La micropropagazione è una tecnica che consente di ottenere un materiale vegetale caratterizzato da un'elevata qualità genetica e sanitaria, consentendo di rispondere sempre di più alle attuali esigenze commerciali del settore frutticolo e ortoflorovivaistico.
Questa tecnica di propagazione, perciò, rappresenta per il vivaismo moderno uno dei pilastri principali per raggiungere un livello di produzione industriale, ovvero produrre stock di portainnesti e cultivar in maniera veloce e sicura.
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Visto l'incremento dell'interesse nei confronti di questa tecnica di propagazione il Gruppo di Lavoro "Micropropagazione e tecnologie in vitro" della Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana (Soi) svolge periodicamente (circa ogni 10 anni) un censimento, con lo scopo di raccogliere dati statistici sulle caratteristiche strutturali dei laboratori commerciali e la produzione di piante vitro derivate.
AgroNotizie® in collaborazione con la Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana entra nel dettaglio del censimento svolto nel 2022 per evidenziare l'andamento dei laboratori specializzati e della produzione di piante micropropagate in Italia.
La Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana si adopera per sviluppare la cooperazione scientifica e tecnica tra il mondo della ricerca, gli imprenditori ed i professionisti del settore ortoflorofrutticolo interessando con le sue azioni ed attività un ampio settore dell'agricoltura che include le colture arboree da frutto e da legno, le piante ortive, le colture floricole, le piante ornamentali, il vivaismo, i tappeti erbosi e la gestione del paesaggio e la tutela degli spazi a verde, con il fine ultimo di favorirne il progresso e la diffusione.
Il censimento 2022
"Il censimento del 2022 è l'aggiornamento del primo censimento dei laboratori di micropropagazione commerciali italiani effettuato nel 2010, questo seguiva a due precedenti indagini preliminari del 1999 e del 2006" spiega Maurizio Lambardi, primo ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche e segretario generale della Soi.
I censimenti passati, pur avendo avuto un approccio meno sistematico di quelli più recenti, hanno comunque permesso di evidenziare il trend positivo della micropropagazione commerciale italiana nel recente ventennio. Testimoniato soprattutto da un costante aumento delle produzioni sia in termini di quantità e di ampiezza dell'offerta di specie, portinnesti e cultivar.
Come scritto all'inizio dell'articolo i dati raccolti sono riferiti alle caratteristiche strutturali dei laboratori commerciali e sulla produzione di piante in vitro.
Per le caratteristiche strutturali vengono considerate le seguenti voci:
- il numero di addetti complessivi alla micropropagazione e di posti cappa,
- le modalità di stoccaggio delle colture,
- la tipologia di contenitori impiegati per le colture e dei substrati nutritivi prevalentemente utilizzati,
- le modalità di preparazione e sterilizzazione dei terreni di coltura,
- la superficie complessiva delle scaffalature disponibili per i vasi di coltura,
- la tipologia delle sorgenti luminose,
- l'impiego di sistemi di coltura alternativi a quelli tradizionali (quali la coltura liquida),
- il tipo di acclimatazione del materiale vitro derivato.
Mentre per le produzioni nel questionario si chiedono i dati della produzione complessiva: espressa come numero totale di piante prodotte nel 2022 e la produzione nel dettaglio. E considerando quantitativamente le diverse categorie che sono portinnesti e cultivar di fruttiferi, ornamentali da esterno, da interno e fiore reciso, orticole e altre tipologie.
Questionario per la rilevazione delle informazioni
(Fonte: Soi)
I laboratori commerciali
"Al censimento 2022 hanno aderito 24 laboratori, tre in più rispetto al 2011. Solo dieci di quelli che avevano aderito al primo censimento lo hanno fatto anche nel nuovo, a testimonianza di un certo turn over con laboratori che, nel tempo, iniziano e altri che terminano l'attività" spiega Maurizio Micheli, docente dell'Università di Perugia.
La grandezza delle strutture è in generale medio piccola, probabilmente più duttili e rispondenti ai mutamenti del mercato, capaci di adattare velocemente le proprie produzioni.
Nel grafico: numero di laboratori specializzati che hanno aderito al censimento
(Fonte: Soi)
"Un dato interessante sono i posti cappa medi per laboratorio: ben il 50% ne è dotato per un numero variabile tra 6 e 10. Sei laboratori ne hanno meno, mentre cinque sono le strutture con più di 10 posti cappa, tra le quali una con oltre 40" continua Maurizio Micheli.
Inoltre, è emerso che gli operatori del settore sembrerebbero seguire con interesse la possibilità di ricorrere ad alcune novità tecnologiche.
Ad esempio, l'uso di nuove fonti luminose alternative all'uso dei vecchi tubi fluorescenti, l'automazione di alcune fasi del processo o il ricorso a sistemi di radicazione diretta in vivo per ridurre i tempi di ambientamento.
