Sarà possibile la lotta al riscaldo superficiale delle pere senza l’utilizzo dell’etossichina? La risposta è sì.
E’ quanto emerge dai risultati del Progetto Ager Innovapero grazie alla ricerca condotta dallo staff coordinato dal professor Paolo Bertolini del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Bologna e dal professor Claudio Bonghi del Dipartimento di Agronomia dell’Università di Padova.
La soluzione consiste nell’utilizzo dell’1-Mcp (metilciclopropene), abbinato ad una corretta gestione della temperatura di conservazione (da -1°C a +1°C) che sulle pere, in particolare sulla cv Abate F., permette di superare il blocco della maturazione che si aveva utilizzando l’1-Mcp e che permaneva anche dopo la frigoconservazione. Una tecnica che non richiede grossi adeguamenti impiantistici e con due ulteriori grandi vantaggi: il risparmio energetico derivante dal mantenimento di una temperatura superiore di due gradi a quelle oggi adottate e l’umidità relativa più elevata che conferisce maggiore turgidità ai frutti mantenendo la qualità del prodotto. La ricerca ha evidenziato anche l’importanza di rispettare finestre di raccolta con durezze ottimali dei frutti attorno ai 4,5 - 5,5 kg, valori che garantirebbero incidenze di riscaldo superficiale notevolmente ridotte.
I ricercatori stanno lavorando alla messa a punto di un modello previsionale in grado di calcolare la probabilità dell’insorgenza del Riscaldo Superficiale per stimare fino a quale periodo ci si può spingere con la conservazione di pere non trattate, come quelle biologiche, ed è già stato individuato un valore soglia di riferimento. Mentre un ulteriore filone di attività, sempre finalizzato alla prevenzione del Riscaldo Superficiale, riguarda l’impiego dell’ “Atmosfera controllata dinamica” con basso ossigeno per la conservazione di Abate F.
Per approfondire i risultati ottenuti da questa ricerca è possibile leggere l’intervista al professor Paolo Bertolini, pubblicata sul sito del progetto Ager Innovapero al link: http://www.ager.innovapero.it/index.php?option=com_content&view=article&id=90:intervista-a-paolo-bertolini-&catid=7:news-e-interviste&Itemid=9
Sul sito www.ager.innovapero.it sono inoltre disponibili i risultati di tutte le attività di ricerca che riguardano i seguenti ambiti: studio della resistenza genetica alla maculatura bruna (Stemphylium vesicarium) ed alla Psylla, utilizzo di reti antinsetto (Alt’Carpo’) per la lotta a Carpocapsa, messa a punto di molecole di origine naturale estratte da residui di lavorazioni agro-industriali per la lotta ai funghi del pero, corretta gestione dell’irrigazione e infine la messa a punto della potatura in funzione del sistema di allevamento per uniformare la maturazione ed ottimizzare la frigoconservazione dei frutti.
Il progetto Ager Innovapero è coordinato dal professor Stefano Musacchi del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Bologna ed i gruppi di lavoro fanno capo all’Università di Firenze, all’Università di Padova, al Tecnopolo Terra&AcquaTech dell’Università di Ferrara, al Creso, Consorzio di ricerca, sperimentazione e divulgazione per l'ortofrutticoltura piemontese, di Cuneo, alla Fondazione per l’agricoltura F.lli Navarra di Ferrara ed al Canale emiliano romagnolo, Cer, di Bologna. L’attività è finanziata da tredici fondazioni bancarie.
Per informazioni: www.progettoager.it
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Fonte: Progetto Ager Innovapero