La fermentazione è da sempre un pilastro fondamentale dell'economia agroalimentare. Dai processi artigianali alle più moderne tecnologie industriali, è alla base della produzione di vino, birra, yogurt, prodotti per la panificazione, biometano, superfood come la spirulina e molto altro ancora. Un settore in forte espansione, che oggi affronta nuove sfide legate alla sostenibilità, alla scalabilità e all'efficienza produttiva.

 

In questo contesto si inserisce HypeSound, una startup biotech italiana che ha messo a punto una tecnologia innovativa: utilizzare il suono per stimolare i microrganismi e ottimizzare i processi fermentativi.

 

HypeSound è una startup accelerata da FoodSeed, il programma di accelerazione agrifoodtech della Rete Nazionale CDP Venture Capital Sgr, nato con il sostegno di partner promotori e investitori come UniCredit, Fondazione Cariverona ed Eatable Adventures, tra i principali acceleratori foodtech su scala globale.

 

"La startup è nata come azienda familiare, fondata da Pietro e Giorgio Labruzzo. L'idea è maturata durante il PhD di Pietro, che studiava Scienze Ambientali. A Mazara del Vallo (Tp), notò che in alcune zone marine le alghe crescevano più rigogliose, scoprendo poi che il fenomeno era legato alle vibrazioni generate dalle onde sugli scogli", ci spiega Matteo Crucito, ceo di HypeSound.

 

"Un altro spunto è arrivato dallo studio dei fenicotteri rosa, che scuotendo il becco a pochi centimetri dal fondale creano una vibrazione utile a selezionare meglio il cibo. Queste due osservazioni di fenomeni naturali sono state il punto di partenza per lo sviluppo della nostra tecnologia".

 

In cosa consiste?

"La nostra tecnologia brevettata si chiama So'Sweep ed è un sistema plug and play che sfrutta onde sonore a bassa frequenza per stimolare la crescita di microrganismi. In particolare, abbiamo validato il sistema su microalghe e stiamo lavorando su lieviti e batteri. I benefici sono concreti: +300% di biomassa, -50% di costi produttivi, +95% di purezza della coltura".

 

Da sinistra a destra: Cristian Inostroza, Pietro Labruzzo e Giorgio Labruzzo

Da sinistra a destra: Cristian Inostroza, Pietro Labruzzo e Giorgio Labruzzo

(Fonte foto: HypeSound)

 

Come funzionano le onde sonore nel dettaglio?

"Nel caso delle microalghe le onde eliminano l'effetto ombra all'interno dei bioreattori, migliorando l'efficienza fotosintetica. Per i lieviti, le onde portano le cellule al livello ottimale di risonanza: è un po' come andare in palestra, si stressano le cellule che, per reazione, aumentano l'assorbimento di nutrienti e quindi crescono di più".

 

Quali sono i vostri mercati di riferimento?

"Al momento siamo focalizzati sul mercato delle microalghe, con applicazioni in acquacoltura, food & supplement e biofuel. Il secondo mercato è quello dei lieviti, molto ampio: bakery, brewery, wine, bioetanolo, feed, alternative protein. Ma la nostra tecnologia ha potenziali applicazioni ovunque ci sia fermentazione".

 

Come sta evolvendo l'azienda dopo il round pre seed?

"Abbiamo appena chiuso un round da 1,2 milioni di euro, a cui si aggiungerà presto anche Agrofood BIC. Questi fondi ci serviranno per consolidare il nostro team, rafforzare l'R&D, validare la tecnologia con l'Università di Wageningen e sviluppare un prototipo industriale. L'obiettivo è iniziare a generare revenue e prepararci a un successivo round più importante, tra i 6 e i 10 milioni".

 

Qual è il valore aggiunto della vostra soluzione plug and play?

"Il mondo ha un enorme gap produttivo nei processi fermentativi: oggi abbiamo una capacità di 0,1 miliardi di litri rispetto ai 10 previsti entro il 2030. Ma costruire nuovi impianti richiede fino a quarantotto mesi e investimenti enormi. Noi interveniamo sugli impianti esistenti, migliorando i cicli produttivi senza la necessità di infrastrutture aggiuntive".

 

Qual è la composizione del team oggi?

"Oltre a me, che sono il ceo, Pietro è il cto e Giorgio è il coo. Abbiamo poi Cristian Inostroza come ingegnere responsabile dello sviluppo dei bioreattori. Ma stiamo espandendo anche il team R&D e business con nuove figure".

 

E il tuo background?

"Ho esperienza in startup B2B e B2C: ho lavorato per Jobby, una HR tech, lanciandola nel mercato UK, e per Gibo, una food delivery robotica. Ho anche seguito una startup AgriTech chiamata Napt, cresciuta da uno a cinquanta dipendenti. Sono sempre stato affascinato da progetti che uniscono tecnologia, sostenibilità e impatto reale".

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