Dal 16 al 20 settembre poco fuori Bologna è andato in scena il Plugfest 2024, l'evento dedicato ai produttori di macchine e tecnologie agricole che vede ingegneri e tecnici di tutto il mondo riunirsi per far "parlare" tra loro i rispettivi sistemi digitali.
Con oltre 350 esperti al lavoro e più di 90 aziende coinvolte, Bologna è diventata per una settimana il fulcro dell’innovazione, dimostrando che anche nell’agricoltura 4.0, l’unione fa la forza. L’obiettivo della kermesse? Creare un linguaggio comune che permetta a macchine di brand differenti di comunicare tra loro.
Al centro di questa ambiziosa missione c'è l’Agricultural Electronics Foundation (AEF), associazione indipendente e organizzatrice dell'Evento, composta da 3 associazioni di categoria (tra cui FederUnacoma), 8 aziende di attrezzature e oltre 280 aziende associate.
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Plugfest 2024, un laboratorio per l’agricoltura digitale
Radunati dall'AEF in una sola (grande) stanza, ingegneri ed esperti di tutte le aziende - dai produttori di Universal Terminal e Task Controller installati nelle cabina delle trattrici a quelli di sistemi elettronici per il controllo delle attrezzature - si sono seduti per ottimizzare la compatibilità tra i loro sistemi Isobus.
Come in un grande speed date i team dei brand presenti a coppie hanno testato i loro device in slot - programmati da AEF - di circa mezz'ora scanditi da un ferreo conto alla rovescia proiettato su un lato del salone. Al termine della settimana, il numero di test eseguito ha raggiunto un nuovo record per il Plugfest: oltre 3mila test in 46 turni.
Una delle numerose stazioni di prova del Plugfest 2024 dove testare i propri sistemi Isobus
(Fonte foto: AgroNotizie)
Durante il test, gli ingegneri controllano la reale compatibilità tra i sistemi interconnessi e, in caso di malfunzionamenti o bug, possono intervenire direttamente per identificare una soluzione.
"Senza il Plugfest un numero così elevato di test sarebbe impossibile. Ciascuna azienda dovrebbe organizzarsi singolarmente con le altre per effettuarli con un notevole dispendio economico e di tempo" precisa Andrew Olliver, presidente di AEF.
"Ciascun costruttore potrebbe sviluppare un linguaggio macchina esclusivo, accessibile soltanto ai mezzi del proprio brand e non a quelli delle altre case costruttrici, spesso competitor. L’impossibilità di comunicare finirebbe così per limitare l'utente finale nell'adottare tecnologie 4.0, penalizzando l’intero settore" sottolinea Alessio Bolognesi, del servizio tecnico di FederUnacoma.
L’applicazione delle tecnologie digitali in campo si basa infatti sullo scambio di dati e informazioni tra le macchine operatrici e le attrezzature da esse controllate per gestire al meglio le operazioni colturali. Ma per far ciò l'interoperabilità e la comunicazione fra macchie è indispensabile.
Non solo Isobus, le nuove tecnologie comunicano
Il processo è iniziato già da molti anni e l'Isobus è un protocollo di comunicazione già diffuso in molte tipologie di mezzi agricoli e nelle loro componenti.
"Se fino a qualche anno fa il nostro primo obiettivo era spingere il maggior numero di aziende a dotarsi di un unico linguaggio per far comunicare le proprie macchine, oggi possiamo considerare quello scopo quasi raggiunto" commenta Olliver. "Il ruolo del Plugfest rimane centrale, è il punto di partenza per una vera rivoluzione: dall'Isobus abbiamo avviato numerosi progetti che intendono ampliare e sviluppare nuove tecnologie per evolvere la connettività tra macchine".
I team coinvolti nella penultima edizione del Plugfest, nel 2024 il numero è aumentato ulteriormente
(Fonte foto: AEF)
"Non solo, lo sviluppo di nuove tecnologie e nuove macchine richiede un continuo confronto tra i produttori e lo sviluppo dei sistemi Isobus è indispensabile per rispondere alle nuove esigenze di compatibilità. In tutto ciò l'AEF svolge l'importante ruolo di Intermediario" aggiunge Norbert Schlingmann, general manager di AEF.
A partire dalla promozione dell'Isobus, l'AEF è oggi impegnata in numerosi nuovi progetti: dallo sviluppo della tecnologia TIM per il controllo delle funzioni del trattore ad opera delle attrezzature collegate, all'AEF Isobus Database, una piattaforma che permette di controllare la compatibilità tra prodotti e le funzionalità Isobus supportate, fino all'implementazione dell'Agricultural Interoperability Network, piattaforma standardizzata per lo scambio dei dati tramite cloud, e molti altri ancora.
"Novità di quest'anno sono i primi test per l'High Speed Isobus condotti separatamente. L'innovativo sistema sfrutta una larghezza di banda maggiore e una velocità di connessione più rapida, circa 4mila volte più veloce della tecnologia Isobus originale" commenta Schlingmann.
Esempio di architettura di un sistema trattore-attrezzature basato sull'High Speed Isobus
(Fonte foto: Powell Agricultural Solutions)
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Plugfest, prossima fermata in campo?
Terminato l'evento bolognese AEF guarda già avanti e conferma la sua presenza a Eima 2024 attraverso tre convegni realizzati con il supporto di FederUnacoma e con la collaborazione della Fondazione REI, centro di certificazione italiano AEF Isobus.
Nel 2025, invece, i due tradizionali appuntamenti annuali dedicati all'Isobus, uno dei quali è sempre organizzato oltreoceano, saranno a Milwaukee negli USA ad aprile e successivamente in Germania nella seconda metà dell'anno.
"In Europa fino ad ora con il Plugfest ci siamo spostati tra Italia, Francia e Germania. Questi sono infatti i tre paesi dove per sviluppo tecnologico, ricerca e produzione di macchine agricole, c'è più alta richiesta di un evento di questo genere" spiega Schlingmann.
Durante la cinque giorni bolognese 90 aziende hanno sfruttato i 46 slot temporali per effettuare più di 3mila test in totale
(Fonte foto: AgroNotizie)
Ma il 2025 potrebbe offrire un’ulteriore novità, per la prima volta i test tra sistemi Isobus potrebbero svolgersi non più solo in modo statico con le sole componenti Isobus (centraline, schermi e strumenti di controllo), ma anche in campo utilizzando in modo dinamico trattori attrezzature e tecnologie.
"Stiamo ancora valutando le possibilità a nostra disposizione, è ancora presto, sicuramente si tratta di un evento più complesso da organizzare e che non permetterà di raggiungere i numeri di un plugfest tradizionale" commenta Olliver. "Nonostante ciò, il 'format indoor' del Plugfest rimane e rimarrà l’evento di riferimento per il testing della connettività tra mezzi, in quanto permette di escludere tutte le varianti di campo che potrebbero compromettere i test".