Via libera da Bruxelles all'accordo di partenariato con l'Italia, in cui si definisce la strategia per un uso ottimale dei Fondi strutturali e di investimento europei nel nostro Paese.

In totale sono quasi 44 i miliardi sbloccati dall'accordo adottato dalla Commissione europea, e che saranno da spendere entro il 2020. Di questi, il grosso (32,2 miliardi di euro) vanno alla politica di coesione (Fondo di sviluppo regionale - Fesr e Fondo sociale - Fse), compresi 567 milioni per l’Iniziativa a favore dell’occupazione giovane (raddoppiata da un cofinanziamento equivalente del Fse) e 1,1 miliardo per la cooperazione territoriale. Altri 10,4 per il Fondo sociale (Fse) del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) sono stati destinati allo sviluppo del settore agricolo e delle aree rurali. L'Italia riceve inoltre 537,3 milioni di euro per il settore marittimo e della pesca.

Grazie al cofinanziamento nazionale nell’ambito dello sviluppo rurale saranno disponibili 20,8 miliardi di euro e 1 miliardo per la pesca.

Gli investimenti dell'Ue contribuiranno ad affrontare il problema della disoccupazione e ad incentivare la competitività e la crescita economica, dando sostegno all'innovazione, alla formazione e all'istruzione negli ambiti urbani e nelle zone rurali. Essi serviranno anche a promuovere l'imprenditoria, a combattere l'esclusione sociale e ad aiutare lo sviluppo un'economia ecocompatibile ed efficiente sul piano della risorse.
In particolare, si punta su un’agricoltura sostenibile, giovane, rispettosa dell’ambiente e custode del territorio. Sono stati posti in campo anche risorse per lo sviluppo delle aree rurali puntando sulla banda ultralarga.

Per la competitività del settore agricolo saranno disponibili il 44,3% delle risorse, per la tutela delle risorse ambientali il 40,7%, per lo sviluppo delle aree rurali il 12,2% mentre per l’assistenza tecnica, che dovrà essere utilizzata per migliorare la capacità amministrativa nella gestione dei fondi, il 2,8%. Con l’adozione dell’Accordo di partenariato si pongono le basi per chiudere rapidamente il negoziato sui programmi di sviluppo rurale e rendere disponibili le risorse ai potenziali beneficiari.

L’Accordo di partenariato è uno strumento cruciale e centrale per le nostre attività - ha commentato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina - È una risorsa fondamentale per il comparto agricolo, agroalimentare e per la pesca nel nostro Paese. Ora abbiamo un grande obiettivo: spendere meglio le risorse che abbiamo a disposizione e questo vale per tutta Italia. Penso soprattutto alle risorse della Politica comune della pesca (Pcp) dove alcune Regioni corrono il rischio concreto di disimpegno. Questo non è più accettabile e con la prossima programmazione punteremo a fare meglio che in passato”. 

I Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) in Italia sono:

La soddisfazione di Ciolos
Dacian Ciolos, Commissario responsabile per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha affermato: "È con grande soddisfazione che accolgo oggi l'approvazione dell'accordo di partenariato per l'Italia ed in particolare i nuovi obiettivi di sviluppo rurale, il secondo pilastro della politica agricola comune dell'Ue. I programmi di sviluppo rurale recano un notevole contributo alla risoluzione di tutta una serie di problemi economici, ambientali e sociali nelle zone rurali. Per molte regioni italiane il Fondo per lo sviluppo rurale è la più importante fonte di finanziamento strutturale dell'Ue. In tale contesto, sono fiducioso che l'accordo di partenariato per l'Italia consentirà un uso più efficiente dei finanziamenti in modo da appianare la via dell'Italia verso la crescita e la competitività, promuovere l'occupazione e ridurre le disparità regionali. Sono fiducioso che questo sostegno finanziario unionale opportunamente mirato a sviluppare un ambiente imprenditoriale innovativo, a migliorare le infrastrutture o a accrescere l'efficienza nell'uso delle risorse naturali, svolgerà un ruolo importante ai fini del raggiungimento di tali obiettivi".

Progetti all'insegna della qualità, non della celerità
Commentando l'adozione del partenariato, Johannes Hahn, Commissario responsabile per la Politica regionale, ha affermato: "È un momento estremamente importante per l'Italia. Oggi abbiamo adottato un piano d'investimento essenziale, strategico, che pone il paese sui binari della crescita e dell'occupazione per il prossimo decennio. Quest'accordo di partenariato rispecchia la determinazione comune alla Commissione europea e all'Italia di fare l'uso più efficiente possibile degli investimenti dell'Ue e di evitare gli errori del passato. I nostri investimenti devono avere una portata strategica, conformemente alla nuova politica di coesione, ed essere incentrati sull'economia reale, sulla crescita sostenibile e sull'investimento nelle persone. Cosa altrettanto importante, essi devono essere accompagnati da strutture amministrative salde ed efficienti ad ogni livello.
L'esercizio avviene all'insegna della qualità e non della celerità, ragion per cui nei prossimi mesi ci adopereremo appieno per negoziare i migliori risultati possibili per gli investimenti a valere sui Fondi strutturali e di investimento europei nel periodo 2014-2020 allorché delineiamo i programmi operativi da cui emergeranno i cento progetti volti a stimolare l'economia e a creare posti di lavoro in Italia. Occorre l'impegno di tutte le parti per poter disporre di programmi qualitativamente validi e di una gestione rafforzata dei fondi
”.

Il Commissario Hahn ha aggiunto: "Questa strategia d'investimento prende le mosse dall'importante contributo che l'Italia già apporta per aiutare l'Ue a raggiungere i suoi obiettivi di sviluppo di circuiti della conoscenza, modernizzazione e internazionalizzazione dell'economia e promozione di un uso efficiente delle risorse energetiche e naturali. Con questo accordo di partenariato l'Italia dispone ora di una salda base che abbraccia tutti i Fondi strutturali e di investimento e dà un indirizzo strategico ai programmi futuri per stimolare l'innovazione, trasformare le PMI italiane in modelli di crescita ed assicurare la competitività dell'Italia nei settori ad alta intensità di saperi. I Fondi SIE aiutano le regioni e le città italiane ad affrontare queste sfide".

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