In breve
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Prima il grande caldo e poi i fortunali con vento, pioggia e grandine. A pagarne le conseguenze le coltivazioni e anche gli allevamenti.
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A soffrire delle bizzarrie del clima anche le api e la produzione di miele precipita. Ma le scorte restano alte.
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Fine al balletto di cifre sull'andamento della vendemmia. Sarà comunicata una sola previsione in forma ufficiale.
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Aumentano i danni provocati dalla fauna selvatica e in particolare dai grandi predatori. Si moltiplicano le iniziative di contenimento, mentre aumentano le risorse per rimborsare gli allevatori.
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L'invasione della cimice asiatica non si arresta e la situazione appare difficile da controllare, in particolare in Veneto e Friuli Venezia Giulia. Si spera nella vespa samurai.
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In Piemonte occhi puntati sulla flavescenza dorata dei vigneti. Nel ferrarese è allarme per un nuovo fungo che attacca le pere.
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Sulla scena si affaccia un nuovo insetto, il Nysius, che danneggia colza e cereali.
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Calano i prezzi del vino e per Prosecco e Valpolicella scattano le misure per limitare l'espansione dei vigneti.
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Al via il "Piano mais" per rilanciare la coltivazione di questo cereale, mentre al tavolo agrumicolo si discutono le future strategie del settore.
Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
Il clima che non ti aspetti
Prima il caldo, poi i nubifragi, gli attacchi degli insetti "alieni", i grandi vini che tirano il freno, gli allevamenti predati dai grandi carnivori, i prezzi che scendono inesorabilmente.Sembra un bollettino di guerra quello che presentano i quotidiani in questi giorni quando si parla di produzioni agricole.
Ma andiamo con ordine, iniziando dall'altalena climatica che inizia con temperature elevate, le cui ripercussioni si fanno sentire sugli allevamenti, come spiega “Il Giorno” del 26 luglio, con un sensibile calo delle produzioni.
Anche i campi pagano il loro tributo alle alte temperature e nel padovano si procede con la raccolta anticipata del mais per evitare eccessivi cali delle rese, come si legge il 30 luglio su “Il Gazzettino”.
Poi i temporali e le grandinate ed è ancora il mais, insieme a frutta e ortaggi, a subirne le conseguenze, descritte in questo caso dal quotidiano piacentino “Libertà”.
Non va meglio in Toscana dove decine di ettari di vigneti della Valdelsa sono devastati da pioggia e grandine, come si apprende da “Il Tirreno” del 31 luglio.
Scendendo verso il Mezzogiorno, è il “Quotidiano del Sud” che si occupa dei danni causati dal clima avverso sugli agrumi e sulla produzione di miele.
Nessuna conseguenza dalle alte temperature per l'andamento della futura vendemmia, almeno per quanto riguarda il Veneto. E' quanto sostiene il primo agosto la “Nuova Venezia”.
A proposito di vendemmia, nello stesso giorno “Il Sole 24 Ore” anticipa che per la prima volta a partire da quest'anno le organizzazioni che raccolgono indicazioni sull'andamento della produzione di uve comunicheranno un'unica previsione sulla vendemmia.
Dunque, fine del balletto di cifre che accompagna ogni stagione di raccolta.
La débâcle del miele
A proposito di miele, sono molti i quotidiani che si occupano delle conseguenze del clima sulla produzione degli alveari.“Il Giorno” del 26 luglio dedica a questo argomento un breve articolo per ricordare che con le alte temperature le api riducono il volo.
L'alternanza di periodi caldi e secchi con altri piovosi e freddi ha messo in difficoltà l'apicoltura piemontese, regione dove la produzione di miele vanta la presenza di circa 6mila addetti, come ricorda “La Stampa” del 27 luglio.
Non va meglio In Toscana, scrive “Repubblica” del 31 luglio, che parla di un crollo della produzione di miele con perdite che si stimano in 10 milioni di euro.
I guai del miele non si fermano tuttavia solo al clima. “Italia Oggi” del 31 luglio denuncia l'anomala situazione che contrappone il calo produttivo con la presenza di forti giacenze di miele nei magazzini.
Un segno, si spiega, dello scarso interesse alla lavorazione del miele italiano.
Lupi & C.
Ai danni del clima si aggiungono quelli della fauna selvatica, un problema che vede aumentare di settimana in settimana l'attenzione dei media.Se ne discute il 26 luglio su “Libertà”, che prende in esame l'aumento degli attacchi da parte delle volpi, causa di stragi di animali da cortile, rendendo vano ogni tentativo di proteggere gli animali con recinzioni e ricoveri.
In Toscana l'attenzione è puntata sui cinghiali, responsabili nella Lucchesia di gravi danni alle colture, segnalati il primo agosto da “La Nazione”.
