Oggi chi intende comprare una macchina agricola nuova può scegliere tra l'acquisto, il noleggio o il leasing.
Regolato dalla Legge 124/2017 (o Legge Annuale per il Mercato e la Concorrenza, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 14 agosto 2017 n. 189) il leasing - quello finanziario è il più diffuso in agricoltura da una decina d'anni - prevede la stipula di un contratto tra un soggetto concedente (banca o società finanziaria iscritta all'albo) e un locatario (utilizzatore del bene).
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Come in una normale pratica di acquisto, nella procedura di leasing vanno scelti il modello, la configurazione e gli optional definendo il prezzo con il dealer. A questo punto, la società finanziaria acquista il mezzo indicato per conto dell'operatore che lo usa - mediamente - per un periodo da tre a sette anni pagando una rata iniziale e, successivamente, canoni di locazione mensili, trimestrali o semestrali a tassi d'interesse fissi o variabili. Il tasso fisso è il più diffuso in agricoltura perché fornisce maggiori certezze sui piani di rimborso.
"Alla scadenza del contratto, il cliente può restituire la macchina o divenirne proprietario (diritto di opzione) pagando un riscatto predeterminato, che di solito ammonta all'1% del prezzo d'acquisto iniziale" spiega Michele Bertrandi, general manager Business Unit Equipment & Logistics Solutions di Bnp Paribas Leasing Solutions Italia. "La quasi totalità degli agricoltori riscatta il mezzo".
I mezzi agricoli, infatti, si svalutano lentamente: un po' il primo anno e poi sempre meno, conservando un valore elevato (spesso superiore al 50% di quello iniziale) anche dopo alcuni anni. Per questo conviene riscattarli.
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Il leasing finanziario riscuote successo in tutta Italia tra agricoltori e contoterzisti che, con esso, hanno accesso a mezzi nuovi senza dover immobilizzare grandi somme per l'acquisto. "Tra gli agromeccanici che faticano ad accedere al credito per il lungo tempo di ritorno degli investimenti - dichiara Roberto Guidotti di Cai - è la forma più diffusa di finanziamento soprattutto per le macchine più costose, come trattrici di alta potenza e mietitrebbie. Tuttavia, negli ultimi anni, sta crescendo il ricorso al leasing per acquisti di modesta entità, sotto i 50mila euro".
Il leasing agevola anche l'attività dei concessionari. "Accettato da tutti i costruttori, vanta tassi molto competitivi rispetto a quelli bancari e tempi di delibera più rapidi" affermano i rivenditori associati di Federacma. "Senza tale formula, circa il 90% delle vendite di mezzi agricoli non si realizzerebbe".
"Sul totale delle macchine vendute in leasing, il 60-90% sono trattrici di medio alta potenza e il 10% macchine da raccolta" aggiungono i concessionari Federacma. Secondo Bertrandi, il leasing è molto utilizzato anche per i sollevatori telescopici e per le attrezzature semoventi e trainate di un certo valore. Le attrezzature rappresentano circa il 6% del mercato agricolo di Bnp Paribas Leasing Solutions Italia.
Uno strumento, tanti vantaggi
Il leasing è molto apprezzato perché personalizzabile. Alla stipula del contratto con la società di leasing, l'utilizzatore - che si assume tutti i rischi connessi al mezzo - può richiedere servizi aggiuntivi come la manutenzione ordinaria del macchinario, l'estensione di garanzia e specifiche assicurazioni a copertura di furto, incendio e danni materiali.
A rendere il leasing ancora più flessibile sono particolari formulazioni esenti da complessi iter burocratici, con cui variare la durata e l'ammontare dei canoni previsti nel contratto, cedere il contratto a terzi qualora si voglia sostituire il macchinario o ancora, estinguere il contratto anticipatamente.
In caso di mancato pagamento dei canoni, la società di leasing, dopo aver analizzato le motivazioni correlate all'insolvenza, cerca una soluzione per il rientro dello stato debitorio per prevenire contenziosi. Se l'azienda agricola fallisce, si applicano le norme di legge che regolano le procedure concorsuali.
Per le aziende con contabilità ordinaria, il leasing prevede alcuni vantaggi fiscali come il frazionamento dell'Iva nei canoni di locazione, la possibilità di ammortamento accelerato e la piena deducibilità dei canoni. "È inoltre possibile, come da poco chiarito dalla Ragioneria di Stato, usufruire di diversi incentivi, tutti cumulabili con i fondi Pnrr", sottolinea Bertrandi.
