Polemiche su una relazione votata dal Parlamento Europeo sulla lotta al cancro per il filo diretto denunciato tra consumo di bevande alcoliche e malattie oncologiche. Insorgono i produttori vinicoli italiani. Gli eurodeputati italiani ammorbidiscono il testo finale puntando il dito solo sul "consumo eccessivo" di alcol. Ma la relazione approvata non modificherà le regole europee in vigore sull'etichettatura alimentare. E il Nutriscore è un'altra storia.
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Il voto del Parlamento Europeo
Il Parlamento Europeo ha approvato una Risoluzione non legislativa dal titolo "Rendere più forte l'Europa nella lotta contro il cancro" (652 voti favorevoli, 15 contrari e 27 astensioni) redatta dalla Commissione Parlamentare Speciale sulla Lotta Contro il Cancro (Beca) istituita nel giugno 2020 per dare il contributo dell'Eurocamera al generale Piano Europeo Contro il Cancro della Commissione Europea.
Un punto di questa Risoluzione ha destato le preoccupazioni del settore vinicolo italiano, ovvero il legame diretto e scritto nero su bianco tra consumo di alcol e malattie oncologiche.
Alcol e cancro
Basandosi sugli studi in circolazione, la relazione rammenta che in Europa "circa il 10% di tutti i casi di cancro negli uomini e il 3% di tutti i casi di cancro nelle donne sono riconducibili al consumo di alcol". Il problema ha spinto la Commissione Europea a stabilire l'obiettivo della riduzione del 10% del consumo di alcol entro il 2025 nel Piano Europeo di Lotta Contro il Cancro (anch'esso privo di carattere vincolante) presentato un anno fa.
Ecco giustificati i riferimenti al consumo di alcol nella Risoluzione votata dall'Eurocamera.
Gli emendamenti italiani
Compatto il fronte degli eurodeputati italiani per disinnescare quella che è stata considerata un'immeritata condanna del settore vinicolo.
Alcuni emendamenti presentati, e approvati dall'Aula, hanno precisato che solo "il consumo nocivo di alcol", ovvero il suo eccessivo consumo e non la sua assunzione in generale, è un fattore di rischio per diversi carcinomi.
Un altro emendamento approvato riconosce la necessità di un'etichettatura delle bevande alcoliche che includa "informazioni su un consumo moderato e responsabile" e non, come previsto nel testo originale, l'esigenza di un'etichetta che indichi eventuali "avvertenze sulla salute", un'espressione che lontanamente avrebbe potuto rimandare al Nutriscore.
Nutriscore e bollino nero
Proprio su questo punto c'è stata tanta confusione. La relazione approvata non ha nulla a che vedere con il sistema di etichettatura su scala cromatica e diffuso in alcuni Paesi europei (Francia, Belgio, Spagna, Lussemburgo, Paesi Bassi e Germania), ma applicato solo su base volontaria dalle aziende, e che classifica come alimenti nocivi (con la lettera D ed E e colore rosso), quelli che superano una determinata soglia di grassi e di zuccheri.
Confusione alimentata da un tweet da parte dell'inventore del Nutriscore, il nutrizionista francese Serge Hercberg, che suggerisce di adottare la lettera F nera per tutte le bevande alcoliche.
L'attuale etichettatura degli alcolici in Europa
L'etichettatura alimentare in Europa è attualmente regolata dal Regolamento n. 1169/2011 del 25 ottobre 2011 che sancisce quali informazioni devono essere presenti sui prodotti alimentari. Attualmente, secondo la legge, è obbligatorio indicare il nome del prodotto alimentare, l'elenco degli ingredienti, il contenuto netto, la data di scadenza, le istruzioni per l'uso, il nome e l'indirizzo dell'operatore, la dichiarazione nutrizionale. Per quanto riguarda le bevande alcoliche, il tasso alcolico effettivo deve essere fornito per quelle che contengono più dell'1,2% di alcol in volume.
Gli Stati membri possono comunque adottare ulteriori misure in materia di etichettatura a livello nazionale. Le leggi Ue non rendono obbligatorio nessun sistema di etichettatura sul valore nutrizionale dell'alimento, sebbene nel contesto della Strategia Farm to Fork, che punta a garantire ai cittadini europei l'accesso a cibi sani sostenibili combinandolo alla salvaguardia dell'ambiente, la Commissione Europea abbia espresso la necessità di un'etichettatura valida per tutti gli Stati membri entro il 2022.