Si continua il 27 luglio sulle pagine de “Il Giorno”, che in questo caso si occupa dei danni provocati dai cinghiali nelle campagne del comasco, segnalando al contempo la presenza di lupi che arriverebbero in zona dalla vicina Svizzera.
Quello dei lupi è un problema sentito anche in Veneto e la “Tribuna di Treviso” denuncia i numerosi casi dello scorso anno, che hanno visto la predazione di quasi 300 capi fra pecore e bovini.
Particolarmente colpita dai lupi è la Lessinia dove già si contano 64 capi uccisi e il “Corriere di Verona” del 31 luglio anticipa che per risarcire gli allevatori la Regione Veneto ha deciso di raddoppiare gli stanziamenti.
Situazione analoga è quella che si presenta in Puglia dove dall'inizio dell'anno si contano 458 capi predati dai lupi, come si apprende il 28 luglio da “Repubblica”.
Patologie vecchie e nuove
Dove non arrivano lupi, cinghiali & C. ci pensano gli attacchi di insetti e patogeni vari.Così in Friuli Venezia Giulia si fa la conta dei danni causati dall'invasione di cimici asiatiche, che a dispetto delle reti hanno devastato i frutteti di Latisana.
E ora, scrive il “Messaggero Veneto” del 26 luglio, si spera nell'arrivo della vespa samurai, predatore naturale della cimice asiatica.
Che la situazione per la presenza di cimici asiatiche in Veneto sia pesante, lo conferma il 27 luglio il “Mattino di Padova”, secondo il quale i danni ammontano a circa 25 milioni di euro, in particolare nel padovano.
Una situazione difficile e la Regione Veneto per fronteggiarla ha disposto nella manovra di bilancio di mettere a disposizione 200mila euro da destinare alla lotta alla cimice asiatica, notizia che apprende il 31 luglio dal “Gazzettino”.
Pesanti le conseguenze anche nel ferrarese, dove a farne le spese sono in particolare le pere, alle prese anche con una nuova patologia di origine fungina per la quale, secondo quanto riferisce la “Nuova Ferrara” del 28 luglio, non esistono rimedi efficaci.
In Piemonte le preoccupazioni sono rivolte agli attacchi ai vigneti da parte della flavescenza dorata e “La Stampa” del 28 luglio pone l'accento sull'importanza di investire in prevenzione e ricerca per combattere questa patologia.
Dalle pagine del “Mattino di Padova” arriva un nuovo allarme per la presenza di "nuvole" Nysius, piccoli insetti a metà fra una mosca e una cimice, che arrecano danni alle colture di colza e cereali e che possono rappresentare un pericolo per la circolazione dei veicoli.
Vino, attenti al prezzo
Sui mercati del vino si guarda con qualche preoccupazione all'andamento dei prezzi e dal Consorzio di tutela del Prosecco parte la richiesta di avviare con le regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia le procedure per l'attivazione dello stoccaggio.I dettagli si possono leggere il 27 luglio sulle pagine della “Tribuna di Treviso”.
Sui problemi connessi ad un eccesso produttivo di Prosecco si sofferma il 30 luglio il “Corriere del Veneto”, che conferma la decisione di non concedere accesso alla Docg ai vigneti che saranno impiantati dopo il primo agosto.
Situazione analoga per il Valpolicella, del quale si parla sulle pagine di “QN” del 31 luglio, che ha ottenuto dalla Regione Veneto il via libera al blocco degli impianti per i prossimi tre anni.
Fra "piani" e "tavoli"
Per la nocciola siciliana si apre una stagione di nuove alleanze fra tutti protagonisti della filiera, salutata con soddisfazione dal “Giornale di Sicilia” del 27 luglio come presupposto per un rilancio del settore.Più complesso il rilancio dell'agrumicoltura nel Metapontino, che stando ai commenti pubblicati il 28 luglio dalla “Nuova del Sud” richiede profondi cambiamenti, a iniziare da un aggiornamento delle varietà coltivate, come emerso dal confronto fra i protagonisti del settore al "tavolo" promosso dal ministero per le Politiche agricole.
Fra i settori in difficoltà figura anche quello delle pere.
Se ne parla il 30 luglio sulla “Gazzetta di Modena”, dove si punta l'indice sulla scarsa aggregazione commerciale che affligge questo comparto frutticolo.
C'è fermento per il prezzo del latte ovino e la “Nuova Sardegna” del primo agosto conferma che i pastori non approvano il piano triennale di regolazione dell'offerta di pecorino romano e sono pronti a rinfocolare le proteste.
C'è un piano di settore anche per il mais, come si apprende dal quotidiano cremonese “La Provincia”, che anticipa il via libera del dicastero Agricolo. L'obiettivo del piano, che ora dovrà passare al vaglio della conferenza Stato-Regioni, è quella di rilanciare la coltivazione di questo cereale, alla base della filiera zootecnica.