E' quanto emerso in occasione di Anteprima Amarone 2011, un'edizione ad alto gradimento che ha visto tremila presenze tra operatori, giornalisti e winelover. Si è conclusa il 1° febbraio a Verona la due giorni dedicata al grande rosso della Valpolicella, organizzata dal Consorzio tutela vini Valpolicella in collaborazione con Regione Veneto, Camera di commercio e Banca Popolare di Verona, alla quale hanno partecipato circa 180 giornalisti con una nutrita rappresentanza di stranieri (11 i Paesi rappresentati: Canada, Inghilterra, Germania, Austria, Svizzera, Svezia, Olanda, Belgio, Messico, Brasile e Repubblica Ceca), oltre a delegazioni regionali Ais (Associazione italiana sommelier) e Fisar (Federazione italiana sommelier, albergatori e ristoratori). Più di 2.000 i biglietti venduti a operatori e appassionati, soprattutto giovani e donne, provenienti da tutta Italia per scoprire l’annata a 5 stelle di 64 aziende della Valpolicella.
“L’Amarone 2011 premia un tessuto imprenditoriale costantemente vocato alla qualità – ha dichiarato Christian Marchesini, presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella -. Se l’ingrediente segreto di questa annata è di natura meteorologica – ha proseguito Marchesini – ugualmente importante è la capacità delle nostre aziende di assecondare la tradizione e la natura, esaltandole con la ricerca e il costante impegno verso l’eccellenza. Un valore, questo, diffuso in tutte le zone di produzione. Non sono io a dirlo ma l’Amarone 2011”. Sono 12.759.505 le bottiglie di Amarone vendute nel 2014, mentre 12.649.600 sono quelle che debutteranno sul mercato; l’80% di queste andrà in giro per il mondo.
Ad Anteprima Amarone focus anche sulla geografia delle esportazioni: secondo un’indagine Inea, buona parte dei volumi è destinato in Europa (66%): di questi, il 75% si concentra tra Germania (28%), Danimarca (19%), Svizzera (17%), Svezia (11%), e Regno Unito (10%), seguito da un tris di Nordeuropei (Finlandia, Paesi Bassi e Norvegia). Nel resto del mondo (34%), la parte del leone la fanno Canada e Usa, rispettivamente con il 43% e 42% della domanda, con la Cina lontana (5%) e gli emergenti Giappone, Brasile (2%), Messico, Honk Kong, Brasile, Taiwan, Australia, Vietnam e Singapore, Tailandia e Indonesia a distribuirsi le nanoquote del vino rosso italiano con maggior valore nel mondo, con 350mln di euro all’anno di valore della produzione.
Nei primi sei mesi del 2014, secondo uno studio realizzato sugli scaffali di mezzo mondo dal Dipartimento di Economia aziendale dell’Università di Verona e presentato ad Anteprima Amarone, il prezzo medio del re dei Rossi della Valpolicella è salito del 7% rispetto al 2013, con incrementi significativi sia nei mercati chiave che in quelli emergenti. Nei principali Paesi dell’area Euro (Germania, Francia, Paesi Bassi, Austria, Irlanda, Belgio, Lussemburgo) la performance in valore nella Gdo è stata del +5,9%, mentre nel secondo mercato Ue di destinazione, la Danimarca, la quotazione è salita in doppia cifra (+11,4%) e addirittura del 28,5% in Russia.
Svizzera a parte – in controtendenza con un -7% - si registrano incrementi significativi in tutti i Paesi monitorati dall’Università di Verona. In Germania – primo buyer al mondo di Amarone – il valore è salito del 2,1 mentre negli Usa, altro grande mercato di sbocco, il rialzo (5,3%) è in linea con quello europeo.
“C’è sempre più voglia di Amarone all’estero, dove già commercializziamo l’80% del nostro prodotto – ha detto Olga Bussinello, direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella –, la crescita del prezzo nella Gdo è la dimostrazione che il brand del nostro vino di punta è ai massimi livelli. E lo dimostra anche con il confronto con gli altri grandi vini premium italiani: qui l’Amarone vince con il 15% di valore medio in più”.
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Fonte: Agronotizie