 40 e il 50% entro il 2015.
Per reagire alla situazione congiunturale le aziende dovranno muoversi su più fronti: migliorare e ottimizzare la fase produttiva, incrementare il rendimento dei prodotti, ricercare nuovi segmenti di mercato.
A questo proposito Andrew Beebe, chief commercial officer di Suntech Power sostiene che "un quadro regolatorio stabile e una crescente cooperazione internazionale sono elementi fondamentali per lo sviluppo del fotovoltaico. Il libero scambio e la concorrenza sono presupposti importanti per generare innovazione e creare posti di lavoro nel settore dell'energia solare. Al momento assistiamo con soddisfazione anche al rafforzamento della cooperazione economica tra Italia e Cina, e al supporto di entrambi i paesi alla crescita di un settore dinamico come quello del solare a livello globale".
Intanto il mercato mondiale, che ha una potenza cumulata di circa 70 GW (realizzata in soli 11-12 anni), di cui 51,7 GW nell'Unione Europea, si appresta a tagliare tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo la soglia dei 100 GW installati, ha annunciato Reinhold Buttgereit, segretario generale dell'Epia (European photovoltaic industry association). Ma forse il segnale più significativo del cambio di paradigma del sistema energetico europeo è riscontrabile nel dato sull'evoluzione della nuova potenza installata per le varie tecnologie per la produzione elettrica: sono quasi 22.000 i nuovi megawatt fotovoltaici installati nell'UE nel corso del 2011, per il gas si arriva a circa 9.000 MW, al netto delle dismissioni, mentre per il carbone a meno di 2.000 MW. Per il nucleare nel corso del 2011 si sino avute quasi solo dismissioni (- 6.200 MW).
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Fonte: Solarexpo