Invece per quanto riguarda la preparazione dei terreni di coltura prevale ancora l'impiego di materiali e attrezzature tradizionali come autoclavi verticali/orizzontali, vetreria o contenitori monouso in plastica e substrati agarizzati.
Infine, anche per i terreni di coltura rimangono i più utilizzati quelli classici come Murashige e Skoog, Woody Plant Medium, Driver e Kuniyuki, e Quoirin e Lepoivre. Con un utilizzo sporadico di Schenk e Hildebrandt, Gamborg e Olive Medium soprattutto per chi produce olivo.
Che ricadute pratiche hanno queste informazioni per gli addetti del settore?
Il censimento consente di ragionare sulla grandezza media dei laboratori. Questi dati, combinati con informazioni più generali, hanno permesso di confermare l'inserimento ormai avanzato di queste strutture nel contesto vivaistico, che implementano e potenziano aziende già molto attive ed importanti, sia sul mercato nazionale che internazionale.
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Per poter applicare la micropropagazione, quindi, non occorrono necessariamente strutture di grandi dimensioni: "Questa sembrerebbe la motivazione che spinge tanti giovani ad investire le proprie competenze e le proprie aspirazioni in questo settore del vivaismo. - conclude Maurizio Micheli - Una tendenza molto importante in prospettiva futura, anche considerando l'età media ancora molto elevata della maggior parte degli operatori agricoli italiani".
La produzione di piante in vitro
Per questa parte il dato che colpisce di più è la produzione totale di piante da micropropagazione nel 2022: quasi 52 milioni, a fronte dei 29 milioni riscontrati nel censimento del 2010. L'incremento medio di questi 12 anni è stato pari a quasi 2 milioni di piante per anno.
Questo incremento secondo il Gruppo di Lavoro Soi è la testimonianza della permanente e anche crescente vitalità del settore e capacità di produrre reddito e occupazione.
Il censimento per questa sezione si suddivide poi in tre categorie di piante: le frutticole, le orticole e le ornamentali.
Nel grafico: produzione di piante vitro derivate per anno negli anni 1998 (blu), 2006 (giallo) 2010 (rosso) 2022 (verde)
(Fonte: Soi)
Frutticole
Nei laboratori è predominante l'offerta delle specie da frutto con una quota del 77%.
Più nel dettaglio la produzione di portainnesti frutticoli risulta pari a oltre 29 milioni di piante, quindi di molto superiore al censimento eseguito 12 anni prima che era pari a 17,5 milioni di piante prodotte.
"Tra i portainnesti è interessante la comparsa di nuove offerte come l'UCB1 per il pistacchio, seguito poi da nocciolo e agrumi" spiega Maurizio Lambardi.
Rispetto al 2010 è cresciuta la produzione di GF 677 per pesco e nettarine (da solo quasi 13 milioni di piante, con una crescita di circa 4.5 milioni rispetto al 2010), mentre rimangono stabili i portainnesti M29C per l'albicocco, i vari Gisela per il ciliegio e il susino.
Per le cultivar, va rilevata la crescita del kiwi, una produzione più che raddoppiata dei piccoli frutti (mirtillo, lampone e more) e la straordinaria posizione raggiunta dal nocciolo (3 milioni di piante) la cui produzione nel 2010 non era significativa.
Orticole
Importante la crescita del carciofo con +50% della produzione rispetto al 2010, oggi offerto da ben 6 laboratori. Interessanti le nuove offerte come lo zenzero e la curcuma che nel censimento passato non esistevano.
Tra le altre specie il censimento ha rilevato la crescente produzione di acquatiche, con 2 milioni di piante prodotte che erano assenti nel 2010, e le nuove offerte di Paulownia, Arundo donax, Luppolo e Cannabis.
Ornamentali
Se per le frutticole e le orticole il trend è in salita o stabile per le ornamentali non si può dire altrettanto.
Infatti, il censimento ha evidenziato che per questo settore c'è una continua flessione per le specie da interno, esterno e da fiore reciso. Spiega Maurizio Lambardi: "Nel 2006 la produzione totale si attestava su quasi 7 milioni di piante, mentre al nuovo rilievo è risultata di solo 3 milioni".
Tra queste si segnala il ranuncolo che da solo ha avuto una produzione di 2 milioni di piante, mentre numeri molto più contenuti si sono registrati per Nandina, Photinia e piante carnivore, queste ultime peraltro non rilevate nel censimento 2010.
Per concludere
Questa indagine ha dunque sottolineato come l'Italia soprattutto per la produzione in vitro di frutticole funga da guida a livello sia europeo che mondiale.
"I nostri micropropagatori storici hanno creato una scuola nel settore, esportando tecnologie e procedure in molti altri paesi dell'area Mediterranea quali Spagna, Grecia, Turchia, Tunisia, Egitto. E oggi una schiera di giovani micropropagatori è pronta a prendersi questa eredità" conclude Maurizio Lambardi.
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