I consumatori e l'Unione Europea chiedono all'agricoltura di aumentare la sostenibilità ambientale delle produzioni, riducendo l'impiego di input, come ad esempio agrofarmaci e fertilizzanti. Al contempo gli agricoltori devono affrontare la sfida di mantenere, se non aumentare, la produttività e ottenere una giusta remunerazione per i propri sforzi.

L'innovazione
sembra essere l'unica chiave per risolvere questo dilemma. Innovazione che passa dalla ricerca di nuove sostanze attive, magari di origine biologica, a ridotto impatto ambientale. Dall'impiego del digitale per ottimizzare l'uso degli input agronomici. Ma anche dal miglioramento genetico per selezionare varietà che siano resistenti a patogeni ed insetti, richiedendo quindi un minor uso di agrofarmaci, e che siano efficienti nell'impiego delle risorse.

In provincia di Latina, nel comune di Borgo Sabotino, sorge il Centro di ricerca Bayer per il miglioramento varietale di alcune colture tipiche del made In Italy, quali ad esempio il pomodoro, il finocchio, il melone, l'anguria e molte altre ancora. Abbiamo avuto modo di vedere la struttura (28 ettari di serre e campi) in occasione della visita di Inci Dannenberg, presidente di Bayer Global Vegetable Seeds, manager statunitense a capo di Vegetables by Bayer, la nuova piattaforma dedicata agli operatori del settore orticolo che comprende due noti marchi, Seminis e De Ruiter, uniti in una comune nuova identità.


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Inci Dannenberg, presidente di Bayer Global Vegetable Seeds
Inci Dannenberg, presidente di Bayer Global Vegetable Seeds

"Vegetables by Bayer raccoglie l'eredità di due marchi molto forti, De Ruiter e Seminis, il primo leader nelle varietà per le colture protette, il secondo operante anche nel pieno campo. Il nostro sforzo è quello di investire nel miglioramento vegetale, per offrire agli agricoltori e alla filiera prodotti che siano buoni, nutrienti e salutari. Obiettivi che si sposano perfettamente con la missione di Bayer, riassumibile nel motto 'Salute per tutti, fame per nessuno'", ci spiega Dannenberg, che ha il compito di guidare gli sforzi di Vegetables by Bayer a livello globale.

Come si concretizza l'impegno di Vegetables by Bayer in Italia?

"Fornire frutta e verdura nutriente e salutare è un obiettivo chiave per Bayer che si concretizza a livello di genetica, offrendo sementi innovative, ma anche a livello di agrofarmaci per la difesa delle colture e strumenti digitali. Noi guardiamo alle esigenze degli agricoltori, soprattutto piccoli, e alle richieste che ci vengono dall'intera filiera e dai consumatori".

Oggi chi fa agricoltura biologica è costretto a utilizzare sementi non biologiche a causa dell'assenza di un'adeguata offerta di mercato. Vi state muovendo anche su questo fronte?

"Assolutamente sì, oggi il mercato del biologico è in rapida crescita. A livello globale il 15% dell'offerta di frutta e verdura è coperto dall'organic. I consumatori scelgono con sempre maggiore frequenza cibo biologico e noi vogliamo cogliere l'opportunità di selezionare varietà per questa filiera e ci stiamo attrezzando con strutture certificate per gestire le sementi".


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Un momento della visita al Centro di ricerche di LatinaUn momento della visita al Centro di ricerche di Latina


Bayer ha appena annunciato un investimento pari a 5,1 milioni di euro per potenziare il Centro di ricerca di San Nicolas, in Spagna. Qual è il ruolo di quel Centro e di quello dove ci troviamo adesso, a Latina?

"La struttura di Latina fa parte di un network internazionale vocato alla selezione di varietà innovative con un focus su pomodoro, melone, finocchio, anguria e altre specie. A San Nicolas stiamo facendo investimenti importanti per dotare la struttura di un Centro di ricerca all'avanguardia che si focalizzerà soprattutto sull'R&D al fine di accelerare i processi di miglioramento genetico".

Parliamo proprio di nuove tecnologie di miglioramento genetico. Qual è la posizione di Bayer riguardo alle Tea, Tecnologie di evoluzione assistita (o New breeding techniques)?

"Penso che sia importante focalizzarsi su soluzioni innovative che siano in grado di rispondere alle sfide attuali: produrre di più utilizzando meno input e diminuendo la pressione sull'ambiente".

I consumatori sono scettici quando si parla di tecniche di manipolazione genetica. Come vi ponete riguardo a questo aspetto?

"Le Tea non fanno altro che accelerare ciò che avviene in natura. Nei confronti del consumatore ci dobbiamo focalizzare sui benefici che queste nuove varietà potrebbero apportare".

Oggi Bruxelles è chiamata a legiferare su questa materia al fine di individuare un nuovo quadro normativo che regoli le Tea. Che risultato auspicate?

"Quello che posso dire è che noi siamo impegnati nel cogliere l'opportunità di offrire prodotti che siano sicuri, produttivi e sostenibili. Nonché rispondenti alle esigenze dei consumatori e della filiera. Dobbiamo usare la scienza e la tecnologia per ottenere tutto ciò e crediamo nella necessità di avere un quadro normativo che sia basato sulla scienza".

 

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Qual è la sua opinione circa il Green New Deal e la Strategia From Farm to Fork?
"Noi condividiamo gli obiettivi legati alla sostenibilità del settore agricolo e alla necessità di fornire cibo sano e nutriente ad una popolazione in crescita. Ci aspettiamo che il nuovo quadro normativo sia basato sulla scienza e che ci sia l'opportunità di fornire tutti i dati e le informazioni affinché le decisioni siano prese sulla base di dati scientifici".

Secondo lei come cambierà il settore sementiero in futuro?

"Credo che utilizzeremo sempre più le potenzialità che il digitale ci mette a disposizione per prendere decisioni più velocemente e selezionare tratti che siano interessanti per tutta la filiera e per l'ambiente. Già oggi utilizziamo molto il digitale, ma lo faremo sempre di più e gli investimenti che stiamo facendo vanno in questa direzione".