Il mercato delle polizze agricole agevolate conferma, nel 2022, la tendenza alla crescita di valori e premi che, in base ai dati delle compagnie assicurative, hanno raggiunto nella scorsa campagna un nuovo massimo storico. Lo rileva l'Ismea nel "Rapporto sulla Gestione del Rischio in Agricoltura 2023", che per l'insieme delle polizze agevolate, finanziate fino al 70% con contributi Ue e nazionali, stima un valore assicurato nel 2022 di 9,6 miliardi di euro, in crescita del 5,2% su base annua, di cui 7,1 miliardi relativi al solo comparto delle colture vegetali (+5,9%).

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Le polizze sulle produzioni zootecniche sono le uniche a registrare un andamento in controtendenza (-6,5% i valori rispetto al 2021), mentre le assicurazioni a protezione delle strutture aziendali hanno registrato un incremento del 14,6%.

 

Con un aumento nettamente più sostenuto rispetto alla dinamica dei valori per l'ulteriore rialzo dei costi assicurativi, i premi hanno raggiunto un livello di 735 milioni di euro, di cui 697 milioni per le sole coltivazioni (+12,2% sul 2021).

 

La tariffa media nel comparto vegetale, che concentra quasi tre quarti del totale dei valori assicurati, ha ormai sfiorato la soglia del 10%, confermando, con un avanzamento di 0,6 punti percentuali nel 2022, un trend in ascesa in atto da sei anni, che solo tra 2021 e 2022 registra un tasso di crescita del 6,5%.

 

Tale andamento della tariffa media significa che negli ultimi sei anni la sommatoria dei premi versati dagli agricoltori alle compagnie è cresciuta più velocemente della sommatoria dei valori assicurati, essendo la tariffa media il rapporto tra questi due valori, con i premi versati al numeratore e i valori assicurati al denominatore.

 

Evoluzione della tariffa media delle assicurazioni agevolate nel comparto vegetale

(Fonte: Ismea)

 

Il Rapporto di Ismea spiega che tale fenomeno "può essere giustificato, in parte, dal peggioramento dei livelli di sinistrosità" del settore agricolo delle colture vegetali, in parte dall'aumento dei costi generali e quindi dall'inflazione. Due elementi che convergono nel rafforzare la tendenza delle compagnie ad aumentare più velocemente i premi per coprirsi dal maggior rischio percepito a causa dell'aumentare del numero di sinistri denuciati e - in prospettiva - da risarcire.

 

Tale ipotesi sembra avere più di un solido fondamento. Tanto è vero che in un periodo più lungo, segnatamente il decennio 2012-2021 "il combined ratio si è attestato al 113%, al di sopra dell'equilibrio tecnico" scrive Ismea. E il combined ratio è l'indice di profittabilità del settore assicurativo, dato dal rapporto tra il valore dei sinistri occorsi (al numeratore) ed il valore dei premi assicurativi incassati al netto dei costi di gestione (al denominatore).

 

E un valore del combined ratio superiore alla soglia del 100% indica che le compagnie hanno un margine negativo dalla gestione tecnica danni.

 

Per numero di aziende assicurate, sempre in relazione al comparto delle coltivazioni, emerge un incremento dell'1,7% rispetto al 2021, con quasi 65.700 imprese. Se a queste si aggiungono gli allevamenti e le aziende con polizze contro i danni alle strutture, si superano le 76.600 unità, una platea anche questa più estesa rispetto all'anno precedente (+1% circa).

 

Nel segmento delle colture vegetali, i dati del 2022 attribuiscono alla macroripartizione geografica del Nord una quota di mercato ancora preponderante, pari al 78,5%, contro il 9,2% del Centro ed il 12,3% del Sud (Isole comprese). Il Mezzogiorno, nelle ultime sei campagne assicurative, ha recuperato oltre 5 punti percentuali di quota, nonostante il mercato risulti ancora fortemente sbilanciato territorialmente, anche per fattori economici, climatici e strutturali.

 

L'analisi dei dati disaggregati per prodotti evidenzia ancora una forte concentrazione dei valori assicurati, con il primato dell'uva da vino, che nel 2022 ha raggiunto 2,3 miliardi di euro (+10%), seguita da mele (oltre 682 milioni di valori assicurati; -2,6% sul 2021), mais da granella (548 milioni di euro; +25,5%), riso, e pomodoro da industria. Di un certo rilievo anche le dimensioni del mercato assicurativo dei frumenti (tenero e duro), del kiwi e delle pere, oltre a soia, tabacco, pesche e nettarine e prodotti vivaistici.

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In relazione alle avversità catastrofali, rappresentante da gelo e brina, siccità e alluvione, il sistema sembra confermare un graduale disimpegno da parte delle compagnie, con forme di limitazione e condizioni sempre più stringenti nelle coperture assicurative contro gli eventi estremi, di intensità e frequenza sensibilmente aumentati in questi ultimi anni.

 

Il Rapporto, oltre alla consueta analisi del mercato assicurativo arricchita da un'ampia appendice statistica, fornisce un aggiornamento sul quadro programmatorio e sull'attuazione finanziaria degli interventi di risk management, nonché una ricognizione dell'andamento meteoclimatico che ha caratterizzato l'intera annata trascorsa.

 

Con la nuova Politica Agricola Comune, la gestione del rischio in agricoltura si è dotata in Italia di un impianto più solido, rafforzato anche sul piano finanziario e soprattutto innovativo.

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Al collaudato strumento delle assicurazioni agricole agevolate e ai fondi mutualistici e Ist (Stabilizzazione dei Redditi Agricoli), già attivati con la precedente programmazione, si affianca da quest'anno un Fondo Obbligatorio di Mutualizzazione Nazionale contro gli Eventi Catastrofali, rivolto all'intera platea degli agricoltori percettori degli aiuti diretti, costituita da circa 700mila aziende, il cui scopo è operare in stretta sinergia con le polizze assicurative e in raccordo con gli altri strumenti. Uno strumento che è ora alla prova degli eventi.