Siamo abituati a pensare che il suolo che calpestiamo ogni giorno sia sempre esistito e che la sua composizione rimanga immutata nel corso degli anni. Così non è. Il terreno nasce, cresce, si evolve e sapere come questo avviene è di estrema utilità per l'agricoltura. Oggi assistiamo ad un fenomeno chiamato desertificazione, la trasformazione cioè di terreno fertile, ricco di sostanza organica, in un substrato incapace di ospitare la vita. La causa primaria è attribuibile ai cambiamenti climatici, ma anche l'eccessivo sfruttamento del suolo può portare ad un suo impoverimento. Esistono però delle zone del pianeta dove si può assistere al fenomeno inverso, alla nascita di nuovo terreno fertile.

"Quando un ghiacciaio si ritira libera del protosuolo, un substrato inerte privo di sostanza organica, inadatto alla vita vegetale. Lentamente questo terreno viene colonizzato dalle prime piante pioniere e dai batteri che nel corso degli anni lo trasformano in terreno fertile", spiega ad AgroNotizie Sara Borin, ricercatrice dell'Università degli studi di Milano, che insieme ai colleghi Francesca Mapelli e Daniele Daffonchio, è stata sulle isole Svalbard, in Norvegia, proprio per studiare la formazione del suolo.

Come si è svolto il vostro studio?
"Abbiamo preso in considerazione una cronosequenza della morena del ghiacciaio Midtre Lovénbreen, cioè una sequenza di siti rilasciati dai ghiacci in tempi successivi e precisamente datati da 8 a più di 1900 anni fa. Dalle analisi abbiamo ricostruito l'evoluzione della composizione del microbiota associato alla pianta pioniera Saxifraga oppositifolia in funzione dello stato di sviluppo del suolo".

Che cos'è il microbiota?
"E' l'insieme di tutti i microrganismi che vivono sulle radici delle piante e che ottengono benefici dal vegetale, in primis nutrimento, e a loro volta aiutano la pianta in vari modi, dal rendere disponibile nutrienti a rilasciare fitormoni".

Ogni pianta ha un suo microbiota o è uguale per tutti i vegetali?
"Ogni specie, ma addirittura ogni cultivar, ha un suo proprio microbiota. Ogni pianta infatti rende favorevole lo sviluppo di alcuni tipi di batteri piuttosto che altri".

Che pianta avete studiato?
"La Saxifraga oppositifolia è una pianta pioniera che per prima colonizza terreni nuovi. Abbiamo studiato come muta il microbiota associato a questa specie a seconda della maturità del terreno".

Che cosa avete scoperto?
"Lo stato pedologico del suolo influisce sul microbiota della pianta. Suoli in via di formazione, vicini al fronte glaciale, hanno una comunità microbica ridotta, che aumenta di complessità allontanandosi dal ghiacciaio".

Come possono essere utili queste conoscenze?
"Le analisi che abbiamo effettuato possono essere la base di nuovi studi che analizzino il processo inverso, cioè la desertificazione, la perdita della sostanza organica e delle caratteristiche intrinseche del suolo. In questo modo si possono individuare strategie per contrastare il fenomeno".