“Oggi più che mai è necessario approfondire i temi legati alla food security e all’approvvigionamento alimentare - ha detto il presidente della Cia Dino Scanavino, aprendo il dibattito sul libro di De Castro -. Lotta agli sprechi, politiche di commercio internazionale, scarsità di terre e acqua, rapporto tra agricoltura, ambiente e clima, ricerca e innovazione. Sono questi i nuovi orizzonti del settore agricolo. Per questo è molto importante che le istituzioni, complice anche l’occasione di questo Expo, rimettano al centro dell’agenda cibo e agricoltura, promuovendo politiche capaci di garantire negli anni la sicurezza alimentare globale”.
Il volume di Paolo De Castro coglie, fin dal titolo, la riflessione necessaria sulla connessione tra le politiche della produzione agricola a quelle alimentari e, ancora, a quelle del consumo nell’era della globalizzazione. Questo approccio “di sistema” al cibo non solo è un orizzonte utile per capire meglio la quantità di temi che in questi mesi stanno emergendo da Expo 2015, ma offre anche spunti per andare oltre e guardare agli obiettivi dello “sviluppo sostenibile” e di una “global food policy” che oggi si traduce nelle decisioni dell’Assemblea generale dell’Onu nell’aggiornamento degli Obiettivi del Millennio.
Dagli equilibri di potere dentro la filiera alimentare, fino all’affermarsi di nuove potenze agricole, dai casi di successo di lotta alla fame come il progetto brasiliano “Fome Zero” alla centralità della conoscenza per l’agricoltura del presente e del futuro, il libro di De Castro raccoglie una quantità di casi e li inquadra in una teoria coerente, offrendo idee per l’agenda agricola post-2015. Partendo dal cibo come fatto globale, sia in termini concettuali che di processi produttivi ormai dislocati in tutto il mondo, il volume offre una visione d’insieme e di lungo periodo delle principali sfide che la produzione agricola e alimentare si trovano davanti.
“Sfide enormi in prospettiva futura - ha spiegato De Castro durante la presentazione alla Cia -. Basti pensare per esempio al trend di produttività dei terreni: per oltre vent’anni è cresciuto ogni anno del 3% circa, mentre da qualche anno è fermo intorno all’1%. E’ chiara quindi l’importanza degli investimenti nella ricerca agricola. Per arrivare a produrre di più e meglio, inquinando di meno, e garantendo al contempo sia la sostenibilità ambientale che la sostenibilità economica delle imprese agricole”.
Ma non è l’unica questione. “Il tasso di crescita della domanda è ormai superiore al tasso di crescita dell’offerta alimentare. Paesi come Cina, India e Sud Corea hanno già messo in pratica da anni il ‘land grabbing’, ovvero l’accaparramento di terra fuori dai propri confini per poter far fronte all’aumento della domanda alimentare della propria popolazione - ha proseguito il parlamentare europeo -. E poi c’è la biodiversità e ‘l’intensivizzazione sostenibile’. Per trovare il giusto equilibrio tra le necessità della produzione e quelle degli ecosistemi è necessario incrementare i livelli di conoscenza nella gestione efficiente delle risorse. In tal senso, il settore agricolo può essere un laboratorio per analizzare e trovare soluzioni all’interno del rapporto tra uomo e ambiente naturale. Senza dimenticare i cambiamenti climatici che mettono l’agricoltura di fronte alla duplice prova di mitigare l’impatto e di adattarsi ai nuovi scenari e che quindi impongono disponibilità di tecnologie e soluzioni anche a basso costo, che possano diffondersi anche nelle agricolture più povere del pianeta. C’è infine il tema dello spreco alimentare, che in qualche modo è connesso a quello della conoscenza e che, nonostante abbia implicazioni sia in termini di food security che di dissipazione delle risorse naturali - ha evidenziato De Castro - finora ha ricevuto ben poche risposte in termini di soluzioni politiche”.
Sulla stessa linea il presidente nazionale della Cia: “Bisogna mettere un punto allo spreco di cibo - ha affermato -. A livello globale la situazione è drammatica, con ben 1,3 miliardi di tonnellate di cibo che finiscono in discarica e che invece potrebbero essere usati in prospettiva per far fronte ai bisogni dei 795 milioni di persone nel mondo che sono cronicamente sottoalimentate o malnutrite”. Sempre con l’obiettivo della food security “bisogna poi lavorare per favorire l’aumento della produttività agricola sostenibile nei Paesi più poveri - ha aggiunto Scanavino -. Per sconfiggere l’emergenza alimentare e combattere la povertà, in un mondo in cui il 70 per cento degli 1,4 milioni di persone che vivono in povertà assoluta risiede in aree rurali, è necessario promuovere investimenti in progetti irrigui e infrastrutturali, garantendo l’accesso dei piccoli agricoltori al mercato dei fattori, a partire dalla terra e dal credito”. Infine “bisogna dire basta al consumo di suolo. Mai più rubare un ettaro di terra all’agricoltura - ha concluso il presidente della Cia -. I terreni fertili li dobbiamo custodire”.
Presenti al dibattito sul libro di De Castro, oltre all’autore e al presidente Scanavino, il sottosegretario di Stato alla Salute Vito De Filippo, il presidente della commissione Agricoltura alla Camera Luca Sani e il responsabile per i beni confiscati di Libera Davide Pati. I lavori sono strati moderati da Mauro Rosati, editorialista de L’Unità.
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Fonte: Cia