L'irrigazione della vite realizzata attraverso l'impianto di microirrigazione a goccia ad alta uniformità, è uno strumento tecnico di alto profilo adatto a tutte le aree viticole e capace di soddisfare le attese sia produttive che, soprattutto, quelle qualitative. Una corretta restituzione idrica, commisurata ai fabbisogni fisiologici minimi della vite, ha effetto positivo sulla qualità dei mosti e quindi dei vini. Le moderne tecniche di controllo dei livelli di stress idrico sono parte degli strumenti a disposizione della viticoltura di qualità e dell'enologia mirata alla valorizzazione delle varietà autoctone e del territorio e consentono il mantenimento degli standard minimi di qualità attesi, necessari per una presenza competitiva sui mercati.

Diversi aspetti della fisiologia della vite sono legati allo stato idrico, alla produzione ed ai contenuti organolettici delle bacche. La convinzione comune che la vite trovi giovamento, dal punto di vista della qualità dei frutti, da forme prolungate di stress idrico, può essere fuorviante se non accuratamente definito. E' necessario capire quali stress siano tollerabili o ammessi e a che livello possano agire. Determinate soglie di stress idrico possono compromettere la produzione e impoverire la qualità complessiva finale del mosto e quindi del vino. Anche la fase fenologica in cui lo stress si manifesta, è altrettanto decisiva.

Dal punto di vista fisiologico il fenomeno principale, correlato all'irrigazione, è la traspirazione, direttamente legata alla capacità della pianta di regolare la chiusura degli stomi fogliari per non disperdere troppa acqua dai tessuti. Saper dosare correttamente l'apporto idrico alla pianta diventa condizione fondamentale per evitare un'eccessiva spinta vegetativa. In caso di eccessi, la pianta, beneficiando di un extra dal punto di vista idrico, produce eccessiva sostanza secca, ovvero più germogli, tralci, foglie e grappoli quindi maggiore produzione di uva per ettaro. Le sole irrigazioni di soccorso, se non meglio definite, possono essere insufficienti se non controproducenti.

Gli approfondimenti sul ruolo delle sostanze fenoliche nobili presenti nelle bucce, il concetto di equilibrio nel rapporto tra zuccheri ed acidi nel mosto, il diradamento dei grappoli, le pratiche di potatura verde, la conoscenza di meccanismi di competizione tra i siti di accumulo delle sostanze elaborate hanno evidenziato l'importanza delle pratiche irrigue a fini qualitativi. Gli studi accademici italiani più recenti, svolti in collaborazione con le più affermate aziende vitivinicole, rimarcano la necessità del ruolo tecnico-agronomico dello strumento irriguo.

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Vigneto


I vantaggi nei primi anni d'impianto si rilevano a carico delle barbatelle. Si evidenzia una maggiore uniformità di sviluppo e maggiore percentuale d'attecchimento, anche se le barbatelle sono messe a dimora tardivamente in periodi asciutti come giugno luglio. E' possibile evitare morie legate ai primi caldi e anticipare l'ingresso in produzione di almeno un anno. Investire in un impianto irriguo significa, da subito, risparmiare sul carro botte o su un sistema in aspersione ad alto volume, altrimenti necessario per garantire l'attecchimento. Inoltre nei primi due o tre anni la nutrizione minerale può essere integrata con alta efficienza attraverso la fertirrigazione.

Nei primi anni di produzione si riesce a gestire molto bene la contemporaneità di maturazione delle uve e la maggiore produzione per ceppo si associa positivamente con possibili incrementi di gradazione zuccherina o, dove voluto, d'acidità come acido malico. Consente di limitare gli stress idrici dannosi permettendo rapidità d'intervento e, grazie all'altissima efficienza, fa in modo che l'acqua fornita, possa essere utilizzata completamente dall'apparato radicale.

