"L'Esposizione universale – continua Tiso – è divenuta nell'arco dei mesi sempre più una vetrina per le grandi multinazionali del cibo invece che un'occasione per discutere le ragioni di chi patisce in prima persona le difficoltà del primario. La stessa sproporzione di rappresentatività tra produttori di cibo da una parte; e trasformatori e commercianti dei beni agroalimentari dall'altra; è ormai troppa per essere considerata accettabile. Nel tempo - prosegue Tiso - tutte le promesse sono state annacquate fino a disperdere ogni possibile solidità. E ora quel che rimane è solo un ipotetico palcoscenico che non è detto rimanga tale tenendo conto delle pessime figure internazionali fino ad ora fatte".
"La scelta del nostro silenzio – conclude Tiso – non è quella dei 'soliti detrattori'; ma quella di chi ama l'agricoltura ed è ormai stanco di subire lo snobismo e la superficialità di chi la usa solo per perseguire i propri interessi con conseguenze gravissime sugli operatori del settore e dei cittadini".
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Fonte: Confeuro