I satelliti giocano un ruolo importante nel rendere l'agricoltura italiana più moderna. Sono infatti alla base dei sistemi di posizionamento che permettono la guida automatica o la localizzazione di strumenti e sensori. Ma sono anche in grado di monitorare il vigore delle colture, offrendo quindi dati preziosi a chiunque voglia creare mappe e quindi gestire i campi secondo i principi del precision farming. I satelliti sono utili anche per portare internet nelle aree non coperte dalla rete terreste e altri servizi ancora verranno creati in futuro.


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Proprio perché lo spazio è diventato un settore strategico su molti fronti (non solo l'agricoltura) il Governo italiano ha previsto uno stanziamento di 1,07 miliardi di euro all'interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per creare una nuova costellazione di satelliti ed equipaggiarla con sensori di ultima generazione.


Una nuova costellazione per l'Italia

Il progetto è stato affidato all'Esa, l'Agenzia Spaziale Europea, che si appoggerà all'Asi, l'Agenzia Spaziale Italiana, che a sua volta affiderà gli incarichi di lavoro ad aziende italiane, privilegiando le Pmi in modo da avere una ricaduta positiva sul tessuto imprenditoriale italiano. I satelliti dovrebbero essere messi in orbita entro il 2025, mentre la piattaforma di servizi arriverà l'anno successivo.

L'aspetto interessante è che questa nuova piattaforma di monitoraggio del Paese non sarà solo pubblica, ma anche privata. Le aziende interessate alla space economy potranno infatti avere accesso ai dati per sviluppare i propri servizi e metterli a disposizione di clienti privati.

Secondo Simonetta Cheli, a capo del Direttorato per l'Osservazione della Terra dell'Agenzia Spaziale Europea, con sede a Frascati (Roma), il programma si basa su otto pilastri: sorveglianza delle coste, qualità dell'aria, gestione delle risorse idriche, agricoltura di precisione, monitoraggio di assestamenti e smottamenti del terreno, rilevamento di incendi, supporto alle operazioni di soccorso nel caso di emergenze naturali, come inondazioni, frane, incendi e terremoti.

 

 

La corsa allo spazio non è mai stata così affollata

Tutti abbiamo in mente i viaggi spaziali delle navicelle di SpaceX di Elon Musk, ma il grosso del business spaziale non è certo legato all'invio di passeggeri oltre la stratosfera. Gli investimenti maggiori si concentrano invece sulla messa in orbita di satelliti e lo sviluppo di servizi.

Secondo i dati dell'Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano ad oggi ci sono in orbita 4.838 satelliti e molti altri verranno lanciati nei prossimi anni. D'altronde questa industria a livello globale vale 371 miliardi di dollari, di cui il 73% si basa proprio sui satelliti.

I budget governativi oggi sul piatto sfiorano i 100 miliardi di dollari, con gli Stati Uniti che da soli pesano per quasi la metà degli investimenti. L'Europa nel suo complesso è seconda (11,48 miliardi) con l'Italia che è terza come investimenti per singolo Paese all'interno dell'Unione. Seguono poi la Cina, la Russia, il Giappone e l'India.

Grazie all'Esa l'Unione Europea può contare su trenta satelliti in orbita che nei prossimi anni dovrebbero raddoppiare, grazie anche allo sforzo dell'Italia. Roma d'altronde è tra i soli nove Paesi al mondo con una Agenzia Spaziale dotata di budget superiore al miliardo di euro e si colloca al sesto posto come rapporto tra finanziamenti e Pil, piazzandosi dietro solo a Russia, Usa, Francia, India e Germania.