Mentre a Roma l’aula della Camera dei Deputati ha approvato il 17 aprile 2019 con alcune ulteriori modifiche il testo del decreto legge sulle emergenze agricole già modificato in Commissione agricoltura, e del quale è in corso di redazione un testo coordinato con gli emendamenti, in Puglia sono in corso le grandi manovre per cogliere l’occasione degli ingenti stanziamenti previsti per Xylella fastidiosa e gelate.
 

Il punto sul decreto legge emergenze

In Puglia dovranno prima o poi arrivare non meno di 400 milioni di euro per il Piano di rigenerazione dell’olivicoltura del Salento. Di questi i primi 100 milioni sarebbero già in arrivo: 30 deliberati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica a novembre 2018 e altri 70 appostati sul Patto della Puglia in vista di un accordo di programma tra ministero per il Mezzogiorno e Regione Puglia, che dovrebbe limitarsi a finalizzarli sul Piano per il Salento.

Poi ci sono le risorse a vario titolo previste per l'olivicoltura pugliese sul decreto emergenze: 300 milioni appostati per il Piano di rigenerazione dell'olivicoltura salentina, 20 milioni in più sul Fondo di solidarietà per le gelate 2018 e destinati agli olivicoltori, 8 milioni per i frantoi fermati dalle gelate e i 5 milioni di euro per il contributo sugli interessi per i mutui. In totale, tra Piano di rigenerazione e altre voci, si arriva a 433 milioni tra 2019 e 2021.

Il testo del decreto legge uscito dall’aula di Montecitorio, ed atteso per l’inizio della prossima settimana al Senato della Repubblica, non dovrebbe presentare grandi modifiche per quanto attiene il comparto olivicolo, quello agrumario e il lattiero caseario. Al momento è disponibile un’ampia sintesi del provvedimento approvato, con numerose aggiunte per quanto riguarda i comparti suinicolo e della pesca marittima.
 

Arif si prepara a coordinare attività di reimpianto

La giunta della Regione Puglia, ieri, ha designato Oronzo Milillo, attuale direttore della Federazione regionale degli ordini dei dottori agronomi e dottori forestali della Puglia, quale commissario straordinario dell'Arif, l’agenzia irriguo-forestale della Regione Puglia, come previsto dalla legge regionale recentemente modificata. La Giunta, all'esito del passaggio di consegne, si è riservata la nomina di due subcommissari. La designazione ora passerà alla competente commissione consiliare e dopo l'approvazione permetterà l'emanazione del decreto di nomina da parte del presidente della Giunta Regionale. Nell’Arif è già al lavoro il gruppo di lavoro speciale che dovrà coordinare le operazioni dei reimpianti nella zona infetta.
 

Coldiretti, innesti in luogo di abbattimenti in area infetta

Intanto su come risollevare la zona infetta dalla Xylella fa capolino una nuova proposta di modifica della Decisione della Commissione Ue 789/2015 da parte di Coldiretti Puglia: “Serve che insieme al reimpianto di cultivar resistenti anche la pratica dell’innesto di varietà resistenti venga ricompresa nella deroga all’impianto in area infetta". L’organizzazione ha presentate tale richiesta alla delegazione della Direzione generale Salute, Unità Salute delle piante della Commissione Ue, in visita in Puglia nei giorni scorsi, e che ha definito la situazione del Salento “un disastro”.

“La pratica di innesto e sovrainnesto, con varietà resistenti e tolleranti, a seguito di una potatura che elimini tutta la massa vegetale esposta all’inoculo, si è dimostrata una pratica veloce ed economica – ha specificato Giovanni Melcarne, delegato di Unaprol - con risultati utili alla salvaguardia delle piante monumentali e secolari dell’olivicoltura pugliese, pertanto è indispensabile che venga introdotta come strumento attivo e si continui con la sperimentazione per metterla a patrimonio comune per salvare anche il paesaggio della Piana degli ulivi monumentali”.

“Il regolamento comunitario prevede alcune procedure che finora hanno limitato fortemente l’attività agricola – ha aggiunto Melcarne - delle aree delimitate con obblighi ormai anacronistici a sei anni dall’inizio del rilevamento del batterio, come i vincoli sulla movimentazione della legna. Quando solo le 527 aziende agricole risultate finanziabili con il bando 5.2 del Programma di sviluppo rurale avranno, dopo mesi di attesa le dovute autorizzazioni, l’espianto genererà oltre 3 milioni di quintali di legna, di cui al momento non è stato neppure ipotizzato un percorso di movimentazione ed eventuale riutilizzo. Ad aggravare la situazione, i magazzini che normalmente acquistano legna stanno bloccando il ritiro di prodotto per eccesso di quantitativo sul mercato. E siamo solo agli inizi”.

Intanto nasce il Consorzio Innesti tra Coldiretti, Unarprol e Consorzio Dop Terre d’Otranto, di cui fa parte un Consiglio scientifico, per mettere a regime una pratica a cui si sono dedicati tecnici ed esperti finora in maniera volontaria e a proprie spese, coadiuvati dal Cnr, che hanno in questi anni sperimentato la pratica degli innesti e sovrainnesti sugli ulivi.