Circa il 65% dell’acqua consumata quotidianamente è destinato alla produzione e alla trasformazione dei prodotti alimentari, mentre il 30% del cibo prodotto in Europa è perso e sprecato. Come accelerare, quindi, la transizione verso una cultura del risparmio, del riutilizzo e del riciclo nella catena alimentare?
E come creare modelli di consumo e di produzione più sostenibili, senza fare sconti alla qualità e alla sicurezza degli alimenti? Queste sono le principali sfide del progetto europeo Resfood - Resource Efficiency and Safety in Food Production and Processing, che ha preso il via a novembre 2012. I ricercatori coinvolti nel progetto hanno già ottenuto dei primi incoraggianti risultati e una serie di nuove tecnologie è ora stata selezionata per essere ulteriormente testata nei prossimi mesi.

L’obiettivo del progetto è avere un forte impatto sulla produzione e sulla trasformazione dei prodotti alimentari risparmiando e riutilizzando acqua, sostanze nutritive ed energia e recuperando materiale di valore dagli scarti agricoli. Alla lunga, la chiusura del ciclo dell’acqua – con l’aiuto di nuove innovative tecnologie per il trattamento, la decontaminazione e il rilevamento di sostanze nocive nell’acqua – condurrà a grandi cambiamenti nel campo dell’orticoltura e della trasformazione dei prodotti alimentari. Il progetto può potenzialmente portare a grossi risparmi, quali il recupero del 30-75% di acqua, dell’80% delle sostanze nutritive e del 50% dell’energia utilizzata nell’intera catena alimentare.

Nel campo dell’orticoltura, sono in corso test su diverse tecnologie che consentiranno il riutilizzo di acqua e sostanze nutritive in maniera sicura ed efficiente. Le sperimentazioni sono condotte su differenti colture, sia con suolo che senza suolo. Secondo Rafael Muñoz di Adesva, il partner del consorzio Resfood che guida la ricerca nel campo dell’orticoltura, “nei nostri primi esperimenti sul campo con more coltivate senza suolo abbiamo dimostrato che è possibile ridurre oltre il 40% del consumo di acqua mantenendo la stessa qualità nella frutta e nel raccolto. È quindi  più economico per i produttori, che potranno ridurre il consumo di fertilizzanti e di agenti di controllo biologico”.


Il team Resfood

Altrettanto importante è l’attenzione riservata dal progetto alla gestione delle acque nel processo di trasformazione degli alimenti. L’obiettivo è quello di chiudere il ciclo dell’acqua: anziché essere scaricata dopo il primo utilizzo, l’acqua viene infatti trattata e riutilizzata. Il progetto definisce la qualità di acqua realmente necessaria e sviluppa strumenti di monitoraggio per controllarla durante tutte le fasi del processo.

Ridurre i rischi per la salute e la sicurezza, attenuando i pericoli di malattie causate dal cibo, è un’altra delle principali preoccupazioni e l’obiettivo di Resfood è quello di introdurre tecnologie di disinfezione che siano più efficaci, che consumino meno acqua e che possano essere un’alternativa alla clorurazione. Ricordando la recente diffusione del batterio E-coli in Europa, Ester Segal di Technion sottolinea che “le tecnologie che stiamo sviluppando rilevano la presenza di una contaminazione già durante la trasformazione degli alimenti e, per alcuni specifici prodotti, persino nella fase di crescita; quindi, nelle fasi iniziali della catena alimentare”.

Resfood si basa sull’idea di offrire soluzioni “convenienti, pratiche ed economicamente vantaggiose” per l’industria alimentare. Le innovative tecnologie sviluppate dal progetto stimoleranno nuovi mercati e porteranno alla nascita di nuove start-up, specialmente nel settore del trattamento dell’acqua e della valorizzazione della biomassa. Le nuove soluzioni per la disinfezione e il rilevamento di agenti patogeni nel cibo e nell’acqua, invece, aumenteranno la fiducia del consumatore nei confronti dei prodotti freschi.
Per Resfood, sviluppare tecnologie innovative non è sufficiente, come dice il coordinatore del progetto Willy Van Tongeren di TNO: “Dobbiamo convincere gli stakeholders che il cibo può essere prodotto e processato con acqua e sostanze nutritive di recupero senza che per questo ne siano messe a repentaglio qualità e sicurezza”.