In breve

  • Grandi attese per l'export e per il turismo grazie alla decisione dell'Unesco di iscrivere le colline dove si produce Prosecco Docg nell'elenco delle aree meritevoli di protezione internazionale.
  • Ma l'export dei vini potrebbe subire un contraccolpo dall'inasprimento dei dazi che l'amministrazione statunitense minaccia di applicare ai prodotti importati.
  • Si torna a parlare della contesa che vede contrapposte Unione europea e Russia, auspicando una cessazione delle sanzioni comunitarie e del conseguente embargo russo.
  • La raccolta del grano è ormai conclusa e sui mercati si accentuano le difficoltà dei produttori a causa dei bassi prezzi. In forte calo intanto le superfici investite a grano.
  • Potrebbe saltare il "segreto" sulle importazioni di prodotti alimentari, argomento ritenuto sensibile e quindi sottoposto a ragioni di riservatezza.
  • Slittano in avanti i termini per la revisione delle "vecchie" macchine agricole, mentre per quelle di nuova immatricolazione è stabilito un lasso di cinque anni.
  • Non si fermano le iniziative per contrastare l'avanzata della cimice asiatica. Ma bisogna fare i conti con la crescita dei movimenti che si dicono contrari a qualunque agrofarmaco.
  • Infine le bizzarrie del clima, con nubifragi e grandinate da Nord a Sud che arrecano danni a tutte le colture.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.


Un patrimonio di vino

Della possibilità per il Prosecco di figurare fra i patrimoni dell'umanità tutelati dall'Unesco se n'è iniziato a parlare il 7 luglio sulle pagine de “Il Messaggero”.
E' pubblicata su questo giornale l'intervista a Gian Marco Centinaio, che nella sua veste di ministro per l'Agricoltura e per il turismo vede in questo traguardo molte opportunità sia per il vino sia per il territorio.

Della conferma del titolo da parte dell'Unesco parla il giorno seguente “Il Giornale”, ricordando che già un anno fa il raggiungimento di questo traguardo era stato solo sfiorato a causa del voto contrario di Spagna e Norvegia.
Ora però la decisione è presa ed è un risultato importante non solo per il Prosecco, ma per tutto il made in Italy e per le sue "cattedrali del sapore", come le definisce “Repubblica” dell'8 luglio.
Con l'opportuna precisazione fatta da “La Stampa”, per ricordare che ad essere considerate un tesoro dell'Italia sono le colline del Prosecco, quelle di Conegliano e Valdobbiadene, dove si produce il vino che può fregiarsi della Docg (Denominazione d'origine controllata e garantita).

Quanto valga questo riconoscimento lo ricorda il 9 luglio “Italia Oggi”, precisando che ogni anno si produce circa mezzo miliardo di bottiglie, con un significativo flusso di esportazione in 130 paesi diversi, Gran Bretagna in testa.

C'è anche qualche voce fuori dal coro, come nel caso de “Il Manifesto” che l'11 luglio parla di sfruttamento incontrollato e intensivo di una vasta area che lambisce i centri abitati.
Ancora “Il Manifesto”, affrontando più in generale il tema della produzione di vino, lancia strali sulle monocolture e sull'utilizzo di diserbanti e "pesticidi".

L'interesse per questa vittoria del Prosecco suscita molti "appetiti" e altre eccellenze del made in Italy vorrebbero seguire la stessa strada.
Accade per la Valpolicella, scrive “L'Arena” del 9 luglio, e c'è chi vorrebbe fare la stessa cosa con le sfogline emiliane, maestre della pasta all'uovo tirata con il mattarello. Questa la proposta portata avanti sulle pagine di “QN” del 10 luglio.
 

Mercati internazionali

Il brindisi con il Prosecco rischia tuttavia di essere almeno in parte rovinato dalle tensioni sui mercati internazionali innescate dalla guerra commerciale fra Usa e Cina.
A farne le spese, scrive la “Nuova Venezia” del 6 luglio, potrebbero infatti essere i vini e gli spumanti.
Non solo il vino, precisa il “Corriere di Bologna” del 5 luglio, ma un po' tutto l'agroalimentare e in particolare il Parmigiano Reggiano potrebbe risentire le conseguenze di un inasprimento dei dazi statunitensi all'importazione, parere condiviso il 7 luglio da “Il Resto del Carlino”.

L'attenzione ai mercati internazionali e alle politiche commerciali si è impennata con la visita lampo del presidente russo Vladimir Putin in Italia e numerose le voci che si sono levate per affrontare il tema delle sanzioni europee e del conseguente embargo all'import russo.
L'argomento è stato affrontato da molti quotidiani e fra questi “Italia Oggi” del 6 luglio e dal “Corriere della Sera” del 5 luglio, dove si parla di patti già siglati con Ferrovie e Cassa depositi.
 

La caduta del grano

Le operazioni di mietitura sono ormai concluse ed è tempo di bilanci, che per il grano non sono positivi.
La fotografia del settore che ne offre la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 7 luglio parla di una forte riduzione delle superfici coltivate a grano, scese dai 2,3 milioni di ettari di dieci anni fa agli attuali 1,8.

