Gli eurodeputati si oppongono all'introduzione del mais Ogm Bt11 (che con i suoi venti sottoprodotti è resistente al glifosato) nel mercato europeo. La risoluzione approvata è di iniziativa, quindi senza valore legislativo diretto ma di solo indirizzo politico. La decisione ultima rimane alla Commissione europea.
La questione dei sottoprodotti
Nonostante l'Autorità europea per la sicurezza alimentare Efsa aveva emesso un'opinione favorevole all'immissione sul mercato di questo prodotto il 26 agosto 2016, gli eurodeputati sottolineano come il parere di minoranza dell'Efsa stessa su tale procedura riconosce che non sono stati presentati dati specifici sulle venti sottocombinazioni per le quali sono state presentate domande di autorizzazione.
Paesi Ue divisi sugli Ogm
Lo scorso 27 gennaio, in sede di Consiglio Ue, solo dieci ministri europei dell'Ambiente e della Sicurezza alimentare hanno votato sì all'introduzione di questo prodotto, rappresentando il 38,5% della popolazione europea. Tredici paesi, tra cui l'Italia, si sono opposti.
I deputati sottolineano oggi che nel periodo di consultazione di tre mesi gli Stati membri hanno presentato centinaia di osservazioni che fanno riferimento, tra l'altro, alla mancanza d'informazioni e di dati, studi mal eseguiti o mancanti.
Chiesta una riforma della procedura Ogm
Il Parlamento si è opposto nell'ottobre 2015 a una normativa europea che avrebbe permesso a ogni Stato membro di limitare o vietare, sul proprio territorio, la vendita e l'uso di alimenti Ogm approvati a livello Ue. I deputati erano infatti preoccupati che una normativa di questo tipo si sarebbe rivelata impraticabile o che avrebbe portato alla reintroduzione dei controlli alle frontiere tra i paesi pro e anti-Ogm.
Il Parlamento ha così invitato la Commissione a presentare una nuova proposta.
Come funziona oggi l'autorizzazione Ogm in Europa
Le aziende che vogliono commercializzare prodotti transgenici in Europa devono presentare domanda in primo luogo all'autorità competente di uno Stato membro. Questa viene poi trasmessa all'Efsa che è responsabile della valutazione scientifica del rischio sia ambientale sia per la salute umana e animale.
La valutazione del rischio è effettuata in stretta collaborazione con gli organismi scientifici degli Stati membri.
Successivamente il parere è reso disponibile al pubblico e viene avviata una consultazione pubblica che rimane aperta per un mese. Entro tre mesi dal ricevimento del parere dell'Efsa, la Commissione europea prepara una proposta di decisione di esecuzione per rilasciare o rifiutare l'autorizzazione che viene trasmessa agli Stati membri e soggetta a votazione a maggioranza qualificata.
Se il comitato permanente e il comitato d'appello non riescono ad adottare la decisione a maggioranza qualificata entro un determinato periodo di tempo, spetta alla Commissione adottare la decisione finale.
Continua l'impasse europea nel processo di autorizzazione Ogm
Le attuali autorizzazioni all'immissione in commercio di Ogm vengono concesse sempre dalla Commissione europea in quanto gli Stati membri non riescono mai a raggiungere la maggioranza qualificata in sede di Consiglio Ue per bocciare o approvare un’autorizzazione. La Commissione europea ha più volte esortato gli Stati membri a trovare un accordo.