Gli schemi di certificazione delle aziende agricole in Ue contribuiscono alla sostenibilità ambientale dell'Unione Europea, ma si può fare di più. Lo dice un recente studio del Parlamento Europeo. Germania prima in Europa, Italia quinta.

Il caso di Equalitas, uno schema che si occupa di settore vinicolo, emissioni di carbonio e salute delle piante. Fanno scuola gli schemi sul benessere degli animali.

 

Schemi di certificazione: cosa sono e quanti sono in Ue

Gli schemi di certificazione per i prodotti agricoli permettono di garantire, tramite appositi meccanismi di controllo, il rispetto di specifici metodi di produzione di un prodotto, salvaguardandone le caratteristiche tramite diverse iniziative in varie fasi della filiera.

 

Un recente studio del Parlamento Europeo ha individuato un totale di 198 schemi di certificazione tra le aziende agricole, di cui 170 (l'86%) si trovano in Unione Europea e i restanti 28 in Paesi terzi, i quali certificano principalmente i settori di bestiame, frutta e verdura, colture, vino e frutti di mare.

 

La Germania è il Paese che ne ha di più (47), seguita da Spagna e Francia con 18 e da Regno Unito e Italia con 14.

 

Quali sono gli schemi Ue più sostenibili

Tra tutti gli schemi, 15 sono stati selezionati per un'analisi dettagliata, alcuni dei quali contribuiscono alla maggior parte degli obiettivi di sostenibilità dell'Unione Europea (Sustainable finance package). Tra questi, lo schema italiano Equalitas, lo svedese IP Sigill, l'inglese Leaf, il tedesco Naturland e il francese Haute Valeur Environnementale (Hve).

 

Una parte di schemi si focalizza invece su un obiettivo specifico. A occuparsi di benessere degli animali sono principalmente lo schema olandese Beter Leven e quello tedesco Initiative Tierwohl, che certificano l'uno il mercato dei maiali e l'altro l'80% di polli e tacchini e il 34% di maiali tedeschi; mentre, con a cuore il tema del clima c'è lo schema francese Label Bas-Carbone, uno tra i pochi a monitorare la quantità di bestiame impegnata a ridurre le emissioni. Altri schemi si occupano di emancipazione economica e sociale, tracciabilità e origine controllata (Ig, Igp, eccetera).

 

Gli schemi italiani

L'Italia si posiziona quinta in classifica, con un totale di 14 schemi di certificazione. Tra questi c'è Equalitas, uno schema che certifica il settore vinicolo facendo attenzione alla salute delle piante e calcolando le proprie emissioni carbonio, qualificandosi così tra gli schemi che fanno attenzione alla produzione di energia rinnovabile.

 

Gli altri schemi di certificazione italiani individuati dallo studio sono: Carta della Qualità del Parco delle Dolomiti Bellunesi, Garanzia Aiab, Icea voluntary standards, Agriqualità, Biodiversity Friend, Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata per le Produzioni Agricole (Sqnp), Viva, Marchio di Qualità Ambientale del Parco Nazionale del Pollino, Marchio Qualità Controllata, Qualità Garantita dalle Marche, Sapore di Campania, Tuscia Viterbese e Disciplinare di Etichettatura Volontaria delle Carni di Pollame.

 

Una Pac più green

Secondo lo studio, una quota di schemi di certificazione rispetta gli obiettivi ambientali della Politica Agricola Comune (Pac) (Gaec, Good Agricultural and Environmental Conditions e Smr, Statutory Management Requirements), in particolare quelli legati alle buone pratiche agricole (Hve, IP Sigill e Leaf). Tuttavia, gli esperti hanno osservato come le pratiche possano variare notevolmente a seconda delle certificazioni e di solito coprono meno di un quarto delle 22 potenziali pratiche sostenibili della Commissione Europea (Commission publishes list of potential eco-schemes) che gli ecoschemi (ossia i pagamenti che premiano gli agricoltori per l'osservanza di pratiche sostenibili per l'ambiente) possono supportare.

 

Anche se alcuni Piani Strategici Nazionali (quelli di Italia, Francia, Irlanda e Polonia) fanno già uso di schemi di certificazione per migliorare la nuova Pac, un loro maggiore uso all'interno della Politica Agricola Comune può contribuire all'adozione e al mantenimento di pratiche ecosostenibili.

Per raggiungere questo obiettivo, gli autori dello studio suggeriscono di richiedere agli schemi un contributo per almeno un obiettivo ambientale della Pac o l'istituzione di un sistema di controllo da parte dell'Unione Europea.

 

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Schemi di certificazione e sostenibilità

Schemi di certificazione e sostenibilità

(Fonte foto: AND International)

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