Irrigazione vigneto - UniwineAl fine di migliorare qualitativamente il prodotto, assieme alla scelta delle cultivar e dei portinnesti, a nuove tecniche di gestione del suolo e nuovi metodi di allevamento, il viticoltore dovrà prendere in seria considerazione anche la gestione irrigua del vigneto. Lo "stress idrico" della vite si determina tutte le volte che la disponibilità d'acqua della riserva idrica del suolo risulta inferiore alla richiesta evapotraspiratoria dell'apparato fogliare della pianta, portando ad alterazioni di tipo morfologico, fisiologico e biochimico. Questa condizione è poco frequente nel periodo primaverile, fino alla fioritura e successiva formazione dell'acino, per la presenza di riserva idrica naturale nel suolo e di apporti pluviometrici caratteristici del periodo. Si verifica invece molto spesso stress nel periodo che va dall'inizio dell'ingrossamento dell'acino fino all'invaiatura. Il primo sintomo di stress idrico è a carico della riduzione nello sviluppo dell'area fogliare e nella formazione di nuove foglie, seguito dal blocco nell'allungamento dei tralci e anticipata senescenza delle foglie basali.

Mentre l'irrigazione in deficit o stress idrico controllato pone la pianta in condizioni simili a quelle delle annate asciutte, lo stress prolungato è paragonabile a quello delle annate molto siccitose dove un severo "stress idrico" può comportare una riduzione di produzione e qualità causata da un'insufficiente elaborazione fotosintetica. In tali situazioni l'irrigazione può venire in aiuto del viticoltore, ma occorre cautela e professionalità per evitare effetti indesiderati, come aumento di sostanza secca, grossolanità al palato e povertà di aromi fini.

Grappolo - uvaL'irrigazione della vite è quindi da applicare per garantire, nel complesso, una buona vendemmia, ottenendo nel contempo un miglioramento del profilo del vino. Per stabilire un'influenza positiva dell'acqua in termini qualitativi vengono presi in considerazione i dati analitici più significativi in fase di fermentazione quali zuccheri ed acidi ma anche polifenoli e peso medio del grappolo. Dati sperimentali evidenziano come un buon equilibrio idrico produca, in termini di vini, dei prodotti ricchi in polifenoli, morbidezza e buona gradazione, il tutto con un equilibrato patrimonio acido e quindi freschezza.

Dal punto di vista pratico occorre portare le viti vicino ad uno stress idrico per poi reintegrare una quantità d'acqua programmata con irrigazioni pianificate. Con l'irrigazione in deficit idrico controllato si regola lo stato idrico della pianta, determinandone le risposte in funzione della fase fenologica in cui il livello di stress minimo idoneo è applicato. L'esperienza insegna per esempio che, influenzando lo sviluppo della bacca per avere un rapporto buccia/polpa vantaggioso, in termini di maggiore disponibilità degli antociani, induciamo la pianta, nel contempo, a risparmiare sulle risorse da investire in germogli. Si può quindi intuire come, in zone viticole provviste d'impianti irrigui, sia facile ottenere vini di ottima qualità.

Vini d'alto livello si ottengono da uve provenienti da piante gestite mantenendo questo speciale e delicato equilibrio durante le fasi di crescita della vite. I cambiamenti climatici imprevedibili rendono l'equilibrio fra acqua, terreno e temperatura sempre più a rischio. Di conseguenza controllare il processo di produzione dell'uva e mantenere costanti qualità e rese è per i viticoltori sempre più importante. 

Irrigazione vigneto - Uniwine - NetafimLa competenza maturata da NETAFIMTM nel corso degli anni e la sua ampia gamma dedicata, rappresentano la miglior garanzia per un prodotto di qualità e per una gestione razionale dell'irrigazione finalizzata ad ottimizzare l'uso dell'acqua in termini d'efficienza e costi.

Con strategie irrigue mirate al controllo dello stress idrico e alla preservazione delle ottimali condizioni d'umidità del terreno, NETAFIMTM offre soluzioni su misura che assicurano la qualità desiderata e il mantenimento delle attese produttive.


Il buon andamento della maturazione e l'ottenimento di vini di qualità dipendono, da un punto di vista viticolo, dall'esistenza dei vari meccanismi che permettono di regolare l'alimentazione idrica della vite. Oltre alla natura del suolo, partecipano a questa regolazione la topografia e la presenza di un'irrigazione controllata
(Riberau-Gayon et al. Trattato di Enologia I. Edagricole 2004)

 

A cura di Netafim Italia S.r.l.