Un calo significativo, circa il 20%, che ha le sue origini nella caduta del prezzo del grano.
Dalle pagine de “La Stampa” si osserva quanto sia sceso in basso il prezzo del grano ricorrendo a un efficace paragone con la tazzina di caffè, che vale oggi quanto cinque chili grano.

Quando però il grano si trasforma in pane i prezzi salgono vertiginosamente, anche di quindici volte come denuncia “Il Mattino” dell'8 luglio.
Prezzi alti e consumo del pane in forte flessione, sino al 40%, come si apprende da “QN” del 7 luglio, una caduta dei consumi che contribuisce a comprimere il prezzo della materia prima.
 

Alleanze per il made in Italy

E' destinato al sostegno delle produzioni agroalimentari l'accordo siglato in questi giorni dalla Cassa depositi e prestiti con alcuni importanti organizzazioni che rappresentano produttori e trasformatori.
Il protocollo di intesa, come spiega il “Corriere della Sera” del 7 luglio, ha lo scopo di supportare la filiera nei processi di innovazione, anche oltre i confini nazionali.

Approfondimenti su questa stessa notizia si possono poi leggere su “Libero” e su “La Stampa”, per citare alcune testate, dove si apprende fra l'altro che l'obiettivo è quello di rafforzare la competitività delle imprese.
 

Niente segreti per l'import

Per sostenere il made in Italy si moltiplicano le richieste per avere più trasparenza sulle importazioni e “Libero” del 5 luglio chiede che sia tolto il "segreto" sugli alimenti importati.
Il perché di tanta riservatezza sui dati dell'import agroalimentare lo spiega il 6 luglio “Italia Oggi”, ricordando che si tratta di una norma a protezione dei dati ritenuti "sensibili".

Questo tema, si legge su “Il Sole 24 Ore”, è al centro del vertice in calendario l'11 luglio fra il ministero della Salute e quello dello Sviluppo economico, ai quali spetta la decisione se continuare o meno a mantenere questa riservatezza sui nomi delle aziende che importano alimenti dall'estero.
 

Norme e tributi

In tema di norme, il quotidiano piacentino “Libertà” del 6 luglio, informa che i termini per la revisione delle macchine agricole sono stati rimandati alla fine degli anni che vanno dal 2021 al 2023 a seconda della tipologia e dell'anno di immatricolazione.
Per quelle immatricolate dall'inizio di questo anno la revisione deve avvenire al quinto anno.

Il Sole 24 Ore” del 9 luglio si occupa del regime fiscale delle attività enoturistiche, per specificare che in questi casi se si applica il regime forfettario il tasso di redditività è fissato al 25%.
Ancora su “Il Sole 24 Ore”, del 10 luglio in questo caso, si chiarisce che le agevolazioni Imu possono essere riconosciute anche alle società, purché in possesso della qualifica di Iap, ovvero Imprenditore agricolo professionale.
 

Attacco alla cimice

Sul fronte fitopatologico il “Corriere Apuano” segnala l'aumentato allarme per la comparsa del cinipide del castagno in Lunigiana.

Si moltiplicano intanto le iniziative per mettere sotto controllo la cimice asiatica e il 6 luglio si legge su “Prima Pagina” che nel lodigiano si intende sperimentare il lancio di un insetto autoctono, l'Anastatus bifasciatus, capace di contrastare lo sviluppo della cimice.

Contro la cimice asiatica scende in campo la Regione Veneto con investimenti per 72mila euro destinati, scrive “L'Arena” del 7 luglio, a prove sia sugli effetti di alcuni insetticidi, sia sull'introduzione di insetti antagonisti.

Nel frattempo in Val Venosta crescono le iniziative e i movimenti d'opinione per contrastare l'uso degli agrofarmaci anche quando il loro impiego rientra nei limiti previsti dalle norme.
Un tema controverso, affrontato dal settimanale “Panorama” in edicola il 10 luglio.
 

Clima pazzo

Non dà tregua il maltempo, con piogge e temporali di forza inconsueta e grandinate distruttive che colpiscono a macchia di leopardo.
Si inizia nel vicentino, dove il 5 luglio il “Corriere del Veneto” racconta le conseguenze su pesche e albicocche delle raffiche di vento e della grandine, che hanno azzerato le produzioni dei frutteti colpiti, danneggiando anche viti e colture cerealicole.

Situazione analoga nel mantovano, fra Quistello e Poggio Rusco, dove il maltempo ha provocato danni che la “Gazzetta di Mantova” quantifica in cinque milioni di euro.

Non va meglio in Puglia e “Repubblica” del 6 luglio ricorda che nel barese si sono verificate nel corso di sei mesi sette grandinate, una conseguenza della tropicalizzazione del clima, che alterna eventi estremi e lunghi periodi di siccità.

Grandine con chicchi di grande dimensione sulle colline piacentine, in Valtidone e in Valtrebbia, come si apprende il 10 luglio da “Libertà”.

Infine la sferzata di grandine e vento che si è abbattuta sulla riviera adriatica e i cui effetti disastrosi sono descritti l'11 luglio da “Il Sole 24 Ore” e da altri quotidiani, fra i quali “Il Tempo” e la “Gazzetta del Mezzogiorno”.

Questo articolo fa parte delle collezioni: