Big data in agricoltura: ancora poco usati dalla Commissione Ue per analizzare i dati Pac.
Lo ha rilevato la Corte dei Conti Ue in una recente relazione osservando i principali ostacoli da superare: i dati trasmessi dagli Stati membri sono troppo aggregati e in formati diversi, mentre la Commissione Ue, che raccoglie sufficienti dati su prezzi di mercato e pagamenti, ma ancora pochi su agrofarmaci e pratiche agronomiche, utilizza strumenti troppo convenzionali come fogli elettronici o procedure manuali per l'analisi dei dati.
L'Italia si afferma tra i migliori Paesi in Ue per la condivisione di dati geospaziali sul portale Inspire.
I big data in agricoltura, risorse poco sfruttate
In tutto il mondo le organizzazioni utilizzano sempre più spesso i big data, dati estremamente complessi e numerosi che possono essere analizzati tramite specifici sistemi di elaborazione.
Anche in agricoltura vengono raccolti vari dati sulle aziende agricole - come dati meteorologici, sui prezzi di mercato, sulla qualità del suolo o sul movimento degli animali - attraverso vari mezzi, tra cui registri amministrativi, questionari, app per telefoni, satelliti, droni, intelligenza artificiale e macchinari agricoli di precisione.
Una recente relazione della Corte dei Conti Europea ha rilevato come la Commissione Ue non abbia sfruttato abbastanza le potenzialità offerte dai big data per elaborare la nuova Politica Agricola Comune (Pac), che partirà nel 2023, e quella successiva (2027). La Pac rappresenta oltre un terzo del bilancio dell'Ue (408 miliardi di euro tra il 2014 e il 2020) e assicura una serie di obiettivi tra cui la sicurezza alimentare, la protezione ambientale, il sostentamento degli agricoltori e lo sviluppo delle zone rurali.
Le banche dati usate per i dati Pac
Si usano diverse banche dati per gestire i dati relativi alla Pac: l'Isam, un sistema informatico per la gestione e il monitoraggio dei mercati agricoli grazie al quale vengono inviati indicatori sul sostegno diretto, il Cast/Combo, un sistema di verifica dei conti tramite il quale la Commissione raccoglie informazioni relative a pagamenti e controlli e l'Sfc, un sistema per la gestione dei fondi con il quale i Paesi Ue inviano i rispettivi documenti di programmazione e le relazioni di attuazione della Pac alla Commissione.
Il Sistema Integrato di Gestione e Controllo (Sigc) è invece la principale componente della gestione dei pagamenti Pac negli Stati membri. Si tratta di una serie di banche dati digitali e interconnesse che consentono di registrare l'identità di ciascun beneficiario che presenta una domanda di aiuto o di pagamento, di identificare tutte le parcelle agricole nei Paesi Ue e di controllare le domande di aiuto.
Gli ostacoli da superare
Uno dei principali ostacoli da superare è quello della fornitura dei dati: gli Stati membri trasmettono alla Commissione dati eccessivamente aggregati e in formati diversi, talvolta addirittura scorretti, rendendone difficile sia la condivisione che il riutilizzo. Da canto suo, la Commissione utilizza ancora strumenti convenzionali, come i fogli elettronici, e analizza manualmente i dati raccolti negli Stati membri senza sfruttare le tecniche di estrazione dati automatizzate che offrirebbero enormi vantaggi rispetto alle procedure manuali.
L'Esecutivo europeo possiede numerose informazioni relative a prezzi di mercato, pagamenti, informazioni contabili agricole, mentre non raccoglie sufficienti dati su prodotti come fertilizzanti, agrofarmaci e pratiche agronomiche che hanno un impatto sull'ambiente. Dispone di un accesso limitato ai dati sulle aziende agricole negli Stati membri a causa delle norme sulla riservatezza, che rendono difficile ottenere un quadro dettagliato della distribuzione dei fondi Ue. Infine, anche la mancanza di personale qualificato incide sulla rendita negativa della raccolta dati.
Italia prima per condivisione dati sul portale Inspire
Per migliorare la condivisione e la disponibilità dei dati la Commissione Ue ha esortato gli Stati membri a condividere i rispettivi dati geospaziali (non personali) sul portale Inspire, che permette di consultare e scaricare i dati compilati dagli Stati membri.
L'Italia è stato uno dei Paesi Ue più attivi sul portale: ha condiviso su Inspire 169 voci riguardanti habitat e biotopi (39% dell'Ue), 119 voci riguardanti il suolo (27% dell'Ue) e venti voci sulle condizioni atmosferiche (17% dell'Ue).
Come colmare le carenze di dati
La Corte dei Conti Ue ha fornito una serie di raccomandazioni alla Commissione: innanzitutto, istituire un quadro tecnico per la condivisione e il riutilizzo dei dati disaggregati che provengono dal Sigc, minimizzando oneri amministrativi e costi gravanti su beneficiari e Stati membri. In secondo luogo, utilizzare di più le fonti di dati esistenti, come Rica, Rete di Informazione Contabile Agricola, ossia la principale fonte di dati economici sull'agricoltura che, in base a indagini nazionali, fornisce informazioni sul funzionamento economico delle aziende, ed Eurostat, l'Ufficio Statistico dell'Unione Europea. Infine, valutare l'utilizzo su più larga scala di dati provenienti dai macchinari agricoli e utilizzare tecniche di automatizzazione delle informazioni.
Record di metadati condivisi sul portale Inspire per tre temi
(Fonte foto: Corte dei Conti Europea)
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