Quella statunitense è un’agricoltura dei grandi numeri, con caratteristiche di forte industrializzazione, che la rendono molto diversa da quella italiana ed emiliano-romagnola. Tuttavia i consumatori americani mostrano una crescente attenzione ai temi della salubrità degli alimenti, della qualità dei modi di produrre e dell’impatto ambientale. Senza dimenticare il grande appeal del made in Italy, confermato, dai numeri dell’export che fanno degli Usa la prima destinazione extracomunitaria delle eccellenze emiliano-romagnole con un più 18% nei primi sei mesi del 2015 rispetto allo stesso semestre 2014. “Quello che gli Usa e la California possono mettere in campo nel settore dell’innovazione hi-tech, noi lo possiamo fare in quello dell’ambiente, dell’educazione alimentare, della qualità e salubrità dei prodotti e dei modi di produrre. Ci sono le condizioni per un proficuo scambio di buone pratiche e iniziative comuni in un’ottica di integrazione”, ha sottolineato Caselli. Karen Ross, che ha firmato la Carta di Milano, eredità politica della recente Esposizione universale, ha mostrato grande interesse. A lei l’assessore Caselli ha rivolto l’invito a partecipare alla prossima edizione del World food research and innovation Forum che si terrà a Parma nel maggio 2016 in occasione di Cibus. La piattaforma internazionale di ricerca lanciata dalla Regione a Expo, potrà infatti essere un‘occasione per realizzare iniziative comuni sui temi della salubrità e della sicurezza alimentare.
Iniziative comuni sui cambiamenti climatici
Particolare interesse è stato espresso da Karen Ross per Climate ChangE-R il progetto Life promosso dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con grandi gruppi dell’agroalimentare come Barilla e Granarolo per ridurre le emissioni di gas serra di origine agricola senza penalizzare qualità dei prodotti e rese. “Abbiamo invitato Ross all’evento finale del nostro progetto, in programma nel novembre 2016 a Bologna, ma la collaborazione con la California, che attualmente sta portando avanti Soil Health un progetto analogo, potrebbe tradursi nell’avvio di una nuova iniziativa comune su questi temi, allargata al mondo universitario statunitense e italiano, da proporre ai finanziamenti del programma comunitario per i progetti di ricerca Horizon 2020”, ha spiegato Caselli. A questo riguardo la Regione Emilia-Romagna ha già avviato contatti con l’Università di Berkeley, ma un ruolo importante potrebbe essere svolto anche dalla UC Davis, la principale università statale della California specializzata nelle tematiche agricole.
Una popolazione globale che toccherà nel 2050 i 9 miliardi di persone con un aumento della domanda alimentare del 60%; il cambiamento climatico e le difficoltà che anche la California sta attraversando sul fronte delle risorse irrigue: questioni che richiedono a livello internazionale una rinnovata assunzione di responsabilità, anche attraverso i livelli di governo locale. E proprio i governi sub nazionali sono i protagonisti dell’accordo sul Clima proposto dallo Stato della California e da quello tedesco del Baden Wuttemberg in vista della Conferenza sul clima di Parigi di dicembre, che il presidente della Regione Emilia-Romagna Bonaccini ha firmato nel corso dell’incontro con il governatore della California Jerry Brown.
Le trattive in corso sul Ttip: fondamentale il riconoscimento di Dop e Igp
Tra i temi affrontati con Karen Ross anche le trattative in corso tra Usa e Ue sul Ttip, il trattato di libero scambio tra Stati Uniti e Europa. “Per l’Italia e l’Emilia-Romagna - ha spiegato Caselli – è un punto irrinunciabile ottenere un riconoscimento delle nostre Dop e Igp, ancora oggi troppo spesso vittime di imitazioni e del diffuso fenomeno dell’Italian sounding. Un passo avanti in questa direzione permetterebbe al nostro export di fare ulteriori importanti progressi”.
Crescono le esportazioni emiliano-romagnole in Usa
Nel 2014 l’export agroindustriale negli Usa ha sfiorato i 470 milioni di euro (dati Unioncamere). Un dato in crescita anche negli anni della crisi (tra il 2008 e il 2014: +3,5%), che interessa 765 imprese (erano 697 nel 2008). Il re delle esportazioni è il Parmigiano Reggiano, che vale circa 70 milioni di euro. Sono 51 i caseifici che esportano in Usa. Al secondo posto l’Aceto Balsamico con esportazioni realizzate per 66 milioni di euro da quasi 105 società, mentre al terzo e al quarto posto si trovano le macchine per l’agricoltura e l’industria alimentare (58 e 56 milioni di euro rispettivamente per oltre 230 aziende coinvolte). L’export di vino spumante, che comprende anche il vino emiliano-romagnolo più venduto all’estero cioè il Lambrusco, supera i 25 milioni di euro, mentre i vini da tavola sfiorano i 7. Le cantine che vendono negli Stati Uniti sono 170.
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Fonte: Regione Emilia-Romagna