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Leasing Versus credito agrario: uno a zero
Il leasing sembra essere più adatto al mercato attuale di quanto non lo sia il credito agrario. Secondo Bnp Paribas Leasing Solutions Italia, il credito - usato per il 60% dei finanziamenti di macchinari agricoli nel 2012-2013 - è richiesto per meno del 10% dei mezzi agricoli venduti oggi sul territorio. Un declino attribuibile alle sue complesse procedure - sottoscrizione di cambiali e apposizione di bolli e timbri postali - in contrasto con la moderna digitalizzazione che ha reso vetuste le cambiali.
Anche la possibilità di dedurre solo il 19% degli interessi passivi - contro la deduzione dell'intero canone del leasing - rende meno conveniente il credito agrario che rimane strumento di elezione nel Centro Sud Italia a causa dei bandi europei (Psr, Por, fondi comunitari) che prevedono la proprietà del bene.
"Anche in alcuni bandi regionali, i contributi sono concessi se sussiste l'immediata proprietà del bene" fa sapere Bertrandi. "Troppo spesso la Pubblica Amministrazione non considera il fatto che il leasing riconosce in modo immediato ed esclusivo la disponibilità e l'utilizzo del bene all'agricoltore, rimandando solo il pieno possesso al momento del riscatto".
Cosa cambia con il Pnrr?
Fortunatamente l'Europa si muove in modo diverso e il Pnrr apre agli agricoltori la possibilità di sfruttare i vantaggi del leasing - maggiori garanzie sul bene e tracciabilità del disinvestimento anticipato - per gli investimenti di ammodernamento del parco macchine.
Posto che le risorse stanziate dal Pnrr - 400 milioni di euro fino al 2026, ripartiti tra trattrici e attrezzature trainate - sono insufficienti a svecchiare l'obsoleto parco macchine italiano, perlomeno saranno accessibili a tutte le imprese agricole e contoterzi, di qualsiasi dimensione e indirizzo.
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Inoltre, il Pnrr unito alla Nuova Sabatini, al credito d'imposta e al super ammortamento già in vigore, crea secondo Bertrandi "un panorama favorevole per chi vuole investire nelle migliori soluzioni presenti sul mercato in preparazione alle nuove sfide. In questo contesto difficilmente ripetibile, il leasing lega bene le necessità degli agricoltori agli obiettivi strategici del Pnrr, a cominciare da innovazione, digitalizzazione e transizione ecologica".
Nuova Sabatini e leasing, unione virtuosa
La Nuova Sabatini, rifinanziata per il 2022, consente alle micro, piccole e medie imprese di ottenere finanziamenti con leasing finanziario. "Nell'ultimo periodo abbiamo usato la Sabatini per circa il 50% dei beni finanziati tramite leasing in ambito agricolo supportando aziende di qualsiasi dimensione e regime contabile" afferma Bertrandi.
"Nel complesso, il mercato si è mostrato già abbastanza ricettivo, ma ci sono ampi margini di crescita" prosegue il manager. "L'attuale convergenza di finanziamenti è da cogliere senza indugi soprattutto nel Sud Italia, dove spesso prevale l'agricoltura tradizionale e c'è maggior bisogno di un cambio di approccio".
In ogni caso, in fase di scelta della forma di finanziamento e di adesione ad agevolazioni come la Sabatini, è sempre importante rivolgersi a consulenti specializzati o agli esperti messi a disposizione dalle associazioni di categoria.
Cosa riserva il futuro?
Se oggi il leasing finanziario risulta più appetibile a causa degli incentivi pubblici disponibili, un domani potrebbe diffondersi maggiormente il leasing operativo (di breve durata e privo della possibilità di riscatto) che consente all'agricoltore di utilizzare il macchinario con relativi servizi inclusi, di pianificare i costi fissi e di accelerare il ricambio tecnologico.
Per ora il leasing operativo - che ha come limite l'immissione sul mercato di una grande quota di usato, difficile da smaltire - resta un prodotto di nicchia. "Il leasing operativo, anche per tecnologie digitali, è molto raro e meno utilizzato anche del noleggio a lungo termine" dichiara Roberto Guidotti.
"Nei prossimi anni, probabilmente decolleranno prodotti più sofisticati, come il noleggio a breve termine o il pay per use, cioè il pagamento connesso all'utilizzo effettivo del bene ed espresso in ore di lavoro" prevede Michele Bertrandi. Driver nell'ammodernamento dei prodotti finanziari saranno le necessità degli agricoltori più giovani, meno interessati al possesso di macchinari e più orientati all'aggiornamento delle flotte.